150 attacchi in sette giorni. La popolazione delle città meridionali e costiere di Israele è da una settimana sotto l'attacco incessante del terrorismo di Hamas, che a differenza del passato si è affrettata a rivendicarne la responsabilità. Questa volta sono stati utilizzati anche missili Grad, dalla gittata massima di 45 chilometri. Evidentemente, non si tratta di materiale bellico trafugabile di contrabbando mediante i tunnel illegali che collegano l'Egitto alla Striscia di Gaza: troppo grandi e complessi da trasportare mediante quel canale.
L'aviazione israeliana sta cercando di intercettare le minacce prima che piombino sulle teste della popolazione civile, ma non sempre ciò è possibile, dato il proliferare delle rampe di lancio. Così nelle ultime ore è tornato in attività l'Iron Dome, che intercetta i missili palestinesi prima che colpiscano gli obiettivi. Ridicoli i "cessate il fuoco" proclamati da Hamas e sistematicamente disattesi: forse un tentativo patetico di indurre la popolazione civile ad uscire dai rifugi antimissile; secondo alcuni, invece, le persistenti ostilità rivelerebbero l'incapacità dell'organizzazione terroristica che governa Gaza di far rispettare la tregua ad organizzazioni minori ma ancora più bellicose, come la Jihad Islamica e il PRC. Brutto segno. La presenza di Al Qaeda nel Sinai e le incursioni nel deserto del Negev israeliano sono già state documentate.
D'altro canto, Hamas sta lanciando l'offensiva con tutti i mezzi a disposizione. Incluso l'uso subdolo dei media: sabato l'organizzazione terroristica ha denunciato la morte di un ragazzino di quattro anni, Ali Muataz al-Shawaf, il quale sarebbe rimasto vittima di un'incursione aerea israeliana. Ma poco dopo l'IAF ha smontato l'accusa, provando come l'area dove si trovava il ragazzino non è stata sorvolata. Ali è morto per gli effetti dell'esplosione di un deposito di munizioni, ma il suo sangue è stato usato dai media locali per aizzare la folla.
E nel frattempo, un milione di persone rimane sotto la minaccia di attacchi incessanti dalla Striscia di Gaza. Tranne i blog e pochi giornali, la maggior parte dei media occidentali ha ignorato la loro sorte, prediligendo una strategia consolidata: mettere la testa sotto la sabbia.
Aggiornamento delle 12.30. Finalmente un giornale europeo pubblica un dettagliato resoconto sulla settimana di aggressione ai danni della popolazione israeliana da parte del terrorismo islamico di stanza a Gaza. Si tratta del britannico Daily Telegraph. Era ora!
Nessun commento:
Posta un commento