Agence France Presse (AFP), fra le più grandi agenzie di stampa al mondo assieme a Reuters e Associated Press, ha pubblicato un video falso che mostrerebbe l'inondazione della Striscia di Gaza in seguito al diluvio della scorsa settimana, titolando «interi villaggi a Gaza allagati dopo che Israele ha aperto le porte delle dighe». Peccato che Israele non abbia alcuna diga a sud.
L'accusa infondata ha fatto il giro del web e dei media. Più tardi AFP ha ritirato la notizia.
Il video riportava le accuse di Ead Zino, residente a Al-Maghraqa, vicino Gaza: «ogni quattro anni scoppia una guerra, ma qui a Maghraqa ogni anno c'è un'inondazione. L'acqua proviene da Israele. Israele ci vuole distruggere» (in effetti, Ead Zino nell'intervista in arabo si è riferito a «gli ebrei», ma AFP ha tradotto in «Israele»).
Nell'articolo non è stata proposta alcuna replica da parte israeliana, atta a confutare la palese invenzione. L'articolo originario così riportava: «almeno 80 case palestinesi sono state allagate dopo che i livelli di acqua della Gaza Valley sono saliti di quasi tre metri, inducendo le famiglie a cercare altrove riparo, in seguito alla decisione delle autorità israeliane di aprire diverse dighe».
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mercoledì 25 febbraio 2015
mercoledì 18 dicembre 2013
Scandalo: Israele allaga la Striscia di Gaza!
Il maltempo che ha investito il Vicino Oriente è praticamente senza precedenti. Da almeno cento anni non si registravano nevicate così' intense in Israele, in Egitto, in Giordania e nei territori palestinesi. Danni e disagi si sono accumulati, ma buon senso e organizzazione hanno evitato il peggio. Persino la decisione del governo di Gerusalemme di far circolare i mezzi pubblici di sabato, pur urtando la comunità religiosa, è servita a ridurre la paralisi delle grandi città e le difficoltà in cui si è imbattuta una popolazione non del tutto avezza alla neve.
Non sono mancati episodi di grande umanità. Come riportava ieri La Stampa, «Altre barriere sono cadute con la neve e l’emergenza. I valichi di Gaza sono stata aperti per consentire rifornimenti. L’esercito israeliano ha portato soccorsi ovunque, senza distinzioni di etnie, fedi, fronti. Ha spalato e spinto ambulanze impantanate nella neve di Betlemme, ha portato viveri e liberato famiglie intrappolate in auto nelle città e per le strade, israeliane o palestinesi che fossero. Magari si risolvessero sempre così, le emergenze».
Lo stato ebraico è da sempre in prima linea nel fornire supporto logistico e aiuti umanitari nelle gravi emergenze indotte da calamità naturali all'estero. È successo ad Haiti nel 2010, in Turchia due anni fa, entrambi gli stati funestati da terremoti devastanti; ed è successo di recente nelle Filippine, dopo l'IDF ha prestato soccorso.
Non sono mancati episodi di grande umanità. Come riportava ieri La Stampa, «Altre barriere sono cadute con la neve e l’emergenza. I valichi di Gaza sono stata aperti per consentire rifornimenti. L’esercito israeliano ha portato soccorsi ovunque, senza distinzioni di etnie, fedi, fronti. Ha spalato e spinto ambulanze impantanate nella neve di Betlemme, ha portato viveri e liberato famiglie intrappolate in auto nelle città e per le strade, israeliane o palestinesi che fossero. Magari si risolvessero sempre così, le emergenze».
Lo stato ebraico è da sempre in prima linea nel fornire supporto logistico e aiuti umanitari nelle gravi emergenze indotte da calamità naturali all'estero. È successo ad Haiti nel 2010, in Turchia due anni fa, entrambi gli stati funestati da terremoti devastanti; ed è successo di recente nelle Filippine, dopo l'IDF ha prestato soccorso.
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