di Gavin Kadey*
Al termine dell'ultimo conflitto mondiale, le perdite fra gli americani furono considerevoli: circa 420.000 vittime, di cui dodici mila civili. Poco, in confronto alle vittime giapponesi: fra 2,6 e 3,2 milioni di persone. Ma questa è la guerra, e il fine giustifica i mezzi. Qualcuno ha mai denunciato la risposta sproporzionata degli americani?
Nel 1990 l'Iraq di Saddam Hussein invade il Kuwait e la coalizione guidata dagli Stati Uniti giunge in soccorso dei kuwaitiani. Restano per terra circa 28.000 iracheni, fra cui 3000 civili. La coalizione perde in tutto 500 anime. Qualcuno si spinse a denunciare la risposta sproporzionata del mondo libero?
Al termine della Guerra di Corea, gli americani persero 35.000 soldati; i coreani, nel complesso, più di un milione. C'è qualche libro di storia che punta il dito contro gli americani?
Durante la Seconda Guerra Mondiale, i tedeschi persero 7 milioni e mezzo di vite, secondo le statistiche ufficiali; metà delle quali civili. Gli alleati nel complesso sacrificarono un milione di persone. Fu la loro azione sproporzionata? E sì che gli alleati deliberatamente colpirono le città e obiettivi civili, nel tentativo di porre fine quanto prima alle ostilità.
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giovedì 14 aprile 2016
venerdì 12 giugno 2015
Israele e la verità sui "500 bambini palestinesi uccisi"
di Thomas Wictor*
A quasi un anno dalla fine dell'operazione Margine Protettivo, gli odiatori di Israele tentano ancora una volta la ridicola accusa secondo cui lo stato ebraico avrebbe ucciso oltre cinquecento bambini durante le ostilità. Il numero effettivo non si conoscerà mai, ma è giunta l'ora una volta e per tutte di mettere a tacere questa frottola.
A tal fine, farò impiego dell'elenco dei nomi reso noto dall'Al-Mezan Center for Human Rights (AMCHR): un conteggio che proviene direttamente dal ministero della salute (MoH) palestinese. E da subito si scorgono le prime incongruenze, come evidenzia la freccia verde:
L'AMCHR afferma che sono stati uccisi 504 bambini, ma ne elenca 317 maschi e 190 femmine. Sono 507, non 504. Si ha la prima evidenza di come la stampa non fa altro che riportare sotto dettatura palestinese. Al Telegraph nonsi sono neanche presi la briga di conteggiare i nomi; ne' l'AMCHR si è curato di farlo. Questa è propaganda, e anche abbastanza sciatta.
A quasi un anno dalla fine dell'operazione Margine Protettivo, gli odiatori di Israele tentano ancora una volta la ridicola accusa secondo cui lo stato ebraico avrebbe ucciso oltre cinquecento bambini durante le ostilità. Il numero effettivo non si conoscerà mai, ma è giunta l'ora una volta e per tutte di mettere a tacere questa frottola.
A tal fine, farò impiego dell'elenco dei nomi reso noto dall'Al-Mezan Center for Human Rights (AMCHR): un conteggio che proviene direttamente dal ministero della salute (MoH) palestinese. E da subito si scorgono le prime incongruenze, come evidenzia la freccia verde:
L'AMCHR afferma che sono stati uccisi 504 bambini, ma ne elenca 317 maschi e 190 femmine. Sono 507, non 504. Si ha la prima evidenza di come la stampa non fa altro che riportare sotto dettatura palestinese. Al Telegraph nonsi sono neanche presi la briga di conteggiare i nomi; ne' l'AMCHR si è curato di farlo. Questa è propaganda, e anche abbastanza sciatta.
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giovedì 16 aprile 2015
Hamas è impegnata a preparare la prossima guerra di Gaza
Fervono i preparativi per la prossima guerra di Gaza da parte di Hamas. L'organizzazione terroristica che governa la Striscia di Gaza si è dotata dei potenti Bagger 288, escavatori pesanti di fabbricazione tedesca capaci di svolgere il lavoro di diecine di braccia umane. Perplessità fra la popolazione locale: la scorsa estate diversi residenti di Gaza sono stati prelevati forzosamente dalle rispettive residenze, per essere condotti su un luogo di lavoro in seguito specificato, rivelatosi poi l'imboccatura di una delle oltre mille gallerie che hanno portato il terrore nelle comunità meridionali di Israele. Si stima che oltre 160 bambini abbiano perso la vita, per scavare a mani nude i tunnel di Hamas: le organizzazioni per i diritti del fanciullo tireranno un sospiro di sollievo. Il Bagger 288 scava più velocemente, ed è in grado di realizzare perforazioni più sottili.
giovedì 19 febbraio 2015
L’esercito dei bambini di Hamas
di Khaled Abu Toameh*
Negli ultimi mesi i capi di Hamas hanno lamentato la mancanza di fondi per la ricostruzione di Gaza, colpita dall’ultima guerra combattuta contro Israele. Tuttavia, sembra che Hamas abbia fondi a sufficienza per addestrare, armare e indottrinare migliaia di ragazzi e persino bambini palestinesi.
Mentre migliaia di famiglie palestinesi che hanno perduto la loro casa continuano a vivere in rifugi di emergenza in tutta la Striscia di Gaza, Hamas di recente ha istituito 18 campi di addestramento militare. L’iniziativa, dal nome “Le avanguardie della liberazione”, ha attirato circa 17.000 ragazzi, di età compresa fra 15 e 21 anni. Le reclute sono state addestrate all’utilizzo di diverse armi: incluse pistole, fucili e mortai. Sono stati “istruiti” circa la necessità di eliminare Israele e «ripristinare i diritti dei palestinesi».
Samir Abu Aitah, un palestinese di 15 anni arruolato nella milizia di Hamas, dichiara: «ora provo una enorme felicità, perché mi hanno insegnato come impiegare un’arma, in modo che possa unirmi nella lotta contro l’occupazione. Gli ebrei hanno ucciso migliaia di persone innocenti, ed è per questo che ho deciso di unirmi al sentiero della guerra santa. Vogliamo espellere gli ebrei dalla nostra terra occupata». Un altro ragazzino di 15 anni, Mahmoud al-Kurd, ammette di essersi divertito a maneggiare le armi ai campi di Hamas: «il nostro nemico conosce una sola lingua: quella delle lame». Un amico di Al-Kurd's friend, Ismail Elayan, anch’egli quindicenne, rivela ai giornalisti che hanno raggiunto il campo: «ho deciso di aderire perché questo spianerà la strada verso la liberazione della nostra terra. È questo il nostro obiettivo principale».
Negli ultimi mesi i capi di Hamas hanno lamentato la mancanza di fondi per la ricostruzione di Gaza, colpita dall’ultima guerra combattuta contro Israele. Tuttavia, sembra che Hamas abbia fondi a sufficienza per addestrare, armare e indottrinare migliaia di ragazzi e persino bambini palestinesi.
Mentre migliaia di famiglie palestinesi che hanno perduto la loro casa continuano a vivere in rifugi di emergenza in tutta la Striscia di Gaza, Hamas di recente ha istituito 18 campi di addestramento militare. L’iniziativa, dal nome “Le avanguardie della liberazione”, ha attirato circa 17.000 ragazzi, di età compresa fra 15 e 21 anni. Le reclute sono state addestrate all’utilizzo di diverse armi: incluse pistole, fucili e mortai. Sono stati “istruiti” circa la necessità di eliminare Israele e «ripristinare i diritti dei palestinesi».
Samir Abu Aitah, un palestinese di 15 anni arruolato nella milizia di Hamas, dichiara: «ora provo una enorme felicità, perché mi hanno insegnato come impiegare un’arma, in modo che possa unirmi nella lotta contro l’occupazione. Gli ebrei hanno ucciso migliaia di persone innocenti, ed è per questo che ho deciso di unirmi al sentiero della guerra santa. Vogliamo espellere gli ebrei dalla nostra terra occupata». Un altro ragazzino di 15 anni, Mahmoud al-Kurd, ammette di essersi divertito a maneggiare le armi ai campi di Hamas: «il nostro nemico conosce una sola lingua: quella delle lame». Un amico di Al-Kurd's friend, Ismail Elayan, anch’egli quindicenne, rivela ai giornalisti che hanno raggiunto il campo: «ho deciso di aderire perché questo spianerà la strada verso la liberazione della nostra terra. È questo il nostro obiettivo principale».
martedì 15 luglio 2014
A sorpresa il supporto va ad Israele, non ad Hamas
di Daniel Pipes*
Il recente attacco di Hamas nei confronti di Israele he prevedibilmente scatenato la congregazione di nazionalisti palestinesi, filo-islamici, sinistra e antisemiti che non vedevano l'ora di colpire Israele. Ma, a sorpresa, lo stato ebraico sta beneficiando di sostegno, o quantomeno di obiettività ed equilibrio da parte di fonti inimmaginabili:
- Il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon: «Affrontiamo oggi il rischio di una escalation in Israele e a Gaza, con la minaccia concreta di una offensiva di terra, evitabile soltanto se Hamas smetterà di lanciare i suoi missili».
- Le forze di sicurezza libanesi hanno arrestato due persone per aver sparato razzi verso Israele.
- Le forze di sicurezza egiziane hanno sequestrato 20 razzi che stavano per essere contrabbandati a Gaza.
- Mahmoud Abbas, presidente dell'autorità palestinese, ha partecipato ad una "conferenza di pace" promossa da Haarez in Israele il giorno dell'inizio dei combattimenti*, e ha fatto infuriare Hamas per la disponibilità di continuare il dialogo con il governo israeliano.
- Il ministro degli Esteri giordano Nasser Judeh ha implorato Israele a "cessare immediatamente l'escalation", ma ha equilibrato questa affermazione chiedendo il "ripristino della piena calma, evitando di coinvolgere i civili, e il ritorno a negoziati diretti".
- Il presidente francese François Hollande ha fornito a Netanyahu il supporto più accorato fra tutti i leader stranieri, nel momento in cui ha garantito al leader israeliano che "la Francia condanna risolutametne gli attacchi" ai danni degli israeliani, esprimendo "la solidarietà della Francia per i missili sparati da Gaza. Il governo israeliano deve adottare tutte le misure necessarie per proteggere la popolazione dalle minacce".
Il recente attacco di Hamas nei confronti di Israele he prevedibilmente scatenato la congregazione di nazionalisti palestinesi, filo-islamici, sinistra e antisemiti che non vedevano l'ora di colpire Israele. Ma, a sorpresa, lo stato ebraico sta beneficiando di sostegno, o quantomeno di obiettività ed equilibrio da parte di fonti inimmaginabili:
- Il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon: «Affrontiamo oggi il rischio di una escalation in Israele e a Gaza, con la minaccia concreta di una offensiva di terra, evitabile soltanto se Hamas smetterà di lanciare i suoi missili».
- Le forze di sicurezza libanesi hanno arrestato due persone per aver sparato razzi verso Israele.
- Le forze di sicurezza egiziane hanno sequestrato 20 razzi che stavano per essere contrabbandati a Gaza.
- Mahmoud Abbas, presidente dell'autorità palestinese, ha partecipato ad una "conferenza di pace" promossa da Haarez in Israele il giorno dell'inizio dei combattimenti*, e ha fatto infuriare Hamas per la disponibilità di continuare il dialogo con il governo israeliano.
- Il ministro degli Esteri giordano Nasser Judeh ha implorato Israele a "cessare immediatamente l'escalation", ma ha equilibrato questa affermazione chiedendo il "ripristino della piena calma, evitando di coinvolgere i civili, e il ritorno a negoziati diretti".
- Il presidente francese François Hollande ha fornito a Netanyahu il supporto più accorato fra tutti i leader stranieri, nel momento in cui ha garantito al leader israeliano che "la Francia condanna risolutametne gli attacchi" ai danni degli israeliani, esprimendo "la solidarietà della Francia per i missili sparati da Gaza. Il governo israeliano deve adottare tutte le misure necessarie per proteggere la popolazione dalle minacce".
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lunedì 14 luglio 2014
Israele sta innalzando lo standard morale dei conflitti
di Will Saletan, Slate*
Gli strike aerei israeliani a Gaza hanno mietuto più di cento vittime. Nel mondo c'è preoccupazione: legittima, dal momento che la guerra è sempre orribile, e qualunque numero di vittime dovrebbe scuoterci. Ma dal momento che il conflitto è ancora in essere, soffermiamoci sulla questione di come minimizzare le vittime civili, oggi e in futuro. Quanto brutta è questa guerra rispetto alle altre? e sono gli attacchi israeliani davvero indiscriminati?
Anzitutto, non bisogna farsi trascinare dal proprio amore o odio per Israele. Dobbiamo costruire un set di regola da applicare a questo e ad altri conflitti futuri. In secondo luogo, la condotta di Hamas è fuori discussione: Hamas respinge la stessa idea di risparmiare i civili. Per cui non ha senso invocare uno standard di comportamento migliore di quello di Hamas. Soffermiamoci invece su quello che fa Israele.
Gli strike aerei israeliani a Gaza hanno mietuto più di cento vittime. Nel mondo c'è preoccupazione: legittima, dal momento che la guerra è sempre orribile, e qualunque numero di vittime dovrebbe scuoterci. Ma dal momento che il conflitto è ancora in essere, soffermiamoci sulla questione di come minimizzare le vittime civili, oggi e in futuro. Quanto brutta è questa guerra rispetto alle altre? e sono gli attacchi israeliani davvero indiscriminati?
Anzitutto, non bisogna farsi trascinare dal proprio amore o odio per Israele. Dobbiamo costruire un set di regola da applicare a questo e ad altri conflitti futuri. In secondo luogo, la condotta di Hamas è fuori discussione: Hamas respinge la stessa idea di risparmiare i civili. Per cui non ha senso invocare uno standard di comportamento migliore di quello di Hamas. Soffermiamoci invece su quello che fa Israele.
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sabato 19 marzo 2011
La cosa

Indovinello: che cos'é quella cosa che vuole la CGIL, che la caldeggia Veltroni, che la rivuole D'Alema, la ammette Bersani, la caldeggia Vendola, la desidera persino Di Pietro e l'auspica Napolitano; ma che se alla Casa Bianca ci fosse stato Bush, non l'avrebbe voluta nessuno, perché brutta e sporca?...
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