Casa dolce casa. Casa mia casa mia, per piccina che tu sia... insomma, ognuno cerca di addobbare e abbellire la propria dimora come meglio crede. C'é chi si rifornisce all'Ikea, e chi ha la fortuna di disporre di risorse finanziarie che consentono l'acquisto di arredi costosi. Buon per loro.
Noi occidentali però facciamo ancora una po' di fatica - ma ci stiamo arrivando - a comprendere lo stile di vita mediorientale. Insomma, per quanto ci sforziamo e vantiamo di aver perlustrato i suk di Sharm el Sheik, per quanto dichiariamo il nostro amore sconsiderato per l'arredamento etnico (purché Made in China), non siamo avezzi a certe abitudini...
Prendi Gaza, per esempio: questa terra che una volta era definita occupata, e che ora, a sette anni dallo sgombero deciso unilateralmente da Israele, è relativamente florida (oltre 600 milionari, secondo le statistiche ufficiali), e tutt'altro che occupata, come ha riconosciuto l'altro giorno la stessa Hamas. Certo, il benessere non è diffuso e, si sa, un po' di impicci bisogna pur farli per portare a casa il denaro. Ma le donne si arrangiano come possono, e arredano le loro dimore con le risorse di cui dispongono.
Prendete questa casa a Gaza. Graziosamente adornata di esplosivo, tappezzata da polvere da sparo, pavimentata con cartucce per mitragliatori. Noi non ce ne capacitiamo, ma dovete sapere che da queste parti è normale conservare in casa un po' di armi e munizioni: lo prescrive il bon ton (islamico, naturalmente). Così, pazienza se di tanto in tanto qualche casa salta per aria. Come è successo sabato scorso: come riporta il blog di Challah hu Akbar, un'esplosione ha distrutto un'abitazione di due piani, dove vivevano quattro famiglie. Il padrone di casa è risultato ferito dalle schegge delle bombe "a fabbricazione domestica". Danneggiata una casa vicina e distrutto un allevamento di volatili. Qualche giorno prima un altro palestinese si è recato presso un ospedale locale per farsi curare dalle ferite riportate in seguito all'esplosione di un proiettile detenuto in una casa nei pressi della moschea di Khan Yunis, nella Striscia di Gaza.
La colpa di questi danni? di Israele, naturalmente. Che si decidano una volta buona a farsi saltare in aria. Che la smettano di opporsi al loro destino, e facciano la cortesia di essere annichiliti, come prescrive l'atto costitutivo di Hamas, che governa la Striscia di Gaza da 6-7 anni. E giacché si trovano, la prossima volta si dichiarino colpevoli al processo che questi sfortunati arredatori dinamitardi intenteranno loro per i danni riportati dall'esplosione accidentale di munizioni in casa propria...
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