giovedì 30 giugno 2011
La barzelletta della Freedom Flotilla
Ogni giorno, in media, Israele assicura l'ingresso a Gaza di circa 6000 tonnellate di beni, fra generi alimentari, farmaci, materiali da costruzione e generi di prima necessità. Una massa di beni equivalente a 260 TIR. 6000 tonnellate, al giorno, tutti i giorni, mediante il valico di Erez.
La "Freedom Flotilla" un anno fa ha trasportato a Gaza 4000 tonnellate di beni, in buona parte alimentari e farmaci scaduti. I due terzi di quanto transita tutti i giorni da Israele alla Striscia di Gaza. La seconda edizione di questa scampagnata farà a meno della presenza del contingente navale organizzato dall'IHH turca, impegnata a fronteggiare la tragedia umana al confine con la Siria. Anche ammettendo che il carico resti il medesimo, si parla di una spedizione che trasporterebbe meno di quanto entra a Gaza ogni giorno.
Evidentemente, lo scopo non è quello di correre in soccorso della popolazione palestinese, già prostrata dalla sanguinosa amministrazione del movimento estremista di Hamas...
Ma forse stiamo tutti sbagliando, e la volenterosa Flotilla si sta dirigendo verso le coste siriane, per denunciare la brutale repressione del regime di Assad. O forse si sta dirigendo proprio verso Gaza, per chiedere conto ai palestinesi della esecuzione di Vittorio Arrigoni. Si fa fatica a credere che si vada a denunciare una "tragedia umanitaria" che non esiste, se si osserva la realtà. Anche una organizzazione certamente non filoisraeliana come la Croce Rossa Internazionale, pavida di fronte al dramma del sequestro di Gilad Shalit, ha ammesso più volte che nella Striscia di Gaza non esiste una emergenza umanitaria.
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