La notizia ha del clamoroso: il segretario generale delle Nazioni Unite ha espresso il suo rincrescimento per aver parlato, a suo dire, impropriamente di "occupazione". Ma non con riferimento alla millenaria presenza ebraica in Giudea e Samaria, che il politicamente corretto ha da alcuni decenni ribattezzato in "West Bank" o - in Italia - Cisgiordania. Ne' tantomeno con riferimento al Papua Occidentale, occupato da più di cinquant'anni dall'Indonesia. Bensì con riferimento al Sahara Occidentale, occupato - questo sì, illegalmente - dal Marocco, con cui l'Unione Europea arriva persino a stringere accordi commerciali per lo sfruttamento delle risorse ittiche dei territori occupati. Niente etichette e nessuna tutela per i consumatori, in questo caso...
I fatti. All'inizio del mese una delegazione del Palazzo di Vetro si è recata in visita presso i campi profughi di saharawi in Algeria. Le condizioni di questi rifugiati beninteso interessando poco o punto a nessuno. Ma all'incauto Ban scappano alcune dichiarazioni di sostegno per la causa di questo popolo; e ciò scatena le proteste di piazza in Marocco, il cui governo arriva ad espellere il minuscolo contingente di Caschi Blu di stanza nel Sahara Occidentale in qualità di forza di interposizione. Una misura drammatica, che secondo il governo saharawa, in esilio ad Algeri, minaccia di far deflagrare un nuovo conflitto regionale.