mercoledì 14 marzo 2012

Gli ultraterroristi islamici



Dietro i 200 missili lanciati da Gaza verso Israele, c'è un preciso cambiamento di scenario. Hamas, l'organizzazione terroristica che governa col terrore la Strisia di Gaza dal 2006, dopo lo sgombero israeliano dell'anno precedente (in coabitazione con Al Fatah; in solitudine, dal 2007, dopo un sanguinoso colpo di stato con cui ha esautorato la fazione rivale di Abu Mazen), si è resa rea di aver disatteso agli ordini di Ahmadinejad, principale alleato del macellaio siriano Assad. Così, la stessa sede di Hamas ha abbandonato in fretta e furia la sede storica di Damasco, cercando sponde amichevoli nel Maghreb, in Egitto (Hamas è una costola dei Fratelli Musulmani), indi nel Qatar, sede di Al Jazeera, che ha soffiato molto sul vento (presto rivelatosi fetido) della "primavera araba". D'altro canto, oltre a sentire puzza di cadavere, Hamas ha "rotto" con l'Iran per le stragi perpetrate da Assad proprio ai danni dei palestinesi che vivono in Siria, spesso in luridi campi profughi, isolati dalla civiltà (succede, fra fratelli arabi di cui uno palestinese).
Così l'Iran sta rivedendo le sue affiliazioni prossime al Mediterraneo. Ridimensionato il supporto ad Hamas, che nel frattempo ha finalmente accettato la corte interessata di Al Fatah, con il fiatone per i recenti insuccessi diplomatici (la richiesta di membership alle Nazioni Unite dello scorso anno), ma pur sempre generosamente finanziata dall'Occidente; il regime iraniano ha trovato interlocutori interessati nella Jihad Islamica, organizzazione radicale di stanza nella Striscia di Gaza. Si ritiene che da Teheran siano sopraggiunti uomini, addestratori, finanziamenti e munizioni, passati per un confine egiziano sempre più incustodito.
I vertici dell'esercito israeliano non hanno nascosto la sorpresa per il livello di organizzazione raggiunto dalla Jihad Islamica, ancor più risoluta di Hamas nel combattere con ogni mezzo il vicino stato ebraico.

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