mercoledì 27 agosto 2014

Hanno vinto i (filo)palestinesi

Purtroppo questa battaglia è stata vinta dai filopalestinesi. E non mi riferisco alla "Guerra dei 50 giorni", messa in freezer dal Cessate il Fuoco proclamato ieri sera fra Hamas e Gerusalemme: di questo conflitto purtroppo torneremo a parlare fra qualche mese, quando il concesso allargamento dei varchi che ogni giorno sono attraversati dai camion provenienti da Israele, fornirà nuovi materiali da costruzione che scommettiamo saranno usati "impropriamente" da Hamas.
Qualche mese fa ci siamo occupati del caso SodaStream: la società che produce il popolare impianto per la realizzazione domestica di bevande gassate. Un'azienda di successo, con i suoi 1500 dipendenti e i 13 impianti di produzione; fra cui quello dibattuto di Ma'ale Adumim. La contesa, s'intende, è sollevata dagli attivisti del movimento di boicottaggio dello stato israeliano; non certo dai dipendenti palestinesi che lavorano nello stabilimento situato nel West Bank: ben felici di vantare una occupazione che garantisce loro una invidiabile retribuzione.
Ma per essi, si avvicina il giorno in cui sarà timbrato l'ultimo cartellino: come si apprende oggi, i 900 dipendenti dello stabilimento di Ma'ale Adumim saranno licenziati, e l'impianto sarà chiuso; o meglio, trasferito nei pressi della località di Lahavim, nel Negev. Un'area incontestabilmente israeliana, a meno che si condivida l'indirizzo di Hamas, che intende inpossessarsi di tutto Israele, "dal fiume al mare" (ma anche Abu Mazen in passato ha manifestato propositi analoghi).


L'operazione è prevista nel 2015. Fra pochi mesi, dunque, 900 famiglie palestinesi perderanno la preziosa fonte di lavoro. Tornano in mente le parole di un ex dipendente palestinese di Ramallah, che sospirò: «chi cerca di aiutare il popolo palestinese, finisce per penalizzarlo».
Dunque, hanno vinto i filo-palestinesi, ma hanno perso i palestinesi. Che potranno sempre proporsi al reclutamento di nuove leve per il fondamentalismo islamico. Hamas paga molto bene; e anche l'OLP sostiene generosamente le famiglie degli aspiranti terroristi.

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