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giovedì 30 giugno 2011
La barzelletta della Freedom Flotilla
Ogni giorno, in media, Israele assicura l'ingresso a Gaza di circa 6000 tonnellate di beni, fra generi alimentari, farmaci, materiali da costruzione e generi di prima necessità. Una massa di beni equivalente a 260 TIR. 6000 tonnellate, al giorno, tutti i giorni, mediante il valico di Erez.
La "Freedom Flotilla" un anno fa ha trasportato a Gaza 4000 tonnellate di beni, in buona parte alimentari e farmaci scaduti. I due terzi di quanto transita tutti i giorni da Israele alla Striscia di Gaza. La seconda edizione di questa scampagnata farà a meno della presenza del contingente navale organizzato dall'IHH turca, impegnata a fronteggiare la tragedia umana al confine con la Siria. Anche ammettendo che il carico resti il medesimo, si parla di una spedizione che trasporterebbe meno di quanto entra a Gaza ogni giorno.
Evidentemente, lo scopo non è quello di correre in soccorso della popolazione palestinese, già prostrata dalla sanguinosa amministrazione del movimento estremista di Hamas...
Ma forse stiamo tutti sbagliando, e la volenterosa Flotilla si sta dirigendo verso le coste siriane, per denunciare la brutale repressione del regime di Assad. O forse si sta dirigendo proprio verso Gaza, per chiedere conto ai palestinesi della esecuzione di Vittorio Arrigoni. Si fa fatica a credere che si vada a denunciare una "tragedia umanitaria" che non esiste, se si osserva la realtà. Anche una organizzazione certamente non filoisraeliana come la Croce Rossa Internazionale, pavida di fronte al dramma del sequestro di Gilad Shalit, ha ammesso più volte che nella Striscia di Gaza non esiste una emergenza umanitaria.
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domenica 26 giugno 2011
Perché esiste il blocco navale di Gaza
Israele ha lasciato la Striscia di Gaza nel 2005. Gaza è in mano ai palestinesi da allora, e sotto il controllo di Hamas dal 2007. Da allora sono partiti quotidiani gli attacchi verso il sud di Israele. Questo video spiega bene perché esiste il blocco navale al largo della Striscia di Gaza, a cosa serve (ad impedire gli attacchi di Hamas, a permettere alla propria popolazione di vivere in pace) e cosa non impedisce (l'ingresso di generi alimentari, materiali da costruzione, medicinali, tutto all'infuori di armi e munizioni).
Gli attacchi verso la popolazione civile del sud di Israele si sono ridotti ma non sono terminati: i terroristi di Hamas si approvvigionano di missili, granate, razzi e munizioni mediante cunicoli clandestini che collegano l'Egitto alla Striscia di Gaza, e desidererebbero tanto lo sblocco della sorveglianza navale di Gaza onde perseguire con maggiore facilità i propri fini.
Il video in due minuti spiega bene perché è stato istituito a gennaio 2009 il blocco navale di Gaza; un blocco che il diritto internazionale ritiene perfettamente (e comprensibilmente) legittimo:
1) Hamas, che nel 2007 ha esautorato Al Fatah dall'amministrazione di Gaza, conquistando il potere solitario con un colpo di stato, ha sempre negato il diritto di Israele a vivere, e prevede nel suo statuto la distruzione violenta dello stato confinante, e la morte dei suoi abitanti;
2) la maggior parte delle armi perviene ad Hamas via mare; questo soprattutto prima che il valico meridionale di Rafah fosse riaperto dagli egiziani. E' notizia di qualche settimana fa il sequestro del contenuto - cinquanta mila armi! - della nave "Victoria", proveniente dall'Iran;
3) le navi che entrano nelle acque territoriali controllate dalla marina israeliana sono scortate fino al porto di Ashdod, dove attraccano affinché venga verificato il contenuto. Dopodiché, una volta accertata l'assenza di armi e munizioni, proseguono la navigazione verso Gaza;
4) in alternativa, Israele si impegna a sue spese a trasportare le merci destinate a Gaza, mediante propri mezzi, e fino a destinazione, passando per i propri valichi. Alimentari, farmaci, materiali da costruzioni, generi di ogni tipo attraversano ogni giorno il valico di Erez, diretti verso Gaza.
sabato 11 giugno 2011
Si stava meglio quando si stava peggio

Come tutti sanno, fino a qualche tempo fa gli abitanti della Striscia di Gaza non potevano liberamente uscirne transitando verso nord o verso sud. A nord, il confine con l'Israele era presidiato da militari, che verificavano che gli stranieri in entrata non fossero provvisti di armi, munizioni, cinture esplosive e ogni altro mezzo atto ad attentare alla vita. Succede così, da quelle parti: l'amore per la vita supera l'adorazione per la morte. Che io sappia, il valico di Erez è ancora presidiato. Ciò non impedisce il passaggio di generi alimentari e farmaci provenienti da tutto il mondo, che Israele fa transitare verso sud. Ma non prima di aver compiuto le dovute ispezioni.
Prima dell'avvento della "primavera araba", il regime di Mubarak manteneva la stessa allerta al valico di Rafah. Sicché i poveri palestinesi non erano liberi di entrare ed uscire a proprio piacimento verso sud. Di questo si parlava molto meno, sicché la "prigione a cielo aperto" era di esclusiva responsabilità degli israeliani. Ma sto divagando...
Dopo la riapertura del valico al confine fra Egitto e Striscia di Gaza, diverse centinaia di razzi Grad sono stati trafugati nelle ultime settimane. Così, mentre ogni giorno centinaia di palestinesi attraversavano il valico in direzione sud (turismo? vacanze studio? viaggio di lavoro? fuga dal regime di Hamas che per alcuni sarebbe il paradiso in Terra? chi lo sa...), dal Sinai verso la Striscia entravano missili con un gittata di 60-70 chilometri: in grado di raggiungere la periferia di Tel Aviv.
Secondo diversi osservatori, la temporanea chiusura del valico decisa qualche giorno fa dalla dirigenza egiziana - sempre più irritata per il transito di armi di fabbricazione russa, e di provenienza libica - sarebbe dovuta proprio all'arresto di un contrabbandiere d'armi. Il valico è stato in seguito riaperto, dopo le rimostranze di Hamas.
Se qualcuno si chiede che fine facciano i cospicui finanziamenti che il mondo occidentale invia alla dirigenza palestinese per sfamare la popolazione, ora lo sa...
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