Malala Yousafzai è una giovane attivista pakistana, che combatte contro l'oscurantismo talebano e per l'emancipazione delle donne del suo Paese. Recita Wikipedia: «Il 9 ottobre 2012 è stata gravemente ferita alla testa e al collo da uomini armati saliti a bordo del pullman scolastico su cui lei tornava a casa da scuola. Ricoverata nell'ospedale militare di Peshawar, è sopravvissuta all'attentato dopo la rimozione chirurgica dei proiettili. Ihsanullah Ihsan, portavoce dei talebani pakistani, ha rivendicato la responsabilità dell'attentato, sostenendo che la ragazza “è il simbolo degli infedeli e dell'oscenità”; il leader terrorista ha poi minacciato che, qualora sopravvissuta, sarebbe stata nuovamente oggetto di attentati». Degna di ricevere un premio Nobel per la Pace, ma ci deve essere senz'altro qualche candidato vivente più autorevole.
Forse Denis Mukwege, il ginecologo congolese che assiste da 15 anni le donne vittime di stupro ad opera ad opera delle milizie ribelli. La solita Wikipedia elogia l'operato del medico africano, arrivato ad operare migliaia di donne: fino a 10 interventi in una giornata lavorativa di 18 ore. Impegno lodevole e commovente, ma l'Occidente ha bisogno di ben altro per commuoversi e concedere l'ambito riconoscimento: bisogna cercare qualcuno che regga il confronto con il presidente Obama; o, per salire a ritroso, con El Baradai, che ha consentito al regime iraniano di lavorare alla sua bomba atomica, senza subire le fastidiose intromissioni del mondo occidentale; o prima ancora con Jimmy Carter, che presto perderà il poco ambito riconoscimento di peggior presidente democratico statunitense, proprio a vantaggio dell'attuale inquilino della Casa Bianca; o ancora - ci sia consentito l'irriguardoso accostamento - con Yasser Arafat.
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martedì 8 ottobre 2013
martedì 22 marzo 2011
Obama: "Il presidente non ha il potere di autorizzare un attacco militare"

Mal di pancia a ripetizione per Obama e per i democratici americani: spunta un'intervista di dicembre 2007 in cui al simpatico senatore junior dell'Illinois veniva chiesto se la Costituzione americana autorizzasse il presidente ad un attacco unilaterale, senza l'autorizzazione preventiva del Congresso, come quello che si vociferava fosse imminente nei confronti dell'Iran.
Obama: ‘President Does Not Have Power Under Constitution to Unilaterally Authorize a Military Attack’ | CNSnews.com
Inappellabile la risposta di Obama: a meno di una minaccia concreta, attuale o imminente, per gli Stati Uniti, il presidente non può agire unilateralmente senza il via libera del Congresso.
Proprio come fatto con la Libia, no?...
Nel frattempo Michael Moore suggerisce ad Obama di restituire il premio Nobel per la pace.
Come Leonardo dal Milan all'Inter, alcuni ipotizzano che Obama sarà il prossimo candidato repubblicano per le elezioni del 2012: dichiara guerre, manda altri soldati, mantiene aperta Guantanamo, aiuta le banche e se ne fotte se il paese va in malora...
domenica 20 marzo 2011
Obama se la spassa in Brasile

In soli due anni, il Nobel per la Pace:
ha triplicato il numero dei soldati americani in Afghanistan;
è ancora in Iraq;
ha bombardato circa 200 volte il Pakistan;
sta bombardando la Libia
(Fonte: Il Foglio)
e non ha alcuna intenzione di chiudere Guantanamo.
L'idolo degli orfani di Bush. Sarah Palin in confronto è la killer del tiro al bersaglio dei luna park!
E nel frattempo se la spassa in Brasile.
Lo staff della Casa Bianca però ci tranquillizza: Obama NON è vegetariano!

(meno male, il premio Nobel per la pace vegana vacillava...)
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