martedì 24 settembre 2013

Come combattere le offese

Ce n'é per tutti. L'altro giorno il famigerato Ahmad Tibi, deputato arabo del parlamento israeliano (circostanza che maledettamente toglie molte argomentazioni a chi sostiene che da queste parti vi sia apartheid) e acceso antisionista, sostiene che la presenza di ebrei sul Monte del Tempio di Gerusalemme sia intollerabile per la contaminazione che essi producono ai danni del terzo luogo sacro dell'Islam, dopo la Mecca e Medina, e subito prima di Roma. E pazienza che il Monte del Tempio sia il luogo sacro per eccellenza dell'ebraismo, che da queste parti si trova da qualche secolo prima della comparsa sulla Terra di Maometto...
Dal punto di vista dell'esponente arabo della Knesset, è giusto accogliere i fedeli in visita al Tempio con lancio di sassi e oggetti contundenti da parte di disponibilissimi giovanotti palestinesi. Un modo energico di combattere una manifestazione del proprio credo religioso.
In tema di offese, può essere utile per gli infedeli prendere nota dei suggerimenti da mandare a memoria, in caso di vacanze o viaggi in località dove cristiani o ebrei (i primi sono un po' meno abituati dei secondi a maltrattamenti e violenze fisiche, per cui devono adottare maggiori precauzioni come i soggetti dalla pelle chiara davanti all'esposizione ai raggi solari) sono diciamo così poco graditi. Dopo la carneficina in Kenya, preceduta da un sistematica e quasi scientifica separazione fra musulmani e non, con i primi ai quali è stata risparmiata la vita dietro recita di sonetti e preghiere del Corano; si moltiplicano i suggerimenti per i viaggiatori poco accorti. Questo sito per esempio suggerisce le preghiere da imparare a memoria, e recitare prontamente di fronte alle richieste di terroristi islamici (terroristi è una parola grossa, malgrado le diecine di morti e i giorni di terrore. Ma possiamo fidarci della BBC, che si limita a definire "militanti" i seguaci di Al Qaeda che hanno seminato il terrore - uffa!... - a Nairobi). Evidentemente, non basta una semplice atto di fede: troppo facile. I terroristi erano preparati a questa prova di scarsa serietà, e hanno sottoposto le potenziali vittime ad un quiz vero e proprio. Dura la vita del viaggiatore. Ma siamo pronti a sottoporci a perquisizioni temporali nelle sale degli aeroporti, saremo pur disponibile ad essere islamicamente corretti, no?

Sarà pure un'offesa, ma tanto Obama è sempre ben disposto a porgere l'altra guancia, pur non essendo cristiano. Come ai tempi di Arafat, che andava a parlare all'ONU con la pistola nella fondina, sussurrando paroline dolci - in inglese - all'Occidente che non desiderava sentire altro; per poi tornare in Medio Oriente e rovesciare tutte le argomentazioni, infiammando - in arabo - le piazze; così Rowhani quando parla agli occidentali si veste da pecora, mentre a casa sua fa il lupo (anzi, la volpe). Il neopresidente della repubblica islamica d'Iran ha presieduto la parata militare di ieri che ha preceduto il suo viaggio alle Nazioni Unite, dove il 61.8% (un perfetto rapporto aureo di Fibonacci) è iscritto al blocco antioccidentale del NAM. Durante la cerimonia - molto pacifica: sono transitati diversi missili Shahab-3, dalla gittata di oltre 1300 chilometri; come ad abbracciare idealmente tutto il Medio Oriente, incluso Israele e basi americane - è transitato uno striscione che ha recitato un innocuo "Down with America", in inglese; ma per un sicuro errore di traduzione di qualche incapace persiano, in arabo e persiano la scritta riportata risulta traducibile in "Morte all'America", che è leggermente diverso. Siamo sicuri che il "moderato" Rowhani avrà modo di persuadere gli americani della svista. Impossibile aspettarsi minacce di morte da un soggetto nei cui confronti Obama è così attento e disponibile...

Nessun commento:

Posta un commento