A Gerusalemme il presidente Shimon Peres, presidente della repubblica di Israele, ha ricevuto un pallone firmato da due giocatori arabi dell'equivalente locale della "Serie A" italiana. In passato un arabo è stato capitano della nazionale israeliana. Naturalmente ciò non solleva alcuna obiezione in uno stato aperto, laico, tollerante e rispettoso delle minoranze. Arabi siedono nella Corte Suprema, partecipano ai concorsi di bellezza, ovviamente siedono sui banchi del parlamento e del governo, e partecipano pienamente e attivamente alla vita politica, civile e sociale del paese.
Poco più lontano, a Nablus, nel West Bank, al Fatah ha intitolato Naana un torneo giovanile di calcio alla memoria di Raed Al-Sarkaji, Anan Subh e Ghassan Abu Sharakh. Tre premi Nobel per la pace? non si direbbe: e nemmeno tre persone che si sono spese per questa nobile causa. In realtà si tratta di tre terroristi che nel 2009 uccisero Meir Chai, israeliano, 45enne, padre di un bambino di 7 anni. I tre terroristi furono intercettati due giorni dopo dall'esercito israeliano.
Continua così l'opera di glorificazione dei terroristi palestinesi, che hanno rinunciato alla propria vita per attentare a quella altrui. Non è proprio la stessa cosa che incontrare giocatori arabi e scambiarsi riguardi ed effusioni...
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