martedì 24 aprile 2012
Scintille fra Abu Mazen e Salam Fayyad
Montano le tensioni fra il presidente dell'Autorità Palestinese (AP) Abu Mazen (nome di guerra di Mahmoud Abbas) e il primo ministro dell'AP Salam Fayyad, il "moderato" di gradimento dell'Occidente. Proprio l'Occidente, che finanzia generosamente e senza porre condizioni il governo di Ramallah in seguito agli accordi di pace di Oslo del 1993 - che prevedevano fra le altre condizioni il pieno riconoscimento dello stato di Israele, e la cessazione della lotta armata - vedono con crescente preoccupazione il tentativo di Abu Mazen di ridimensionare il potere del primo ministro palestinese da parte del successore di Arafat. Le tensioni montano da tempo, ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la lettera, contenente le solite pretese impossibili, che Abu Mazen ha fatto recapitare al primo ministro israeliano tramite una delegazione che si è recata a Gerusalemme. Della delegazione avrebbe dovuto fare parte Salam Fayyad, il quale all'ultimo momento si è defilato: «non faccio il postino di Abu Mazen ne' di Al Fatah», avrebbe sbottato Fayyad. Il quale non ha mai apprezzato il gesto unilaterale di Abu Mazen dello scorso settembre, quando il maggiore esponente dell'OLP tentò l'avventura del riconoscimento unilaterale dello stato palestinese, di fatto infrangendo la roadmap sancita ad Oslo.
Abu Mazen appare sempre più isolato e nervoso, come evidenzia il modo sempre più brutale con cui viene soffocato il dissenso interno. L'abbraccio mortale con Hamas e la prospettiva di un peraltro improbabile governo unitario da un lato rappresenta il tentativo di perpetrare il potere, dall'altro indebolisce ulteriormente la leadership di Ramallah, comportando il prosciugamento dei finanziamenti internazionali per l'evidente sterzata radicale. Da qui il tentativo di ridimensionare il potere di Fayyad, mettendo direttamente le mani sulle casse dell'AP, di cui è responsabile il primo ministro. Un tentativo che però non vede comprensibilmente d'accordo i finanziatori, che si vanno progressivamente defilando.
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