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martedì 25 ottobre 2011

Brevi dal MENA



Nasrallah, leader dell'organizzazione terroristica islamica Hezbollah, di stanza nel sud del Libano e nel governo di Beirut; ieri ha attaccato ancora una volta Israele, sostenendo che rappresenti una minaccia per il Medio Oriente. Bizzarro: prima di ieri si sarebbe detto che è buona parte del Medio Oriente a rappresentare una minaccia per la sopravvivenza di Israele.
"Israele è uno stato razzista", ha aggiunto Nasrallah. Come conciliare questa rocambolesca affermazione con il fatto che il 20% della popolazione israeliana è araba, che le minoranze sono parte attiva della società, e che in nessun altro stato del Medio Oriente è possibile professare liberamente tutte le religioni monoteiste, come in Israele?



Il partito integralista islamico Nahda ha vinto le elezioni in Tunisia, con proiezioni comprese fra il 40 e il 55%. Può governare da solo, o al peggio guidare un governo di coalizione. Il partito Tekatil, di centro sinistra, è arrivato secondo; terzo un partito guidato da un attivista per i diritti umani. Delude il partito di sinistra, fiero avversario di Nahda.
Per la Tunisia sembrava si stesse mettendo male. Si metterà peggio.

E intanto in Libia il capo del governo afferma: "la legge sul divorzio e sulla monogamia sono contrarie alla shaaria e saranno pertanto abrogate".
Per le donne del nord Africa è un incubo che diventa realtà. La sottomissione (traduzione di "islam") totale e assoluta è dietro l'angolo




La liberazione di Gilad Shalit è una pugnalata allo stomaco delle famiglie delle vittime dei terroristi e criminali rilasciati dalle carceri israeliane, d'accordo; è una vittoria per la vita e per chi la esalta e onora. Ma è soprattutto una sconfitta per la miriade di ONG (da Amnesty International a Human Right Watch) che non hanno mai messo il caso del caporale sequestrato in Israele da Hamas fra le priorità da affrontare. E' una dichiarazione di fallimento, per esse.

lunedì 21 marzo 2011

La protesta si accend in Siria, mentre il MENA si islamizza



Anche in Siria Assad è (giustamente) in seria difficoltà. E nessun manifestante brucia bandiere americane o israeliane. Non ce l'hanno con i sionisti o gli imperialisti (e dire che per tanti anni i politicamente corretti hanno cercato di far passare la tesi secondo cui i problemi del Medio Oriente risiedono nel conflitto fra Israele e palestinesi): ce l'hanno proprio con i loro corrotti governanti!

E in Egitto il popolo si avvia ad un regime di coabitazione fra gli eredi del PND di Mubarak, spalleggiati dall'esercito, e la Fratellanza Musulmana: gli unici pronti per le elezioni di giugno.
Mentre in Libia, se Gheddafi sarà effettivamente neutralizzato (speriamo di sì, senno' poveri noi...) sarà smembrata e consegnata alle tribù che faranno affari sanguinosi con l'Occidente.
Sullo sfondo la shaaria, che sarà imposta così in tutto il nord Africa.

L'involuzione antidemocratica e islamica dell'Egitto è emblematica, e stridente con i proclami di libertà e democrazia sbandierati entusiasticamente (ma ingenuamente) dall'Occidente.

Il referendum costituzionale in Egitto ha limitato i poteri del presidente, e allargato quelli dell'opposizione, facendo rientrare in gioco i Fratelli Musulmani estromessi da Mubarak da anni. Per contro, non è stata proposta l'abrogazione dell'articolo 2, che recita: «L'islam è la religione dello Stato, l'arabo è la sua lingua ufficiale, la sharia è la fonte principale della sua legislazione».
Anche il popolare (in Occidente) El Baradei, quello che ha consentito l'armamento atomico iraniano con il beneplacito dell'Occidente, è favorevole alla piena introduzione della shaaria in Egitto.

Come mai le donne italiane non hanno niente da dire contro questa prospettiva aberrante per le donne che abitano a poche centinaia di chilometri da casa loro?
Aberrante perché a due passi da casa nostra le donne si avviano ad essere lapidate, frustate, cancellate dalla vita pubblica, private della libertà di guidare un'auto, di studiare, di scegliere il proprio compagno e soprattutto della propria dignità.
Lo prevede la shaaria, la legge coranica che sarà introdotta fra due mesi in Egitto.

In Tunisia è stato sottoscritto un accordo fra esercito, che garantità le prossime elezioni presidenziali, e gli integralisti islamici, che non presenteranno propri candidati ma avranno i ministeri dell'istruzione, della religione e della magistratura.

Qualcuno davvero pensa che per una donna tunisina sia facile raccogliere mille euro per emigrare in Europa? ma neanche se si prostituisse per una vita intera riuscirebbe a racimolare una somma simile. Senza contare che fra qualche settimana, dopo che saranno tenute le elezioni, le donne saranno certamente private del passaporto, e non solo di quello.