domenica 18 marzo 2012
Che fine ha fatto il governo unitario palestinese?
Ennesima delusione, per chi davvero credeva che il popolo palestinese fosse prossimo ad un governo unitario. Le premesse c'erano tutte, ma le distanze fra la fazione "moderata" (neanche tanto, per la verità) di Al Fatah, che governa il West Bank, e la parte estremista di Hamas, che governa la Striscia di Gaza, si vanno sempre più allargando, malgrado la firma di un ennesimo accordo nel Qatar. Intanto Hamas non ha dichiarato di rinunciare alla lotta armata, al disconoscimento di Israele e degli Accordi di Oslo che hanno dato vita all'Autorità Palestinese, embriano di un futuro stato, e subito portatore di cospicui finanziamenti occidentali a Ramallah. Ma è dall'esterno che questa unione viene vista con disappunto.
Al di là di una comoda propaganda a cui sembrano credere sempre più in pochi, la realtà è che da parte israeliana c'è la piena disponibilità a pervenire ad accordi di pace, anche con generose concessioni territoriali, come fatto in passato con l'Egitto di Sadat e poi con la Giordania di Re Hussein. Viceversa, il mondo arabo vede con irritazione la normalizzazione della questione palestinese: i "fratelli arabi" che vivono in "Cisgiordania" e a Gaza sono più utili se prostrati, provati, privati di ogni prospettiva futura. Per cui un governo unitario, che in qualche modo anticipi un futuro stato, va contro i loro interessi.
Un esponente di Al Fatah, Azzam al- Ahmed, ha appena denunciato il tentativo dell'Iran di sabotare l'unione fra il movimento di Abu Mazen e l'organizzazione terroristica di stanza a Gaza. Le visite prima di Mahmoud Zahar, poi di Ismail Haniyeh a Teheran, sarebbero servite per raccogliere fondi che rappresentano prezioso ossigeno per un'organizzazione recentemente in difficoltà: di consensi, precipitati dopo lo sterminio di palestinesi da parte del regime amico di Assad in Giordania; poi per lo sgombero della sede di Damasco e il rifiuto di appoggiare il genocidio siriano, malgrado le pressioni dell'alleato iraniano. Le visite degli esponenti di Hamas ha Teheran avrebbero appianato le incomprensioni, consentendo lo stacco di un assegno che fornisce nuova linfa al movimento terroristico palestinese. Con buona pace per l'abbozzato governo unitario palestinese.
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