Durante e dopo le ostilità coincidenti con l'operazione "Colonna di Difesa", si è alimentata una discussione pelosa circa la "sproporzione" fra vittime israeliane e vittime palestinesi. La questione è esaminata sotto una prospettiva distorta. Per quanto possano risultare ciniche, alcune premesse si rendono necessarie:
1) l'affidabilità delle statistiche: le fonti palestinesi sono di dubbia credibilità, poiché il ministero della sanità è sotto il diretto controllo di Hamas; addirittura, il quartier generale dell'organizzazione terroristica in questi giorni si è localizzato al piano seminterrato dell'ospedale principale di Gaza, costruito ironia della sorte proprio dagli israeliani prima dello sgombero del 2005. Citare vittime poggiando su "fonti palestinesi", come hanno fatto alcuni media, porta a considerazioni errate per eccesso;
2) come ai tempi dell'Operazione Piombo Fuso, appare ardua la scomposizione fra vittime civili e vittime militari. Ma è uno sforzo che per amor di verità va realizzato. Spesso le conclamate vittime civili sono rinvenute e compiante nei forum palestinesi per l'appartenenza a formazioni paramilitari di mujahideen. E' il caso per esempio del palestinese di Gaza rimasto ucciso ieri mattina, all'indomani della tregua concordata, mentre tentava di sfondare il confine israeliano. E' credibile in definitiva il riparto 50-50 compiuto in questi giorni: sicché soltanto la metà delle vittime conclamate appare sciaguratamente appartenente al mondo civile.
3) Drammatico e deplorevole appare l'uso di donne e bambini come scudi umani. Una pratica censurata dalla Convenzione di Ginevra, ma utilizzata senza scrupoli dal fondamentalismo islamico, che non si è preoccupato negli otto giorni di scontri - ma anche prima - di lanciare i suoi attacchi da campi sportivi, moschee, centri abitati, capannoni industriali e aree densamente popolate. A fronte di un attacco, un esercito intento a difendere la sua popolazione reagisce sparando nella direzione tracciata dai missili ricevuti: fatalmente, la risposta israeliana finisce per minacciare la popolazione gazana.
4) Ciò è perfettamente noto al fondamentalismo islamico, che non si è fatto scrupoli nel saccheggiare abbondantemente dal database di fotografie di vittime della repressione siriana - oltre 40 mila morti, di cui quasi 3000 bambini - spacciandole per vittime palestinesi del fuoco israeliano. Ciò è deplorevole, ma per nostra fortuna le bufale, alimentate da media distratti o compiacenti, sono sempre state smascherate; incluso il più recente tentativo di accusare l'IDF di impiego di fosforo bianco: un componente chimico impiegato per illuminare il campo di battaglia, utilizzato dagli eserciti di tutto il mondo nelle operazioni di terra (che per il momento a Gaza nemmeno ci sono state, questa volta).
5) Dulcis in fundo, diverse vittime palestinesi sono dovute al "fuoco amico": missili difettosi ricaduti sulla Striscia di Gaza, provocando morti e feriti, non di rado obiettivamente riconosciuti dagli stessi terroristi.
Tutto questo ridimensiona il conteggio ufficiale dei morti dell'operazione Pillar of Defense - probabilmente una cinquantina, di diretta riconducibilità all'esercito israeliano - ma non ci esime da due considerazioni: anzitutto questa operazione, come Piombo Fuso, si è resa necessaria in risposta ai continui attacchi delle settimane precedenti che hanno raggiunto oltre un milione di abitanti inermi, costringendo loro al terrore di guadagnare i rifugi in pochi secondi, pena la vita (inascoltati i ripetuti appelli alle Nazioni Unite a far cessare le quotidiane aggressioni che provenivano da Gaza). Se Hamas, il Jihad Islamico e le altre formazioni terroristiche della Striscia non avessero colpito ripetutamente l'Israele meridionale, non ci sarebbe stata alcuna operazione. E dire che una volta dopo oggi sorgono le rampe di lancio del missili, sorgevano serre e coltivazioni.
In secondo luogo, è inaccettabile l'argomentazione distorta secondo cui vi sia una inaccettabile sproporzione fra vittime palestinesi - un centinaio - e vittime israeliane (6). Questa marcata differenza c'è: ma non è in alcun modo riconducibile alla buona volontà dei terroristi, e di converso alla sadicità degli israeliani. Tutto il contrario: l'IDF ha cercato sempre di evitare vittime civili, inviando SMS, contattando le famiglie gazane al telefono, distribuendo volantini, e in ultima analisi abortendo lo strike quando vi era rischio di colpire innocenti. Ciò non ha escluso le morti di civili, pur con le varie puntualizzazioni fatte in alto. Una larga fetta di morti è di diretta responsabilità di Hamas; in senso ampio, tutti i morti sono di responsabilità del terrorismo, si può dire.
Il fatto che Israele lamenti soltanto una manciata di vittime è merito della prevenzione. Mentre Hamas si armava, facendosi spedire missili sempre più minacciosi dall'Iran, il governo israeliano costruiva bunker e rifugi antimissile. Mentre la popolazione civile israeliana si metteva al riparo, la popolazione civile palestinese era deliberatamente utilizzata come scudo umano. Mentre Hamas mirava ai civili, l'IDF evitava per quanto possibile di colpire i civili. Sul piano morale, non c'è alcuna differenza fra un tentato omicidio e un omicidio andato a segno.
Hamas ha cercato di colpire quanti più civili possibile: ha speso milioni di dollari in questo. Il Regno Unito ha perso 67 concittadini nell'attentato dell'11 settembre: dieci volte i morti israeliani durante gli ultimi scontri. Poiché a grandi linee la popolazione britannica è dieci volte quella dello stato ebraico, la proporzione è perfetta: eppure il governo di Sua Maestà non ha avuto alcuna esitazione a partecipare all'invasione dell'Afghanistan un mese dopo, e la stampa ha seguito docile. Perché oggi la BBC e Sky News sono stati ipocriticamente ostili al tentativo di sventare una minaccia ancor più diretta e immediata? Gli Stati Uniti si sono cimentati in una guerra al terrorismo sulla base di una minaccia, non sul numero delle vittime conseguite negli ultimi dieci anni. Perché per Israele dovrebbe essere diverso?
Nachon!
RispondiEliminaPoi, oltre a tutte le cose giuste che hai detto, come ha scritto una volta un altro blogger, questa cosa della proporzione è una cazzata mastodontica: chi ingaggia una competizione, che sia una guerra di difesa, una guerra di offesa, una partita a calcio o una mano di briscola, non lo fa per essere proporzionato, lo fa per vincere! E aggiungeva: ve lo immaginate che uno dalla strada mi spara in casa e io mi affaccio alla finestra e dico scusi, mi potrebbe gentilmente dire di che calibro è la sua pistola, non sia mai che io abbia a risponderle con una di calibro superiore...
RispondiEliminaE a tutto questo aggiungerei ancora che se io decido di prendere a botte Mike Tyson, non devo poi venire a frignare che mi ha fatto la bua.