Il titolo della conferenza suonava più o meno come "Il nuovo volto dell'Iran: le opportunità di dialogo che si aprono nei giorni della presidenza Rohani". L'Istituto italiano per l'Asia e il Mediterraneo aveva organizzato per martedì questo evento presso il parlamento italiano a Roma, sponsor l'ambasciata iraniana in Italia. L'istituto ha invitato il pubblico a partecipare e ha inviato inviti alla stampa. Anche un cittadino italiano, dipendente dell'ambasciata israeliana a Roma, si era iscritto all'evento.
Dopo aver avuto conferma che il dipendente dell'ambasciata aveva confermato la sua partecipazione all'incontro, l'ambasciatore iraniano in Italia, Jahanbakhsh Mozaffari, ha dichiarato che non avrebbe partecipato all'evento, se si fosse presentato il dipendente. Sollecitando gli organizzatori ad impedirne l'accesso.
È stato coinvolto il ministero degli Esteri, che si è rivolto all'ambasciata israeliana a Roma per favorire la partecipazione dell'ambasciatore iraniano. Ma l'ambasciatore israeliano, Naor Gilon, ha deciso che non vi era motivo per assecondare questa pretesa, e il dipendente dell'ambasciata è stato regolarmente autorizzato a presenziare all'evento.
Al suo arrivo, gli organizzatori hanno affrontato nuovamente il dipendente: questa volta con urla e spintono, sollecitandolo a fare marcia indietro. «Sono un cittadino italiano, e con il dovuto rispetto per l'ambasciatore iraniano, ho più diritto di entrare nel parlamento italiano» ha protestato la persona, premendo per entrare.
Giunto dopo un'ora e mezzo, l'ambasciatore iraniano ha compreso che l'evento sarebbe stato o cancellato, o avviato senza di lui, e ha deciso di parteciparvi, facendo trapelare il suo messaggio riguardante la cooperazione finanziaria con paesi che sono stati «colpiti in conseguenza di sanzioni illegali».
Il portavoce dell'ambasciata israeliana a Roma, Amit Zarouk, ha confermato l'incidente, aggiungendo: «noi non siamo regolati dalle norme iraniane. Sono felici di rilevare che la nostra determinazione è servita a mostrare agli italiani il vero volto dell'Iran; che non è affatto cambiato».
Fonte: YNetNews.
L'Iran lo sappiamo, e' quello che e', ma in questo articolo la piu' grande vergogna ricade sull'Italia, sul tentativo di non far passare a spintoni e strattoni, in malo modo, un cittadino italiano solo perche' lavora all'ambasciata israeliana. E poi per cosa? perche' potesse parlare l'iraniano? e allora tutte le volte che gli squadristi rossi a suon di "palestina libera" e "intifada fino alla vittoria" non hanno lasciato parlare addetti di ambasciata, scrittori e giornalisti israeliani? il problema e' sempre lo stesso: due pesi e due misure, si chiama in un solo modo, antisemitismo.
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