sabato 25 giugno 2011

Gilad Shalit, un ragazzino da cinque anni nelle mani dei sequestratori



Cinque anni fa, di oggi, veniva rapito Gilad Shalit, ragazzo allora di nemmeno vent'anni, sequestrato da un commando di terroristi palestinesi della fazione di Hamas in territorio israeliano.

Tranne una lodevole iniziativa del Comune di Roma, ben poco è stato fatto nel nostro paese per ricordare la tragedia di questo ragazzo, nelle mani di Hamas in una prigione nascosta in qualche tunnel sotterraneo. Nessun governo ha invocato la Convenzione di Ginevra, nessun giornale si è attivato per chiederne la liberazione, nessuna organizzazione umanitaria ha protestato per invocare l'intervento della Croce Rossa Internazionale, nessuna flottiglia è stata allestita per portargli il conforto almeno morale, visto che la famiglia non ottiene notizie da tempo, con Hamas che si rifiuta di consegnare al suo ostaggio le lettere dei genitori, che nel frattempo vengono brutalmente e macabramente irrisi.

E invece tutti dovremmo fermarci un attimo a pensare (a pregare, chi ne è capace) a questo ragazzo, che stava facendo il suo dovere: quello di difendere la sua gente dagli attacchi terroristici di fanatici senza amore per la vita, che si sono materializzati all'improvviso da uno dei tanti cunicoli scavati da Hamas per il contrabbando di armi e munizioni. Gilad è stato sequestrato, dopo aver visto ammazzare i suoi compagni, colti di sorpresa dall'invasione palestinese. Avrebbe compiuto 20 anni dopo due mesi. Sta per compierne 25. Cinque anni in cui un ragazzo nutre tante ambizioni, tanti progetti, tante speranze; trascorsi nell'isolamento e fra carcerieri che gli hanno sempre manifestato odio e disprezzo.

Hamas ha sempre negato la possibilità di ottenere notizie di Gilad. In cambio del quale ha chiesto la scarcerazione di mille criminali, processati e condannati da un tribunale regolare per una serie di nefandezze, e in diversi casi rei confessi. E nel frattempo, sapendo l'amore del mondo occidentale per la vita, non ha mancato di lacerare l'opinione pubblica con un uso perfido dei media. Come quando ha simulato l'esecuzione di Gilad:



o quando ha irriso il caporale israeliano lanciando un appello per la ricerca di una "soldatessa da dare in sposa, affinché nascano tanti piccoli Shalit"



L'altro giorno, in una inconsueta dimostrazione di umanità, la Croce Rossa Internazionale ha emesso un comunicato con cui chiede ad Hamas - che governa la Striscia di Gaza dopo il colpo di stato del 2007 - di fornire notizie su Gilad Shalit, in ossequio alla Convenzione di Ginevra. Le ultime informazioni risalgono a quasi due anni fa. Da allora, non si sa più nulla. Hamas ha respinto l'appello: "fatevi gli affari vostri", è stata la sostanza della seccata risposta.

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