«Non nominare il nome di dio invano». Il comandamento cattolico, sistematicamente disatteso sui campi di gioco, nelle alcove domestiche e sugli schermi del cinema, al punto da risultare annacquato; risulta ora rafforzato in altra sede dal pronunciamento di una corte d'appello malese. Che ha rovesciato la precedente sentenza di primo grado che aveva assolto un giornale locale, di orientamento cristiano, reo di aver citato il nome di Allah. Il verdetto, all'unanimità, stabilisce che l'impiego del nome in questione è di esclusiva pertinenza del mondo musulmano, e che pertanto gli "infedeli" devono astenersi dal pronunciarlo; se non altro, per questioni di ordine pubblico.
La sentenza, annota Reuters, giunge al culmine di un periodo di scontri etnici e religiosi, seguiti ad elezioni contrastate che hanno visto l'affermazione di un governo che ha ristretto le libertà individuali e rovesciato le riforme liberali precedenti.
Nessun commento:
Posta un commento