Ha suscitato un certo clamore la denuncia riporta nell'edizione di giovedì del Wall Street Journal, secondo cui il governo britannico versa cospicui fondi all'Autorità Palestinese, affinché essa provveda a elargire generosi sussidi alle famiglie dei terroristi palestinesi che scontano condanne per gravi omicidi. Il quotidiano americano cita un rapporto di Palestinian Media Watch, secondo cui ogni mese dalle casse europee sono versati quasi 4 milioni di euro, come contributo al bilancio dell'AP destinato al finanziamento dei "salari" dei reclusi nelle carceri israeliane.
La notizia provoca la comprensibile indignazione da parte di chi fa fatica ad arrivare alla fine del mese, mentre a qualche migliaio di chilometri di distanza c'è chi percepisce un reddito anche di 2500 euro al mese per aver avuto il merito di far esplodere un autobus, o per aver fatto deflagrare una bomba in una piazza, o per aver attentato alle vite di civili innocenti.
Rocambolesca la mezza smentita fatta pervenire dal ministero britannico per lo sviluppo internazionale (Department for International Development): «i versamenti non erano salari, ma piuttosto "programmi di assistenza sociale per fornire erogazioni al welfare"». Già, e quelli che hanno ucciso deliberatamente diecine e diecine di israeliani non erano terroristi, ma operatori sociali dediti al completamento del lavoro lasciato interrotto da un certo Adolf Hitler...
Sconcertante la rivelazione di PMW, riportata dal WSJ: ogni anno il solo ministero britannico per lo sviluppo internazionale eroga 86 milioni di sterline verso i territori palestinesi; dei quali 30 milioni sono iscritti nel bilancio dell'Autorità Palestinese come "retribuzioni mensili". L'entità delle erogazioni nei confronti dei detenuti e delle rispettive famiglie è connessa alla lunghezza della pena detentiva: non è funzione quindi della consistenza delle famiglie o di particolari condizioni di disagio economico; bensì alla gravità del reato: insomma, più ammazzi e più guadagni.
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