Dura presa di posizione dell'OLP, e in parole povere dell'Autorità Palestinese che amministra i territori di Giudea e Samaria (West Bank; una volta: cisgiordania) dopo gli accordi di Oslo del 1993.
La materia del contendere l'invito che da Teheran ha raggiunto sia l'AP, embrione di un futuro stato palestinese; sia Hamas, che di fatto governa la Striscia di Gaza dal 2007, due anno dopo lo sgombero israeliano, un anno dopo il sanguinoso colpo di stato con cui fu esautorato il partito rivale Al Fatah, che amministra oggi Ramallah.
Il primo ministro di Ramallah, Salam Fayyad, denuncia il tentativo iraniano di attentare all'unità palestinese, invitando una fazione che a suo dire non ha alcun potere di rappresentanza. Un membro di Al Fatah di recente ha accusato Hamas di trescare con Israele in modo da favorire l'annesione di Gaza all'Egitto, forse contando sul fatto che l'organizzazione terrorista che controlla la Striscia è una diretta emanazione dei Fratelli Musulmani che ora comandano al Cairo.
Inutile ricordare la scarsa legittimità di entrambi i governi: sia l'Esecutivo di Ramallah, che quello di Gaza, risultano decaduti da due-tre anni. Elezioni generali non si tengono da tempo per convenienza politica. Voci e accordi di collaborazione sono proclamati un giorno e accantonati il giorno successivo. Ma ciò non impedisce ad uno dei due contendenti di ragguiungere sublimi vette di comicità, quando accusa l'Iran di essere fiancheggiatrice di Israele...
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