«L'assassinio di Shlomit Krigman e il ferimento di un'altra donna, lunedì, a Beit Horon; avrebbe potuto essere evitato se Israele disponesse di una barriera difensiva più efficace. Che barriera è quella che può essere scavalcata o aggirata? non abbiamo bisogno di una barriera per le capre: ci serve un muro di separazione che impedisca l'ingresso dei terroristi».
L'ha affermato non Naftali Bennet, adorato dai coloni israeliani; non Avingdor Lieberman, il "falco" del Likud scaricato da Netanyahu proprio per le sue posizioni intrasingente. L'ha dichiarato oggi il leader dell'opposizione israeliana, il pacioso Isaac Herzog, tanto amato dalle cancellerie europee, e sponsorizzato massicciamente dalla Casa Bianca prima del fiasco subito alle ultime elezioni di Gerusalemme.
Herzog è andato oltre: negando il suo pedigree di ebreo buono, pronto a donare tutto in cambio di nulla, ha aggiunto che la barriera dovrebbe essere completamente elettrificata. E se il governo non interverrà in tal senso, vuol dire che è molle, ha chiosato.
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martedì 26 gennaio 2016
Negazionismi
domenica 6 ottobre 2013
Rende bene "amministrare" i palestinesi
Come è noto Mahmūd Abbās, meglio noto al mondo occidentale per il nome di battaglia autoassegnatosi di Abu Mazen, è presidente dell'OLP, presidente del partito Al Fatah, nonché dal 2005 presidente dell'autorità nazionale palestinese (organo nato dagli Accordi di Oslo del 1993, e di fatto cestinati e sepolti dai palestinesi negli ultimi dodici mesi). Come ricorda sconsolata Wikipedia, «pur essendo il suo mandato scaduto a gennaio 2009, egli è ancora in carica, poiché ha prorogato unilateralmente la durata del suo mandato in base ad una clausola costituzionale e poi è rimasto al suo posto alla scadenza della proroga». Un despota a tutti gli effetti, inviso al suo stesso popolo, che ha chiarito il proprio orientamento con le elezioni amministrative tenutesi un annetto fa, da cui il partito di Abu Mazen è uscito sonoramente sconfitto. Ma ciò non gli impedisce di mantenere cariche scadute da quasi cinque anni: la necessità di ammassare ricchezza e potere possono ben far derogare ad un supremo principio democratico. D'altro canto, hanno aspettato così tanto tempo, i palestinesi; che non sarà un oltraggio per essi subire un simile congelamento delle istituzioni. E poi, se l'Occidente non ha nulla da obiettare - salvo contestare un giorno sì e l'altro pure il governo legittimamente rinnovato di Gerusalemme; quello sì... - andrà bene per tutti.
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