Giovedì, per esempio, l'esercito israeliano ha gestito il transito in entrata di 282 TIR, che trasportavano complessivamente 6624 tonnellate di beni di ogni tipo (generi alimentari, farmaci, tessuti, materiali edili e combustibili); fra cui ben 225 tonnellate di marmo.
Cosa ci faccia la popolazione civile di tutto questo marmo resta un mistero. Le autorità israeliane lasciano passare tutto ciò che non sia materiale bellico, per ovvi motivi; e nel passato sono state viste transitare lussuose auto di lusso destinate a facoltosi acquirenti palestinesi residenti a Gaza. La novità è che di tanto in tanto il valico israeliano è attraversato da camion in uscita. Sabato per esempio, sono transitati autoarticolati che trasportavano verdure e ortaggi destinate al mercato saudita: lo riferisce il sito Elder of Ziyon, che cita e traduce una fonte araba. E' sicuramente una buona notizia: di solito le timide esportazioni da Gaza non vanno oltre il West Bank e la Giordania. Ciò mette senza dubbio in imbarazzo chi ancora oggi sostiene che gli israeliani rendano la vita difficile ai palestinesi... (ai palestinesi che importano armi e munizioni certamente sì; per questo, ci vuole pazienza...)
Mentre i valichi israeliani sono attraversati quotidianamente da merci di ogni sorta, il valico al confine con l'Egitto resta chiuso. Un alto esponente di Hamas, oggi, ha dichiarato che l'organizzazione terroristica che governa Gaza dal 2006-2007 è pronta a sigillare tutti i tunnel clandestini in cambio della riapertura del valico di Rafah. Legittimo qualche dubbio circa la buona volontà in tal senso, poiché buona parte delle entrate illegali del movimento islamico proviene dal contrabbando di merci che entrano clandestinamente a Gaza. Ma ieri la stessa Autorità Palestinese da Ramallah ha invitato le autorità egiziane a sigillare i tunnel che scorrono sotto al confine fra Egitto e Striscia, invitando ad un utilizzo legittimo, quotidiano e "alla luce del sole" del valico di Rafah.
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