lunedì 6 giugno 2011
Mille dollari per invadere Israele
Secondo la televisione siriana (davvero imparziale: manda squadre di operatori al confine con Israele, ma trascura anche soltanto di dare notizia dei 1200 morti per mano del regime di Assad, e delle migliaia di feriti e dispersi...) i morti negli scontri sulle alture del Golan sarebbero una ventina, e 225 i feriti.
"L'altra campana", che ogni cronista doverosamente dovrebbe ascoltare, non conferma. Non può, essendo i colpiti dall'altro lato del confine. Ma dichiara che Damasco ha una lunga tradizione di manipolare i dati, che però vengono presi per oro colato nelle ultime ore da alcuni superficiali media italiani.
Questa mattina l'esercito israeliano rende noto che una decina di palestinesi sarebbero morti in conseguenza delle mine siriane esplose al lancio delle loro bombe incendiarie. Trattandosi di "non professionisti", sono drammatici effetti collaterali non tenuti in conto alla vigilia.
Bisogna sapere che questi poveretti sono stati condotti domenica mattina al confine con autobus organizzati dal regime di Assad, che li ha caricati alla periferia di Damasco. Ad ognuno di loro - in buona parte contadini - è stato versato un compenso di mille dollari, mentre alle famiglie sono stati promessi diecimila dollari nel caso in cui i "cari" non dovessero tornare a casa (fonte: sito del partito delle riforme, che si oppone al regime brutale di Assad).
L'esercito israeliano non è caduto nella trappola tesagli dal regime siriano, che in mattinata aveva diffuso la notizia secondo cui la "marcia" verso il confine sarebbe stata annullata, al pari di quanto fatto al confine con il Libano, dove l'esercito locale ha presidiato il confine, impedendo invasioni.
Il Dipartimento di Stato degli USA ieri ha commentato l'ovvio: "Israele, come ogni altro stato sovrano, ha il pieno diritto a difendersi".
Certo che è strano: il confine fra Siria e Israele è rimasto sostanzialmente quieto per 40 anni, mai nessuno ha sentito il bisogno di commemorare in qualche modo la sconfitta degli eserciti arabi nella Guerra dei Sei giorni; e ora, proprio ora, con il regime siriano sotto pressione, si manifestano queste tensioni al confine...
Aggiornamento delle 10. L'esercito israeliano commenta come "esagerata" la stima di 23 vittime e 350 feriti, proveniente dal ministro della salute (sic!) siriano. Alla luce della gigantesca esagerazione di vittime civili ai tempi dell'operazione "Piombo Fuso" fra la fine del 2008 e gli inizi del 2009, sarei incline a confermare questa sensazione. Pur tenendo conto delle vittime accidentali dovute allo scoppio delle mine antiuomo piazzate dallo stesso esercito siriano sul proprio confine.
Aggiornamento delle 12.25. Giungono nuove conferme: secondo il "Partito delle Riforme siriano", che si oppone al regime di Assad, i manifestanti al confine con Israele sono contadini siriani (e non palestinesi) emigrati negli anni più recenti dal nord-est verso sud.
Il regime avrebbe pagato a centinaia di questi contadini 1000 dollari per spingersi oltre il confine, e 10.000 dollari alle famiglie in caso di uccisione. In Siria, il salario medio è di circa 200 dollari al mese.
Dunque per riepilogare i manifestanti: 1) non sono palestinesi; 2) sono disperati e disposti a tutto, pur di fuggire dalla fame e dalla miseria; 3) sono stati pagati dal regime siriano; 4) servono a distrarre l'opinione pubblica dalle diecine di vittime che ogni giorno la repressione di Assad produce (e che stranamente non trova eco nella stampa italiana).
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