mercoledì 14 marzo 2012
Tregua interrotta (ma c'è mai stata?)
Questa mattina un missile, sparato da Gaza, ha raggiunto la cittadina di Netivot, a sud di Israele, ferendo un civile.
La fragile "tregua", architettata dall'Egitto, appare una pia illusione. D'altro canto, da parte palestinese non c'è mai stato un formale "cessate il fuoco", e ovviamente l'esercito israeliano ha acconsentito a sospendere l'intercettazione delle installazioni terroristiche a patto che esse cessino di sparare colpi di mortaio, razzi e missili (oltre 200 sinora) oltre il confine della Striscia di Gaza.
Purtroppo c'è ben poco da sperare. Nella cultura del fondamentalismo islamico, queste pause sono tattiche: hanno il solo scopo di consentire il riarmo, la riorganizzazione su basi più minacciose, e in questo caso, il vergognoso schieramento di scudi umani e carne da macello.
E' il caso di Nayef Qarmut, il ragazzino palestinese di 15 anni saltato in aria l'altro giorno; inizialmente per colpa di un'incursione dell'aviazione israeliana, la quale ha prontamente smentito, malgrado la denuncia di un medico di parte. In effetti, si è scoperto poco dopo che il ragazzo è stato dilaniato da un esplosivo che portava con se', ferendo al contempo sei compagni. Escludendo che i programmi didattici palestinesi contemplino l'utilizzo in aula di materiale bellico - ci si limita di solito all'istigazione al terrorismo e all'odio razziale - quel ragazzo era un corriere al servizio della Jihad Islamica, tragicamente perito.
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