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martedì 18 febbraio 2014

Israele viola la Convenzione di Ginevra?

di Michael Curtis*

Una visita al Museo della Scienza e dell'Industria di Chicago suscita alcune riflessioni circa le accuse di crimini di guerra mosse da certi ambienti ad Israele, ritenuto reo di violare le Convenzioni Internazionali di Ginevra del 1929 e del 1949. Il museo ospita l'U Boat 505, di fabbricazione tedesca: il sottomarino che dava la caccia alle imbarcazioni americane e alleate nei mari dell'Africa Occidentale durante la II Guerra Mondiale. L'U Boat fu l'unico sottomarino catturato dalla flotta navale americana: intercettato dall'USS Chatelain nel Giugno 1944, fu rimorchiato verso Bermuda.
L'aspetto rilevante è che la Marina americana catturò non solo l'intero equipaggio, ma sequestrò anche due apparecchiatura Enigma: lo strumento che consentiva di decrittare i messaggi in codice tedeschi. Comprendendo la rilevanza di Enigma, l'ammiraglio Ernest J. King, responsabile delle operazioni navali e Comandante in Capo della flotta americana, emise un ordine che rese segreta la cattura dell'U Boat 505. Egli non voleva che i nazisti comprendessero che il loro sistema di codifica fosse entrato in mano al nemico, rendendo così necessario il suo accantonamento. King sapeva che questa condotta violata la Terza Convenzione di Ginevra, relativa al trattamento dei prigionieri, e stilata il 27 luglio 1929. I suoi ordini comportarono che la Croca Rossa non fu informata della cattura e delle identità dei tedeschi arrestati.
All'articolo 36, la Convenzione recita: «entro e non oltre una settimana dall'arrivo nei campi (di prigionia, NdT), e similmente in caso di malattia, ogni prigioniero deve essere messo in condizione di comunicare con la sua famiglia, la quale deve essere informata della sua cattura e dello stato di salute». Sebbene i prigionieri tedeschi fossero ben trattati, essi erano isolati dal resto dei prigionieri e non erano in grado di comunicare con le rispettive famiglie. Ma il comportamento di King riuscì nell'intento: la marina del Reich informò le famiglie che l'equipaggio dell'U Boat era da considerarsi deceduto. L'ammiraglio King evidentemente violò la Convenzione del 1929, ma lo fece al chiaro scopo di ridurre la minaccia nazista, salvaguardare la sicurezza nazionale e infine vincere la guerra.
L'aspetto essenziale è se il conseguimento di un simile importante risultato giustificasse la violazione. Nel prendere la sua decisione, King non poteva essere in alcun modo accusato di crimini di guerra: la stessa Convenzione del 1929 non indicava come tale la violazione delle sue norme.