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lunedì 12 ottobre 2015

Il solito strabismo dell'opinione pubblica internazionale

Che la si chiami o meno "intifada", la recente ondata di violenze e di azioni terroristiche da parte dei palestinesi è stata da alcuni ricondotta alle recriminazioni circa lo status quo relativo al Monte del Tempio di Gerusalemme, che ospita anche due moschee. Non entriamo nel merito delle recriminazioni strumentali del re di Giordania, che ha denunciato il mancato rispetto degli accordi sottoscritti dopo la fine dell'occupazione giordana del 1967; salvo essere contraddetto dal leader dell'opposizione di Amman, che denuncia l'attivo sostegno di Abd Allah II a favore dei facinorosi che nei giorni passati hanno messo a ferro e fuoco la Città Vecchia di Gerusalemme, inducendo l'intervento delle forze di sicurezza, e l'inevitabile intensificarsi della tensione. E non discutiamo la reale fondatezza delle argomentazioni di Gerusalemme, che non avrebbe alcun motivo a modificare la destinazione dei luoghi sacri; incluso il Muro Occidentale, che prima del 1967 era sistematicamente dissacrato e di fatto ridotto ad un orinatoio.

martedì 28 aprile 2015

Israele e Giordania: amici o nemici?

Malgrado gli Accordi di Pace del 1994, i rapporti fra Israele e Giordania sono sempre stati altalenanti. Da qualche mese la prospettiva di una partnership strategica basata sulla fornitura di gas naturale da Gerusalemme ad Amman, è stata messa in discussione dalla costante opera di disturbo del partito ideologico palestinista, ostile alla prospettiva di una definitiva normalizzazione fra i due stati bagnati dal Giordano.
Schizofrenia e alti e bassi non sono venuti meno di recente. Nelle ultime ore sono sopraggiunte due notizie fra esse contrastanti. Una testata giornalistica rivela come lo scorso 12 aprile Maher Abu Tair, autorevole editorialista del quotidiano giordano Al-Dustour, abbia stigmatizzato l'atteggiamento gelido da parte degli stati arabi nei confronti del regno hashemita. Al punto da spingere la Giordania nelle braccia di Israele: «la pura verità è che la Giordania non vanta più alcun alleato arabo, e al giorno d'oggi l'unico partner è Israele. Se gli arabi avessero voluto una Giordania forte, autonoma rispetto ad Israele, non l'avrebbero economicamente abbandonato, assediandolo politicamente al punto che la sua politica estera è diventata evanescente.

domenica 16 novembre 2014

Le agenzie di stampa lavorano sotto dettatura palestinese?

di Pesach Benson*

Alcuni giorni fa, l'Organizzazione per la liberazione della palestina ha diffidato i giornalisti stranieri dall'impiegare la denominazione "Monte del Tempio" nell loro corrispondenze dai luogi sacri di Gerusalemme. Secondo l'OLP, il luogo sacro dell'ebraismo si troverebbe in territori occupati, per cui ogni riferimento ad esso diverso da Haram al Sharif (traducibile in "santuario nobile") lederebbe le aspirazioni palestinesi.
Il sito è denominato Monte del Tempio (Har HaBayit in ebraico) perché è dove si collocava il Tempio fatto costruire da Salomone e poi da Erode. Ebrei e cristiani conoscono questo luogo con questo nome da millenni, prima che una linea verde intersecasse fittiziamente la Città Santa.
Ora arriva l'OLP e sostiene che "Monte del Tempio" è un nome improprio e politicizzato.
A questo punto mi chiedo se questa breve del corrispondente Reuters Jeffrey Heller è scritto per compiacere i palestinesi, o è soltanto sciatteria. Tenuto conto dell'ammonimento dell'OLP, le mie antenne hanno incominciato a vibrare:

venerdì 31 ottobre 2014

Se non è antisemitismo, che cos'é?

Tira una brutta aria a Pennsylvania Avenue. A pochi giorni dalle elezioni di medio termine che rinnovano una parte significativa dell'assemblea legislativa americana, i sondaggi sul gradimento dell'operato del presidente continuano a mantenere una parabola discendente: soltanto il 43% ne approva l'operato, stando a quanto reso noto da Gallup. Malgrado l'economia fornisca dati incoraggianti, la maggior parte degli americani volta le spalle all'ex senatore junior dell'Illinois; convinto che la delusione discenda dalla politica estera americana.
È per questo che nelle ultime ore si accavallano voci secondo cui sarebbe partente il segretario di Stato Kerry: nuova vittima sacrificale dell'ego del presidente, che due anni fa fece fuori una Hillary Clinton che iniziava a diventare troppo ingombrante. Più comoda una figura mediocre e a tratti grottesca come Joe Biden...
Vedremo se il titolare di una sciagurata politica estera americana cambierà di nuovo. Certo sarebbe difficile rimpiangere JFK (sono le iniziali di Kerry!), resosi protagonista nelle ultime ore di una clamorosa quanto sconsiderata dichiarazione: secondo il titolare degli Esteri americano, il Monte del Tempio di Gerusalemme, il sito più sacro dell'ebraismo, dovrebbe essere completamente bandito agli ebrei. Soltanto i musulmani avrebbero titolo per presenziarvi, essendo Gerusalemme (terzo) luogo sacro per l'Islam, pur non essendo mai citata nel Corano.

mercoledì 10 ottobre 2012

I pericoli per gli ebrei in visita al Monte del Tempio

Un non ebreo farà sempre fatica a capire perché il Monte del Tempio, luogo sacro per eccellenza della religione ebraica, sia affidato alle cure del WAQF, sorta di fondazione islamica il cui compito fondamentale è quello di amministrare e gestire la moschea di Al Aqsa nella città vecchia di Gerusalemme. Dopo la Guerra dei Sei Giorni del 1967 che finalmente ricongiunse la parte orientale della città a quella occidentale, ponendo termine a 19 anni di occupazione giordana, il governo israeliano acconsentì che il WAQF conservasse questa sorta di antica giurisdizione sui luoghi sacri dell'Islam; che finiscono per combaciare con i luoghi sacri dell'ebraismo.
Il fatto è che le "autorità" sono assolutamente intransigenti. Così, non solo è vietato agli ebrei pregare; ma anche soltanto chiudere gli occhi, raccogliendosi in meditazione; o, a discrezione delle guardie, semplicemente restare immobili davanti al Muro Occidentale (cioé che resta dell'antico Tempio di Gerusalemme). La reazione può essere dura e il WAQF ha l'autorità di denunciare i contravventori alla polizia municipale, che a sua volta è costretta a prendere formali provvedimenti.

Queste immagini sono state rese note da Israel National News, e testimoniano il maltrattamenti subiti da un ebreo, in visita sul Monte del Tempio, ad opera di un soggetto riconducibile al WAQF. Il video è stato girato da in occasione della festività del Sukkot, celebrata sin dalla distruzione del Secondo Tempio di Gerusalemme nel 70 d.C.
Il gruppetto di fedeli è stato scortato a distanza ravvicinata da una pattuglia di quattro poliziotti, e due agenti del WAQF. Alla fine del pellegrinaggio, il gruppo è stato affrontato con crescente aggressività da uno di questi due agenti, che ha sferrato calpi e pugni all'indirizzo dei malcapitati. La piccola comitiva è stata di lì a breve circondata da altri arabi, con intenti tutt'altro che amichevoli.
La polizia locale, come in altre circostanze simili, è apparsa debole e balbettante rispetto all'aggressione, alle minacce subite e alle intimidazioni; limitandosi a portare fortunosamente in salvo i malcapitati. Simili episodi qui sono all'ordine del giorno, risultano tollerati dalle autorità, e prima di tutto trascurati dal governo; in ossequio ad una concessione che è stata accolta in termini decisamente più estensivi del ragionevole.