Israele è un paese che fa i conti tutti i giorni con il terrorismo. Secondo il blog di Challah Hu Akbar, quest'anno sono piovuti sullo stato ebraico ben 280 missili soltanto da Gaza: una media di due al giorno, ogni giorno. E non è andata meglio nel 2011, quando Israele fu raggiunto da ben 676 missili, razzi, e colpi di mortaio, costringendo la popolazione civile a guadagnare frettolosamente i rifugi per non rischiare la vita.
Probabilmente non esiste stato più funestato dal terrorismo di Israele. Perché allora esso non è stato invitato a prendere parte al Forum Mondiale contro il terrorismo (GCTF: Global Counterterrorism Forum), promosso dall'amministrazione Obama per bocca del segretario di Stato Clinton in un recente viaggio ad Istanbul? Che ha da dire il ministro degli Esteri turco, che presenziava alla conferenza stampa di una settimana fa, in merito all'IHH, l'organizzazione terroristica turca che organizzò due anni fa la flottiglia che puntava a forzare il blocco navale al largo delle coste di Gaza, istituito proprio per impedire il pervenimento di armi e munizioni ad Hamas, che governa nel terrore l'enclave palestinese dal 2006? Possibile che Israele non abbia nulla da lamentare, rispetto ai 29 stati invitati a far parte del GCTF?
Comprensibile lo sgomento dei politici israeliani, impegnati ogni giorno a prendersi cura delle vite di sette milioni e mezzo di cittadini. Forse essi si potranno consolare all'idea che le future generazioni degli stati confinanti non condividono il messaggio di odio e di morte che la leadership araba trasmette ossessivamente, tutti i giorni, con tutti i mezzi. Ma quanto rende noto oggi il sito web del quotidiano Yediot Ahronot smonta ogni speranza.
Che teneri questi bambini! escono dall'asilo - gestito dalla Jihad Islamica - già formati: Israele è il nemico, e daranno la vita per far saltare in aria autobus con quanti più ebrei a bordo possibile. I loro genitori, perlopiù terroristi, assistono compiaciuti e orgogliosi alla recita di fine anno, che mostra bambini-soldato che imbracciano armi (giocattolo; per adesso), inneggiano al martirio e simulano quello che secondo la propaganda palestinese sarebbe il trattamento riservato in Israele agli assassini che vengono incarcerati per crimini dopo un regolare processo.
Il lavaggio del cervello incomincia da subito, quando ancora questi bambini non sono in grado di camminare. Non pochi giungono alla maggiore età davvero convinti di quanto loro impartito dai terroristi. E il ciclo continua all'infinito...
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