martedì 19 luglio 2016

Breaking the Silence ci casca di nuovo

Un'inchiesta condotta dal periodico israeliano "Hamakor" getta nuove ombre su Breaking the Silence, la ONG fondata nel 2004 e finanziata in larga prevalenza dall'Europa che si serve di testimonianze anonime per accusare il governo e le forze armate israeliane.
Ci sono stati sempre molti dubbi sulla credibilità delle accuse mosse da BtS, sempre fermamente respinti dalla ONG. Due giornalisti dell'emittente televisiva Channel 10, pur non nascondendo le loro personali simpatie per BtS, hanno rilevato serie carenze nelle modalità con cui sono condotte le indagini: su 100 testimonianze raccolte e pubblicate da BtS, 20 si sono rivelate palesemente false, 20 gonfiate e 40 non verificabili oggettivamente. Soltanto il 20% delle accuse si è rivelato appropriato; il restante 80% risultando calunnioso e diffamatorio.
Spesso le dichiarazioni fornite dai militari sono maldestramente modificate o tagliate nelle parti più rilevanti, in modo da mettere in cattiva luce l'esercito. Condotte censurabili da parte dell'IDF, costituenti casi isolati e denunciati alle autorità competenti, sono riproposte al pubblico in modo da farle apparire consuetudinarie.