In un giorno di riposo, fa piacere apprendere (da Honest Reporting) che Khulood Badawi abbia deciso di accettare il consiglio di prendersi un periodo di vacanza. Auspicabilmente, per un arco di tempo abbastanza lungo da consentirci di dimenticarci di lei.
Il caso di Khulood Badawi è balzato alla cronaca poco più di un mese fa (qui e qui). L'attivista filo-palestinese ha diffuso tramite il suo account Twitter immagini laceranti di una bambina straziata, spacciandola per vittima di un attacco aereo israeliano. In realtà si è subito scoperto trattarsi di una bimba rimasta vittima, diversi anni fa, di una rovinosa caduta in un dirupo. Poco male, di bufale su Internet ne girano parecchie, e la propaganda filopalestinese è solita ricorrere a questi mezzucci un po' vergognosi per la verità, per discreditare lo stato israeliano in cui peraltro diversi palestinesi trovano salvifiche cure mediche. Il problema è che Khulood Badawi risulta essere dipendente dell'agenzia ONU per il coordinamento degli aiuti umanitari: un gigantesco conflitto di interessi che ha scatenato la giusta indignazione mondiale, che a gran voce ha chiesto le dimissioni dell'attivista.
Si apprende oggi che la Badawi è stato di fatto sospesa dall'agenzia presso le Nazioni Unite, se non proprio licenziata. Grottesco che ciò avvenga il giorno della festa del lavoro, ma tant'é. L'articolo riportato da Honest Reporting fa riferimento ad una fonte palestinese, secondo cui la dipendente ONU è rimasta a casa per tutte queste settimane, in attesa che si compissero le indagini dell'organismo sovranazionale. Ma ora l'attivista non risponde al telefono, ne' alle e-mail; è irreperibile: apparentemente in vacanza. Le farà bene...
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