domenica 31 agosto 2014

L'emergenza di Gaza

C'è ancora qualcuno convinto che il più grosso problema nella Striscia di Gaza, sia rappresentato dall'emergenza idrica, sebbene Israele fornisca ai palestinesi il doppio (60 contro 31 milioni di metri cubi all'anno) dell'acqua che si è impegnato ad erogare in ossequio agli Accordi di Oslo; o dall'urgenza di provvedere alla ricostruzione degli edifici devastati da una guerra che Israele non ha voluto - come non ha voluto tutte le precedenti - e che si è conclusa con un accordo che era stato proposto una settimana dopo lo scoppio delle ostilità.
C'è chi crede, e non ha tutti i torti, che l'emergenza sia quella di rimuovere il regime integralista di Hamas; trascurando però che i successori potrebbero essere non meno concilianti: sia nella fazione "moderata" (la corrotta Al Fatah, che mira ad assumere il controllo, militare in primis, dell'enclave palestinese), che sul fronte integralista, dove le sigle più radicali abbondano, e dove si fanno largo i tagliateste dello Stato Islamico.

giovedì 28 agosto 2014

La storica disfatta di Hamas

di Thomas Wictor*

La gente mente e afferma idiozie perché è corrotta, disonesta, in malafede, o vuole disperatamente fa parte della massa. Il fenomeno di massa più ricorrente della storia è quello dell’odio verso gli ebrei. Anche chi non odia propriamente gli ebrei, finisce per sposare la propaganda antisemita per conformismo. Possibile che le Nazioni Unite, Human Rights Watch, la Croce Rossa Internazionale e Penelope Cruz siano tutti in errore? come può la maggioranza sbagliarsi? Forse perché molta gente è affetta da disturbi psicologici. Siccome io non voglio far parte di questo gruppo, posso parlare serenamente di sconfitta storica per Hamas.
E non mi interessa cosa affermano gli esperti del settore: Hamas ha perso in malo modo questa guerra. Dopo la guerra del 2006 fra Israele ed Hezbollah, ebbi modo di affermare «Hezbollah è stata asfaltata». All’epoca ero praticamente l’unico ad affermarlo. Probabilmente Hamas non è ancora pronta per ammettere la sconfitta come fece all’epoca Hezbollah, ma ci è andata molto vicina. Ed ecco perché.

mercoledì 27 agosto 2014

Hanno vinto i (filo)palestinesi

Purtroppo questa battaglia è stata vinta dai filopalestinesi. E non mi riferisco alla "Guerra dei 50 giorni", messa in freezer dal Cessate il Fuoco proclamato ieri sera fra Hamas e Gerusalemme: di questo conflitto purtroppo torneremo a parlare fra qualche mese, quando il concesso allargamento dei varchi che ogni giorno sono attraversati dai camion provenienti da Israele, fornirà nuovi materiali da costruzione che scommettiamo saranno usati "impropriamente" da Hamas.
Qualche mese fa ci siamo occupati del caso SodaStream: la società che produce il popolare impianto per la realizzazione domestica di bevande gassate. Un'azienda di successo, con i suoi 1500 dipendenti e i 13 impianti di produzione; fra cui quello dibattuto di Ma'ale Adumim. La contesa, s'intende, è sollevata dagli attivisti del movimento di boicottaggio dello stato israeliano; non certo dai dipendenti palestinesi che lavorano nello stabilimento situato nel West Bank: ben felici di vantare una occupazione che garantisce loro una invidiabile retribuzione.

martedì 26 agosto 2014

Il falso mito di Gaza sovraffollata


Ci fa piacere che ancora permanga la retorica circa la Striscia di Gaza "prigione a cielo aperto", in cui la popolazione palestinese convive faticosamente, gomito a gomito, contendendosi centimetri quadrati di spazio. Quantomeno ciò smonta definitivamente l'altra leggenda metropolitana che tuttora circola fra i simpatizzanti di Hamas, secondo cui sarebbe in atto un genocidio del popolo palestinese. Motivando questa strampalata accusa con le 2000 vittime prodotte secondo il "ministero della salute" di Gaza in 50 giorni di combattimenti; sorvolando sulla veridicità della statistica comunicata dagli integralisti islamici - saranno le verifiche successive ad accertarlo; ma l'esperienza storica suggerisce l'inevitabilità di una robusta tara - e sulla composizione delle vittime, per almeno metà combattenti; in un solo giorno sono stati massacrati nello Xinjiang, in Cina, oltre 2400 uiguri, vittime da anni della repressione di Pechino. Scommettiamo che questo genocidio farà fatica a conquistare i cuori e le menti dei pacifisti a tema.

lunedì 25 agosto 2014

L'UNRWA viola il diritto internazionale?

di Gal Sion*

Nell'ambito del conflitto a Gaza si sono registrati diversi incidenti che hanno sollevato il forte sospetto che l'UNRWA stia ripetutamente violando il diritto internazionale, sostenendo Hamas nella sua lotta armata nei confronti di Israele.
Qui in basso esaminerò cosa è possibile fare per confermare il summenzionato sospetto, e quali sono le obbligazioni legali e morali delle Nazioni Unite nella gestione del caso.


Personalità giuridica

L'UNRWA è un'agenzia delle Nazioni Unite. Occasionalmente collabora con stati sovrani in nome proprio, il che implica che assume il rango di entità internazionalmente riconosciuta, soggetto pertanto al diritto internazionale. In ogni caso, il personale dell'UNRWA è assunto alle dipendenze delle Nazioni Unite, e la stessa UNRWA è soggetta all'indirizzo dell'ONU; pertanto, gli atti dell'UNRWA possono addossare responsabilità  in capo all'ONU, dal momento che quest'ultima è un'organizzazione internazionale con una personalità giuridica internazionalmente riconosciuta. Sull'immunità vedasi più in basso.

Ritorna la vecchia accusa-bufala del trapianto di organi

Passano i secoli, ma le vecchie accuse contro gli ebrei tardano a tramontare. Anzi, sono rilanciate spudoratamente da testate giornalistiche altrimenti note per la loro autorevolezza; sebbene le stesse si nascondano dietro l'ipocrita citazione di una terza fonte, senza effettuare il doveroso fact-checking, ne' tantomeno appurare la smentita successivamente prodotta dalla fonte in questione.
In attesa che qualcuno rilanci le antiche accuse di impastare le azzime con il sangue dei cristiani, il britannico Time ripropone una spudorata accusa già prodotta ai tempi dell'operazione Piombo Fuso del 2008-2009: i soldati israeliani si impossesserebbero dei corpi dei miliziani palestinesi, asportandone gli organi e rivendendoli. Un'accusa strampalata, partita da un articolo pubblicato all'epoca su un quotidiano scandalistico svedese dal nome Aftonbladet, molto letto nella folta comunità musulmana scandinava.

sabato 23 agosto 2014

Gaza: un utilizzo infelice del Photoshop


Quando ho visto per la prima volta questa immagine, che avrebbe dovuto documentare il bombardamento israeliano dell'aeroporto internazionale "Yasser Arafat", avvenuto il 7 luglio 2014; pensai subito che avesse qualcosa che non andava. Sono state pubblicate diverse altre foto, e tutti mostravano un che di taroccato. Alcune indagini hanno prontamente rivelato che si trattava di una bufala. E neanche tanto ben riuscita.
Qui in alto si vede la foto che mi ha lasciato profondamente perplesso.

venerdì 22 agosto 2014

Doppiopesismo mediorientale

Dopo un mese e mezzo, la guerra di Gaza incomincia a prendere una buona piega, con clamorose defezioni in campo palestinese, e un ottimo lavoro dell'intelligence israeliana, che stanno facendo pendere la bilancia a favore di Gerusalemme. Colpiti tre, se non quattro importanti esponenti del vertice militare dell'organizzazione terroristica, si percepisce decisamente la sensazione di panico da parte di Hamas. Incolmabili le distanze fra le pretese delle due fazioni: Khaled Meshal chiedeva a gran voce la rimozione del blocco parziale marittimo e terrestre, che impedisce che nella Striscia entri di tutto, incluse armi e munizioni; Netanyahu chiedeva la smilitarizzazione completa di Gaza.
Impossibile conciliare le due cogenti richieste da parte di chi ha tentato di pervenire ad una tregua, fra un cessate il fuoco e l'altro. Ma l'evoluzione degli ultimi giorni fornisce qualche garanzia in più circa una conclusione fisiologica e non abortita di questo conflitto.

mercoledì 20 agosto 2014

I cinque errori dei media su Gaza

di Alex Margolin*

L'impresa più ardua per i giornali è quella di fare il loro lavoro in tempi di guerra. Ma il conflitto fra Israele e Hamas rivela, ancora una volta, le palesi limitazioni della stampa tradizionale.
In particolare si rilevano cinque macroscopici errori. La minaccia maggiore alla precisione e alla comprensione giunge non tanto da articoli isolati spudoratamente di parte, quanto dalla massa di articoli che aderiscono agli standard distorti del giornalismo moderno.


1) I dati sulle vittime come barometro morale

Una volta Benjamin Disraeli affermò che esistono tre tipi di bugie: le bugie, le dannate bugie e le statistiche. I dati sulle vittime citati in queste settimane dai giornali corrispondono a tutte e tre. Le cifre offerte non sono credibili, la percentuale di civili colpiti è ignota, e il loro significato complessivo è offuscato dall'astrazione dal contesto.

venerdì 1 agosto 2014

L'attacco su Shijaiyah? Israele non c'entra niente: è colpa di Hamas

di Thomas Wictor*

Ho deciso di non attendere il rilascio da parte dell'Israeli Defense Force di una dichiarazione ufficiale circa quanto accaduto nel sobborgo di Shijaiyah, vicino a Gaza City, lo scorso 30 luglio. Vedrete voi stessi un massacro auto-inflitto che non dovrebbe mai succedere, e per il quale Hamas è interamente da biasimare.
Tutti i notiziari del pianeta hanno parlato di un «attacco aereo su un via commerciale affollata», con connesso attacco successivo sulle ambulanze sopraggiunte per prestare soccorso. Entrambe le accuse sono infondate.
Partiamo da un breve filmato amatoriale, che mostra il primo "attacco":