Circa 3000 cristiani si sono riuniti a Gerusalemme, per manifestare la propria simpatia verso lo stato ebraico e la sua politica di tolleranza nei confronti delle altre religioni e delle minoranze. Fra i partecipanti alla conferenza annuale c'era una nutrita rappresentanza dei parlamenti nazionali di Stati Uniti, Canada, Brasile, Italia, Germania, Sudafrica, Portogallo e Regno Unito.
Uno conferenziere ha sottolineato la costante minaccia del fondamentalismo islamico, il cui primo e immediato bersaglio è ovviamente Israele.
Lo stato ebraico è l'unico in Medio Oriente ad accogliere tutte le religioni, consentendone la libera professione. All'opposto, persecuzioni, vessazioni, intimidazioni, aperte minacce e vere e proprie esecuzioni sono all'ordine del giorno nei paesi arabi e musulmani: in Turchia i cristiani sono ora appena 85 mila, a fronte dei due milioni di qualche tempo fa. In Libano i cristiani erano maggioranza; ora sono 1/3 della popolazione. In Siria rappresentano soltanto il 4%; in Giordania, il 2%. In Iraq la popolazione di religione cristiana ammontava a 1.4 milioni di coraggiosi individui; oggi risulta dimezzata. C'è un solo stato, nel Medio Oriente, in cui la popolazione cristiana è aumentata, dal Dopoguerra ad oggi: ed è lo stato di Israele. I cristiani erano 34 mila nel 1949; ammontano oggi a 163 mila, e cresceranno a 187 mila per la fine del decennio.
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