martedì 6 novembre 2012

And the prize goes to... Pallywood!

Una volta all'anno a Hollywood sono premiate le più mirabili creazioni dell'industria cinematografica. I migliori attori, le migliori regie, le sceneggiature, i costumi e gli effetti speciali; beneficiano dell'encomio e di un ambitissimo premio, per aver fatto fantasticare e sognare milioni di persone in tutto il mondo.
Qualcuno incomincia a sostenere con forza la necessità di istituire un premio per un settore in espansione della finzione cinematografica: il complesso di cortometraggi noto come "Pallywood". La distribuzione limitata al mondo occidentale non dovrebbe rappresentare un fattore limitante: l'arte va premiata, anche quando realizzata nei "martoriati" territori palestinesi.
Esempi di finzione cinematografica, realizzata con il contributo dei mezzi tecnologici occidentali, non mancano: tutti ricordano il caso di Mohammed Al Dura, il ragazzino palestinese che sarebbe stato ucciso involontariamente da un colpo dell'esercito israeliano. Questa perlomeno era l'accusa delle immagini girate da France 2, e diffuse in tutto il mondo. Soltanto la tenacia di un giornalista transalpino, malgrado la resistenza dei vertici massimi della repubblica francese, svelò l'abile messainscena: Al Dura non è mai stato colpito, e casomai non poteva che essere ucciso dal fuoco amico, vista la sua posizione e la dinamica degli scontri. Quel falso incidente però servì ad alimentare l'odio antisionista, e ad accendere la miccia dell'Intifada.
Casi simili abbondano. I motori di ricerca ne sono pieni. In pochi si chiedono come mai, in quelle terre desertiche e desolate, sia sempre presente una troupe, una telecamera, un reporter che con prontezza e lungimiranza da premio Pulitzer, riesca ad immortalare la scena di un "maltrattamento"; naturalmente a danni di donne e bambini, e ovviamente ad opera dei "cattivi" (sarebbero i soldati israeliani, nel caso sfuggisse il particolare). Basta tagliare sapientemente le immagini, escludere la parte iniziale e finale del contesto, catturare un frame che immortala sapientemente una smorfia di dolore, e un gesto di sopraffazione, e il capolavoro cinematografico è servito.
L'immagine in alto è esemplare: una bambina, tenera con i suoi boccoli biondi alla Shirley Temple, è trattenuta con la forza da un soldato dell'IDF. Stridente il contrasto fra la smorfia di dolore della prima, e la quiete pacifica del secondo: qualcuno sta simulando. Ma non fa differenza: l'occhio si sofferma sulla sopraffazione, ed emette la condanna inappellabile. L'esortazione che compare sulla maglietta ("Love") fa il resto: come si può anche per un istante molestare una simile angelica creatura?
Passa qualche mese, e la nostra tenera bambina riappare. Per la verità, un po' meno innocente e più aggressiva. Ma la presenza di un soldato dell'esercito giustifica la "resistenza", no?
Anche in questo caso, pronta la presenza di fotografi e cineoperatori. A qualcuno potrebbe insorgere il sospetto che questi impareggiabili teatranti dispongano di un'agendina con tutti i numeri di telefono delle agenzie internazionali (da Reuters a BBC, da AFP ad Al Jazeera), da contattare con congruo anticipo quando si intende mettere in scena queste manifestazioni.
Un video girato nel West Bank rende meglio l'idea dello sforzo prodotto per questi capolavori del neorealismo palestinese: incitati dagli adulti, questi bambini si scagliano contro le pattuglie dell'esercito, provocandone la reazione. Notevole il dispiegamento di telecamere e fotocamere in mano agli adulti, il che conferma fra l'altro l'ampia disponibilità di elettronica di consumo nei negozi di Gaza e dei territori palestinesi.
La pattuglia ad un certo punto trattiene un fotoreporter straniero (immediatamente sofferente e barcollante, a beneficio delle fotocamere dei colleghi), davanti al suo rifiuto di identificarsi. E a quel punto la solita bambina trova nuova vitalità: «dove lo state portando? lo so che parlate arabo! i nostri soldati sono più forti di voi! vi schiaccerò la testa!». Dopo averlo sputato, la ragazzina continua indiavolata: «vi sputo in faccia. Pensate a vostra madre anziché prendervela con i bambini! la vostra gente ha i soldi dai cani!»
In una sequenza si vede una bambina che spinge un ragazzino contro un soldato, ma non succede nulla. Più avanti bambini spintonano un altro soldato, ma nulla accade. Addirittura si cerca di afferrare un'arma. Niente. Le provocazioni non hanno indotto alcuna reazione, malgrado i ripetuti tentativi in tal senso. Non è stato possibile provare che i soldati israeliani sono cattivi e violenti. Metri di pellicola sprecata. Per tentare di diffamare, ci saranno altre occasioni...

H/t: Israellycool, Ynetnews.

1 commento:

  1. Questa è spassosissima:

    http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=YbQObLBQ3X8

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