Visualizzazione post con etichetta crimini di guerra. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta crimini di guerra. Mostra tutti i post

lunedì 25 agosto 2014

L'UNRWA viola il diritto internazionale?

di Gal Sion*

Nell'ambito del conflitto a Gaza si sono registrati diversi incidenti che hanno sollevato il forte sospetto che l'UNRWA stia ripetutamente violando il diritto internazionale, sostenendo Hamas nella sua lotta armata nei confronti di Israele.
Qui in basso esaminerò cosa è possibile fare per confermare il summenzionato sospetto, e quali sono le obbligazioni legali e morali delle Nazioni Unite nella gestione del caso.


Personalità giuridica

L'UNRWA è un'agenzia delle Nazioni Unite. Occasionalmente collabora con stati sovrani in nome proprio, il che implica che assume il rango di entità internazionalmente riconosciuta, soggetto pertanto al diritto internazionale. In ogni caso, il personale dell'UNRWA è assunto alle dipendenze delle Nazioni Unite, e la stessa UNRWA è soggetta all'indirizzo dell'ONU; pertanto, gli atti dell'UNRWA possono addossare responsabilità  in capo all'ONU, dal momento che quest'ultima è un'organizzazione internazionale con una personalità giuridica internazionalmente riconosciuta. Sull'immunità vedasi più in basso.

lunedì 28 luglio 2014

I crimini di guerra di Hamas

Monta l'indignazione per la condotta spregiudicata dell'organizzazione terroristica che con un colpo di stato ha assunto il potere a Gaza nel 2007. Non solo Hamas ha colpito le comunità dell'Israele meridionale, non solo l'ha fatto da aree densamente abitate; ma si è fatto scudo con il corpo di civili innocenti, messi in questo modo in serio pericolo. E mentre le autorità israeliane invitavano la popolazione civile a trovare riparo nei bunker antimissile, gli estremisti palestinesi inducevano la popolazione a fare da bersaglio; probabilmente perché i bunker erano interamente impiegati per nascondere missili, razzi e munizioni.
Come sintetizza efficacemente la vignetta, Hamas non si duole delle perdite di civili; al contrario, si appunta simbolicamente al petto una medaglia per ogni uomo, donna o bambino palestinese periti in quanto tragici "effetti collaterali" di questa guerra. Una delle tante gallerie scavate in questi anni nel sottosuolo di Gaza - a più di 30 metri di profondità, grazie al cemento fornito da Israele e alle competenze tecniche degli ingegneri nordcoreani - rappresenta mediamente un costo di 3 milioni di dollari. Ripeto: mentre dai valichi di Erez e Kerem Shalom il governo di Gerusalemme autorizzava l'ingresso di cemento e materiali da costruzione per uso civile, l'Occidente finanziava la dirigenza palestinese, che impiegava ingenti mezzi nella ramificazione bellica del sottosuolo della Striscia. Si consideri che con le somme investite nella costruzione di un solo tunnel, avrebbero potuto essere costruite 86 case, 6 scuole e 19 cliniche. E che fino ad ora l'Israeli Defense Force ha trovato più di 30 gallerie: facilmente immaginabile il sacrificio subito dal popolo israeliano, in nome dell'odio di Israele. Quanto benessere sarebbe stato garantito con l'equivalente di 100 milioni di dollari?

domenica 20 luglio 2014

La guerra immorale di Hamas

La guerra porta sempre con se' il suo carico di dolore, devastazioni e lutti; per cui sarebbe ingenuo o ipocrita credere che l'ultimo conflitto scatenato e perpetrato da Hamas , fosse diverso rispetto a quelli deflagrati in passato nell'area. Ciò non toglie che in tutte le guerre sia sempre stato rispettato un codice etico; una moralità che escludeva condotte palesemente ripugnanti, ancor prima che le stesse fossero censurate dal codice di guerra. Più volte Hamas in questi giorni sta violando senza scrupoli un codice non scritto ma rispettato da anni.
Così, mentre l'aviazione israeliana si è preoccupata di avvisare i civili sciaguratamente residenti negli obiettivi terroristici di evacuare prima dello strike, al punto da abortire il bombardamento in presenza di uomini, donne e bambini privi di divisa; Hamas non ha esitato a macchiarsi di condotte esecrabili:

giovedì 17 ottobre 2013

Israeliani razzisti (e spioni), palestinesi tradizionalisti

Ogni guerra ha la sua connotazione di orrori legati agli abusi dei soldati sui civili. La guerra civile in Siria ha rivelato al mondo la tragedia di ragazze private della loro dignità e strappate dalle loro vite, per essere consegnate ai jihadisti affinché ne fosse saziato il "bisogno sessuale". Ragazze stuprate, e poi abbandonate come una vecchia lavatrice inutile e ingombrante; spesso, ammalatesi di AIDS. Tutti i conflitti recano con se' questa tragedia, nessuno escluso. Recita Wikipedia: «Si stima che durante la guerra in Bosnia ed Erzegovina tra le 20 000 e le 50 000 donne furono violentate. La maggioranza delle vittime delle violenze erano donne musulmane stuprate dai soldati serbi. [Le donne] subivano stupri di gruppo in strada, nelle loro case e/o di fronte alle loro famiglie. Gli stupri di guerra furono ordinati dagli ufficiali come parte della pulizia etnica, per obbligare il gruppo etnico oggetto delle violenze ad andarsene dalla regione»

lunedì 24 dicembre 2012

Crimini di guerra a Gaza

L'attività terroristica a Gaza ha raggiunto un livello particolarmente elevato, se anche un'organizzazione spesso parziale come Human Right Watch ha sentito il bisogno di lanciare l'allarme sull'escalation sperimentata nella Striscia durante il mese di novembre. Addirittura HRW ha additato Hamas, il Jihad Islamico e il FPLP come organizzazioni «terroristiche», sfuggendo al politicamente corretto che porta i media e le ONG occidentali a definire militanti o semplici combattenti, chi attenta alla vita altrui.
Il direttore della sezione mediorientale di HRW non ha esitato a denunciare l'atteggiamento deliberatamente criminale di Hamas prima e durante l'operazione "Pillar of Defense" lo scorso agosto: «gruppi armati palestinesi hanno esplicitato la volontà di colpire la popolazione civile [...] sparando missili e razzi da aree densamente popolate, nei pressi di abitazioni, fabbricati industriali e alberghi, esponendo la popolazione locale al rischio di essere esposti alla reazione israeliana». E ancora: «il diritto di guerra vieta gli attacchi di rappresaglia contro la popolazione civile nemica. Ciò dimostra l'intento di commettere un crimine di guerra».

martedì 18 dicembre 2012

Crimini di guerra in Medio Oriente

Articolo scritto il 15 novembre, in piena operazione Pillar of Defense. Nelle ore successive, abbiamo visto terroristi trasportati da veicoli con la scritta "Stampa", capi terroristi che si nascondevano nei palazzi utilizzati dalla stampa internazionale, militanti che hanno lanciato attacchi da mosche e campi sportivi; mentre dall'altro lato, militari abortivano le operazioni all'ultimo secondo per la contiguità di persone che passavano nelle contiguità di obiettivi militari, migliaia di volantini scritti in arabo lanciati dagli aerei prima degli strike, e ospedali israeliani che si prendevano cura dei feriti civili che non trovavano ospitalità negli ospedali palestinesi, destinati prioritariamente ai terroristi (Hamas aveva quartier generale nei seminterrati del principale nosocomio di Gaza; costruito, ironia della sorte, durante l'occupazione israeliana).

di David French*

Se il passato farà ancora una volta da guida, c'è da scommettere che le crescenti ostilità a Gaza saranno seguire da pressioni internazionali affinché Israele si contenga, da accuse infondate di crimini di guerra da parte dello stato ebraico, e forse anche da minacce di ricorso alla Corte Penale Internazionale. Prima che i clamori montino, è ben ricordare cosa sancisce il Diritto di Guerra (LOAC: Law of Armed Conflict) per Gaza.