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lunedì 11 maggio 2015
La mia versione dei fatti sulla diffamazione di "Breaking the Silence"
Il soldato israeliano Matan risponde al dossier anonimo pubblicato da "Breaking the Silence", finalizzato alla demonizzazione delle Forze di Difesa Israeliane (IDF), sulla base della sua esperienza diretta a Gaza, avendo servito nell'esercito in diverse operazioni negli ultimi anni.
Beit Hanoun, Striscia di Gaza, 2006. Operazione "Nuvole autunnali". Entriamo in una casa. All'ingresso, incontriamo un uomo e sua moglie. Li accompagniamo in un'altra stanza e offriamo loro da bere. Chiediamo al padrone di casa se ha qualche legame con Hamas: «no, naturalmente no. Non abbiamo nulla a che fare con essi». Allora chiediamo se nascondono armi nel loro appartamento: la risposta è fermamente negativa. La squadra rimane nell'appartamento per alcune ore. Prima di andar via, i soldati che ispezionano una camera hanno l'idea di spostare un divano, e scoprono un congegno esplosivo impiegato per far saltare in aria automezzi. L'uomo è sano e salvo.
Beit Hanoun, Striscia di Gaza, 2006. Operazione "Nuvole autunnali". Siamo alla ricerca di armi nel centro città, e procediamo da una abitazione all'altra. In una di esse, un uomo di mezza età non sembra star bene. Il nostro medico, Roi, gli diagnostica una possibile cardiopatia. Interrompiamo la ricerca e procediamo verso altri edifici, in modo da consentire a Roi di prestargli le cure. Con l'ausilio della figlia dell'uomo, che parla un buon inglese, convochiamo la Croce Rossa locale e prolunghiamo la nostra permanenza, a costo di subire i rischi derivanti da una prolungata presenza.
Di lì a breve avvertiamo una potente esplosione. Schegge volano dappertutto. Una pattuglia dell'IDF, all'oscuro della nostra presenza in questa abitazione, attiva involontariamente un congegno esplosivo posto sull'uscio di una casa a poca distanza da noi. È un miracolo che nessuno sia rimasto ferito.
martedì 10 giugno 2014
Chi si preoccupa più dei palestinesi?
Il povero Abu Mazen è esemplare delle sofferenze patite dai palestinesi. Il 79enne presidente dell'Autorità Palestinese vanta un mandato scaduto da cinque anni e mezzo; ma non può passare il testimone... perché non si tengono elezioni a Ramallah. Qualcuno potrà obiettare che dovrebbe essere egli stesso a convocare i comizi elettorali; ma si rischierebbe di essere accusati di superficialità: così vanno le cose in Medio Oriente. Mica per niente in Israele le elezioni si tengono regolarmente, e giusto oggi ben cinque candidati si contendevano la poltrona appartenuta fino a ieri a Shimon Peres: vogliamo mettere, lo stato ebraico con la democraticissima ANP?
Sarcasmo a parte, spiace dover riconoscere come soltanto siti e blog bollati di filosionismo come questo, si impegnano a descrivere i dolori e le sofferenze del popolo palestinese; al di là delle denunce ridicole che sistematicamente sono smontate e classificate pochi giorni dopo nella categoria "Pallywood".
Sarcasmo a parte, spiace dover riconoscere come soltanto siti e blog bollati di filosionismo come questo, si impegnano a descrivere i dolori e le sofferenze del popolo palestinese; al di là delle denunce ridicole che sistematicamente sono smontate e classificate pochi giorni dopo nella categoria "Pallywood".
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venerdì 8 marzo 2013
La vera storia della morte di Omar Misharawi

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lunedì 4 marzo 2013
Più di mille palestinesi morti ammazzati. Che facciamo?
Mille palestinesi uccisi in Siria in meno di due anni; 1038, per l'esattezza. La denuncia proviene da fonte insospettabile di simpatie sioniste: le bridate Ezzedin Al Qassam, braccio armato di Hamas, che oltretutto fino a poco tempo fa aveva quartier generale proprio a Damasco, prima che la repressione di Assad decimasse centinaia di palestinesi "ospitati" (confinati) in luridi campi profughi, costringendo il movimento integralista islamico a prendere le distanze dal regime siriano, abbandonando in fretta e furia la sede principale, ora vacante.
Più di mille palestinesi, inoffensivi, uccisi spietatamente. Il macabro conteggio equivale ad oltre dieci volte le vittime palestinesi della recente operazione Pillar of Defense, considerando anche i terroristi, prevalenti, le vittime del "fuoco amico", le morti per esplosione accidentale di munizioni a Gaza e dintorni, e le vittime perite in altri conflitti, contabilizzate come palestinesi per ingigantire il conteggio e influenzare l'opinione pubblica.
Adesso chissà quanti titoloni sui giornali, quante bandiere della pace, quante ambasciate assediate, quante flottiglie salpate, quanti extraparlamentari indignati, quanti centri sociali mobilitati, quanto commissioni ONU allertate...
Più di mille palestinesi, inoffensivi, uccisi spietatamente. Il macabro conteggio equivale ad oltre dieci volte le vittime palestinesi della recente operazione Pillar of Defense, considerando anche i terroristi, prevalenti, le vittime del "fuoco amico", le morti per esplosione accidentale di munizioni a Gaza e dintorni, e le vittime perite in altri conflitti, contabilizzate come palestinesi per ingigantire il conteggio e influenzare l'opinione pubblica.
Adesso chissà quanti titoloni sui giornali, quante bandiere della pace, quante ambasciate assediate, quante flottiglie salpate, quanti extraparlamentari indignati, quanti centri sociali mobilitati, quanto commissioni ONU allertate...
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sabato 26 gennaio 2013
Leggende e falsificazioni sulla guerra Hamas-Israele (III Parte)
di IPT News*
6. Hamas è una fonte credibile di informazioni.
E' nell'interesse di Hamas il gonfiare il numero delle vittime palestinesi. Negli anni, Hamas ha impiegato immagini fasulle, allestito finerali finti e mentito sulle reali vittime del conflitto, per creare la sensazione che Israele commetta deliberatamente dei crimini. La recente escalation non ha fatto eccezione. Poco dopo l'inizio delle ostilità ha iniziato a circolare una foto che raffigurava un bambino ucciso; presumibilmente, per mano degli israeliani. Invece, il bambino era una delle 30 mila (ad oggi, le vittime documentate sono quasi 48 mila, NdT) della guerra civile in Siria. Un'altra immagine infame, comparsa sulle prime pagine dei giornali, ritrae il primo ministro egiziano Hisham Qandil e il primo ministro di Hamas Ismail Haniyeh che abbracciano un bambino rimasto ucciso, hanno detto, da un attacco aereo israeliano. Per quanto, esperti del "Palestinian Centre for Human Rights" hanno ammesso che l'esplosione letale sia stata cagionata da un missile palesinese difettoso ricaduto a terra poco dopo il lancio. Hamas non è nuova a queste macchinazioni e mente per guadagnare credito nella guerra delle pubbliche relazioni: l'unica battaglia che può vincere. Nell'epoca dei social media, la propaganda è una componente vitale della comunicazione di Hamas.
6. Hamas è una fonte credibile di informazioni.
E' nell'interesse di Hamas il gonfiare il numero delle vittime palestinesi. Negli anni, Hamas ha impiegato immagini fasulle, allestito finerali finti e mentito sulle reali vittime del conflitto, per creare la sensazione che Israele commetta deliberatamente dei crimini. La recente escalation non ha fatto eccezione. Poco dopo l'inizio delle ostilità ha iniziato a circolare una foto che raffigurava un bambino ucciso; presumibilmente, per mano degli israeliani. Invece, il bambino era una delle 30 mila (ad oggi, le vittime documentate sono quasi 48 mila, NdT) della guerra civile in Siria. Un'altra immagine infame, comparsa sulle prime pagine dei giornali, ritrae il primo ministro egiziano Hisham Qandil e il primo ministro di Hamas Ismail Haniyeh che abbracciano un bambino rimasto ucciso, hanno detto, da un attacco aereo israeliano. Per quanto, esperti del "Palestinian Centre for Human Rights" hanno ammesso che l'esplosione letale sia stata cagionata da un missile palesinese difettoso ricaduto a terra poco dopo il lancio. Hamas non è nuova a queste macchinazioni e mente per guadagnare credito nella guerra delle pubbliche relazioni: l'unica battaglia che può vincere. Nell'epoca dei social media, la propaganda è una componente vitale della comunicazione di Hamas.
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lunedì 24 dicembre 2012
Crimini di guerra a Gaza
L'attività terroristica a Gaza ha raggiunto un livello particolarmente elevato, se anche un'organizzazione spesso parziale come Human Right Watch ha sentito il bisogno di lanciare l'allarme sull'escalation sperimentata nella Striscia durante il mese di novembre. Addirittura HRW ha additato Hamas, il Jihad Islamico e il FPLP come organizzazioni «terroristiche», sfuggendo al politicamente corretto che porta i media e le ONG occidentali a definire militanti o semplici combattenti, chi attenta alla vita altrui.
Il direttore della sezione mediorientale di HRW non ha esitato a denunciare l'atteggiamento deliberatamente criminale di Hamas prima e durante l'operazione "Pillar of Defense" lo scorso agosto: «gruppi armati palestinesi hanno esplicitato la volontà di colpire la popolazione civile [...] sparando missili e razzi da aree densamente popolate, nei pressi di abitazioni, fabbricati industriali e alberghi, esponendo la popolazione locale al rischio di essere esposti alla reazione israeliana». E ancora: «il diritto di guerra vieta gli attacchi di rappresaglia contro la popolazione civile nemica. Ciò dimostra l'intento di commettere un crimine di guerra».
Il direttore della sezione mediorientale di HRW non ha esitato a denunciare l'atteggiamento deliberatamente criminale di Hamas prima e durante l'operazione "Pillar of Defense" lo scorso agosto: «gruppi armati palestinesi hanno esplicitato la volontà di colpire la popolazione civile [...] sparando missili e razzi da aree densamente popolate, nei pressi di abitazioni, fabbricati industriali e alberghi, esponendo la popolazione locale al rischio di essere esposti alla reazione israeliana». E ancora: «il diritto di guerra vieta gli attacchi di rappresaglia contro la popolazione civile nemica. Ciò dimostra l'intento di commettere un crimine di guerra».
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martedì 18 dicembre 2012
Crimini di guerra in Medio Oriente
Articolo scritto il 15 novembre, in piena operazione Pillar of Defense. Nelle ore successive, abbiamo visto terroristi trasportati da veicoli con la scritta "Stampa", capi terroristi che si nascondevano nei palazzi utilizzati dalla stampa internazionale, militanti che hanno lanciato attacchi da mosche e campi sportivi; mentre dall'altro lato, militari abortivano le operazioni all'ultimo secondo per la contiguità di persone che passavano nelle contiguità di obiettivi militari, migliaia di volantini scritti in arabo lanciati dagli aerei prima degli strike, e ospedali israeliani che si prendevano cura dei feriti civili che non trovavano ospitalità negli ospedali palestinesi, destinati prioritariamente ai terroristi (Hamas aveva quartier generale nei seminterrati del principale nosocomio di Gaza; costruito, ironia della sorte, durante l'occupazione israeliana).
di David French*
Se il passato farà ancora una volta da guida, c'è da scommettere che le crescenti ostilità a Gaza saranno seguire da pressioni internazionali affinché Israele si contenga, da accuse infondate di crimini di guerra da parte dello stato ebraico, e forse anche da minacce di ricorso alla Corte Penale Internazionale. Prima che i clamori montino, è ben ricordare cosa sancisce il Diritto di Guerra (LOAC: Law of Armed Conflict) per Gaza.
di David French*
Se il passato farà ancora una volta da guida, c'è da scommettere che le crescenti ostilità a Gaza saranno seguire da pressioni internazionali affinché Israele si contenga, da accuse infondate di crimini di guerra da parte dello stato ebraico, e forse anche da minacce di ricorso alla Corte Penale Internazionale. Prima che i clamori montino, è ben ricordare cosa sancisce il Diritto di Guerra (LOAC: Law of Armed Conflict) per Gaza.
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lunedì 17 dicembre 2012
Idee regalo per il Natale
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venerdì 14 dicembre 2012
Leggende e falsificazioni sulla guerra Hamas-Israele (II Parte)
di IPT News*
2) Hamas è interessata alla pace
Hamas, correntemente definita come organizzazione terroristica da Stati Uniti ed Unione Europea, non fa distinzione fra West Bank, Striscia di Gaza e Israele con confini precedenti al 1967. Per essi, tutta la “Palestina” è occupata. Lo statuto di Hamas indica esplicitamente la distruzione dello stato ebraico come elemento prioritario. Infatti, Hamas con orgoglio si vanta di essere il principale movimento di “resistenza” (leggasi: terrorismo) contro Israele: «tutte le energie della gente e la ummah (nazione) sono necessari per sradicare l’entità oppressiva». L’ha affermato Muhammad al Deif, delle Brigare Al-Qassam, poco prima del cessate il fuoco.
2) Hamas è interessata alla pace
Hamas, correntemente definita come organizzazione terroristica da Stati Uniti ed Unione Europea, non fa distinzione fra West Bank, Striscia di Gaza e Israele con confini precedenti al 1967. Per essi, tutta la “Palestina” è occupata. Lo statuto di Hamas indica esplicitamente la distruzione dello stato ebraico come elemento prioritario. Infatti, Hamas con orgoglio si vanta di essere il principale movimento di “resistenza” (leggasi: terrorismo) contro Israele: «tutte le energie della gente e la ummah (nazione) sono necessari per sradicare l’entità oppressiva». L’ha affermato Muhammad al Deif, delle Brigare Al-Qassam, poco prima del cessate il fuoco.
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giovedì 13 dicembre 2012
Un palestinese e un israeliano, ottimi amici
Domenica pomeriggio, i pazienti del reparto di Oncologia pediatrica del Sourasky Medical Center di Tel Aviv sono scesi al piano terra per partecipare ai festeggiamenti di Hanukkah. Hanno acceso la menorah e cantato le canzoni tradizionali che ricordano la rivolta dei maccabei che nel 167 AC sconfissero i potenti greci. Ma mentre il miracolo era celebrato al piano di sotto, un miracolo moderno si compiva al secondo piano dell'ospedale. Tal Zilker, un ragazzo di 17 anni dell'Israele meridionale, chiacchierava con il suo nuovo migliore amico: Qsuy Imran, anch'egli di 17 anni, proveniente da Gaza.
Essendo reduce da una pesante seduta di chemioterapia, Imran era troppo debole per partecipare ai festeggiamenti, e così Zilker ha deciso di rimanere a fargli compagnia. "Chiacchierare" è una parola grossa per descrivere l'interazione fra i due ragazzi. Ma quando si è così giovani, il vocabolario non è così importante: «siamo tutti e due matti per la Playstation», esclama Zilker.
Questa amicizia fra due coetanei, che condividono anche la stessa malattia, lo stesso aspetto fisico, e la stessa passione per i videogame, non farebbe notizia, se non fosse per la loro provienenza.
Essendo reduce da una pesante seduta di chemioterapia, Imran era troppo debole per partecipare ai festeggiamenti, e così Zilker ha deciso di rimanere a fargli compagnia. "Chiacchierare" è una parola grossa per descrivere l'interazione fra i due ragazzi. Ma quando si è così giovani, il vocabolario non è così importante: «siamo tutti e due matti per la Playstation», esclama Zilker.
Questa amicizia fra due coetanei, che condividono anche la stessa malattia, lo stesso aspetto fisico, e la stessa passione per i videogame, non farebbe notizia, se non fosse per la loro provienenza.
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sabato 8 dicembre 2012
Leggende e falsificazioni sulla guerra Hamas-Israele (I Parte)
Titolo originale: 10 Lies About the Israel-Hamas Conflict
di IPT News*
Sulla carta è stato sottoscritto un cessate il fuoco fra Israele e Hamas, ma l'evidenza empirica suggerisce che non reggerà a lungo. Il leader del Jihad Islamico palestinese ha già precisato di recente che la tregua sarà breve e che un nuova sanguinosa fase di combattimenti incombe. L'accordo individua nel Cairo il garante della pace, anche se il presidente Mohammed Morsi e membri del suo governo hanno apertamente incoraggiato e sostenuto Hamas durante la guerra.
Il cessate il fuoco verosimilmente rafforzerà Hamas, che lo considera un successo nei confronti di Israele. La storia evidenzia che le tregue non impediscono ad Hamas di continuare ad attaccare Israele. Inoltre, la stessa ammissione dell'Iran di fornire ai terroristi armi perfezionate chiarisce il crescente sforzo di Teheran per destabilizzare lo stato ebraico. Alla fine, questo cessate il fuoco rappresenta soltanto una pausa nei combattimenti, non l'inizio di una pace duratura. E questo per almeno dieci motivi, che discuteremo oggi e nei prossimi giorni.
di IPT News*
Sulla carta è stato sottoscritto un cessate il fuoco fra Israele e Hamas, ma l'evidenza empirica suggerisce che non reggerà a lungo. Il leader del Jihad Islamico palestinese ha già precisato di recente che la tregua sarà breve e che un nuova sanguinosa fase di combattimenti incombe. L'accordo individua nel Cairo il garante della pace, anche se il presidente Mohammed Morsi e membri del suo governo hanno apertamente incoraggiato e sostenuto Hamas durante la guerra.
Il cessate il fuoco verosimilmente rafforzerà Hamas, che lo considera un successo nei confronti di Israele. La storia evidenzia che le tregue non impediscono ad Hamas di continuare ad attaccare Israele. Inoltre, la stessa ammissione dell'Iran di fornire ai terroristi armi perfezionate chiarisce il crescente sforzo di Teheran per destabilizzare lo stato ebraico. Alla fine, questo cessate il fuoco rappresenta soltanto una pausa nei combattimenti, non l'inizio di una pace duratura. E questo per almeno dieci motivi, che discuteremo oggi e nei prossimi giorni.
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domenica 25 novembre 2012
Ma la tregua non durerà molto
Quanto durerà la tregua fra l'Israeli Defence Forces e il terrorismo palestinese di stanza nella Striscia di Gaza? poco, molto poco. Il Sunday Times di oggi cita un alto ufficiale israeliano, il quale sostiene che l'Iran sta spedendo con una certa sollecitudine nuovo missili Fajr-5 verso la Striscia di Gaza. Le minacciose armi arrivano in Sudan circumnavigando la penisola araba; da qui, proseguono verso il deserto del Sinai, ancora fuori dal controllo delle autorità del Cairo, apparentemente incapaci di impedire che esse raggiungano i terroristi di Hamas e del Jihad Islamico.
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sabato 24 novembre 2012
Sulla "sproporzione" delle vittime...
Durante e dopo le ostilità coincidenti con l'operazione "Colonna di Difesa", si è alimentata una discussione pelosa circa la "sproporzione" fra vittime israeliane e vittime palestinesi. La questione è esaminata sotto una prospettiva distorta. Per quanto possano risultare ciniche, alcune premesse si rendono necessarie:
1) l'affidabilità delle statistiche: le fonti palestinesi sono di dubbia credibilità, poiché il ministero della sanità è sotto il diretto controllo di Hamas; addirittura, il quartier generale dell'organizzazione terroristica in questi giorni si è localizzato al piano seminterrato dell'ospedale principale di Gaza, costruito ironia della sorte proprio dagli israeliani prima dello sgombero del 2005. Citare vittime poggiando su "fonti palestinesi", come hanno fatto alcuni media, porta a considerazioni errate per eccesso;
1) l'affidabilità delle statistiche: le fonti palestinesi sono di dubbia credibilità, poiché il ministero della sanità è sotto il diretto controllo di Hamas; addirittura, il quartier generale dell'organizzazione terroristica in questi giorni si è localizzato al piano seminterrato dell'ospedale principale di Gaza, costruito ironia della sorte proprio dagli israeliani prima dello sgombero del 2005. Citare vittime poggiando su "fonti palestinesi", come hanno fatto alcuni media, porta a considerazioni errate per eccesso;
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giovedì 22 novembre 2012
Sul piano mediatico, Israele ha vinto
Mentre l'Iran cerca nuove vie per fornire i terroristi di Hamas di nuove armi e munizioni, più potenti e consistenti di quelle in buona parte (ma non nell'interezza) distrutte dall'esercito israeliano; ci si divide circa i vincitori e vinti di questa "Guerra degli Otto giorni". Il che quantomeno porta a concludere che non c'é nessun vincitore netto e definitivo, e che la questione tornerà ad affacciarsi fra qualche settimana, o al massimo fra qualche mese.
Sul terreno della propaganda, Hamas ha perso: non c'é dubbio.
Sul terreno della propaganda, Hamas ha perso: non c'é dubbio.
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Pillar of defense: la tregua (temporanea)
Si continua a sparare, da Gaza, verso l'Israele meridionale: oltre 20 missili sono stati sparati dalla Striscia verso Beersheba, Beer Tuvia, Ashkelon, Ashdod, Sderot e i distretti di Eshkol e Shear Hanegev dopo la tregua iniziata ieri alle 21 (20, ora italiana). A Sderot è suonato l'allarme rosso, mentre le scuole resteranno chiuse anche oggi in un raggio di 45 chilometri da Gaza. Questi attacchi si aggiungono ai 1600 che hanno minacciato quattro milioni di israeliani in otto giorni.
E mentre in Israele ci si guarda perplessi circa la sostenibilità di una tregua a cui in pochi credono, a Gaza si festeggia. Ieri un palestinese è morto, e tre sono rimasti feriti, per i "festeggiamenti" a colpi di pistola per le strade. Naturalmente, anche queste vittime saranno conteggiate nelle responsabilità dello stato ebraico; assieme ai sei abitanti della Striscia brutalmente giustiziati su sospetto di collaborazione col nemico.
Qualcuno presto inizierà a tracciare un bilancio di questa operazione. Sul piano mediatico, la sproporzione con cui i giornali e le TV di tutto il mondo hanno affrontato l'ennesimo capitolo della guerra arabo-israeliana è risultata questa volta ridimesionata, grazie all'efficace opera di informazione e di smascheramento da parte dei social network. Ma sul piano della deterrenza, le operazioni condotte dall'IDF hanno rimosso molte minacce - eliminati 30 capi terroristi di Hamas e del Jihad Islamico e 19 quadri; distrutti 980 piattaforme di lancio sotterranee, 140 tunnel clandestini, 42 basi e 26 depositi di armi e munizioni - ma molte rimangono sul campo. Abbiamo appreso che il terrorismo islamico con sede a Gaza dispone dei temibili missili Fajr-5, di fabbricazione iraniana, giunti qui attraverso il Sudan, e dalla gittata tale da raggiungere agevolmente Tel Aviv. La tregua (hudna, in arabo) permetterà ai fondamentalisti di ricostruire le basi, di ottenere nuove munizioni e di tornare più minacciosi e aggressivi di prima. Da questo punto di vista resta da vedere se l'Egitto in effetti impedirà di utilizzare il deserto del Sinai per far affluire nell'enclave palestinese le munizioni iraniane. Non a caso oggi Ahmadinejad si è congratulato per la pausa nelle ostilità: ciò consentirà al regime degli ayatollah di predisporre nuove forniture; e nel frattempo si proseguirà con la realizzazione dell'atomica, mentre il mondo osserverà compiaciuto il microscopico risultato conseguito nel Vicino Oriente.
La tregua è coincisa con l'arrivo al Cairo del segretario di Stato USA Hillary Clinton, la quale ha precisato che «non ci sono alternative a una pace giusta e duratura», dopo aver convinto il Fondo Monetario Internazionale a staccare un corposo assegno da 4,8 miliardi di dollari a favore della traballante economia egiziana. Nel frattempo Obama ricordava che Hamas è un'organizzazione terrorista con cui non bisogna trattare fin quando non riconosceranno Israele, rinunceranno al terrorismo e rispetteranno i precedenti accordi. Ma intanto l'accordo è stato sottoscritto, e pur restando fragilissimo e della durata di una confezione di latte fresco, la novità è che le parti hanno assegnato dignità e legittimazione ad una organizzazione che sia Unione Europea che Stati Uniti tuttora considerano come terroristica. Altro che 15 anni di tregua, come si ventilava qualche giorno fa; altro che riconoscimento dello stato di Israele e pacifica convivenza. La figura barbina ancora una volta rimediata dall'OLP e dall'ANP non consola: Abu Mazen ha un peso politico ormai prossimo allo zero e la guerra fra Hamas e Israele, con la prima che non ha mai abbracciato la questione palestinese, allontanano ulteriormente la creazione dello stato palestinese.
E mentre in Israele ci si guarda perplessi circa la sostenibilità di una tregua a cui in pochi credono, a Gaza si festeggia. Ieri un palestinese è morto, e tre sono rimasti feriti, per i "festeggiamenti" a colpi di pistola per le strade. Naturalmente, anche queste vittime saranno conteggiate nelle responsabilità dello stato ebraico; assieme ai sei abitanti della Striscia brutalmente giustiziati su sospetto di collaborazione col nemico.
Qualcuno presto inizierà a tracciare un bilancio di questa operazione. Sul piano mediatico, la sproporzione con cui i giornali e le TV di tutto il mondo hanno affrontato l'ennesimo capitolo della guerra arabo-israeliana è risultata questa volta ridimesionata, grazie all'efficace opera di informazione e di smascheramento da parte dei social network. Ma sul piano della deterrenza, le operazioni condotte dall'IDF hanno rimosso molte minacce - eliminati 30 capi terroristi di Hamas e del Jihad Islamico e 19 quadri; distrutti 980 piattaforme di lancio sotterranee, 140 tunnel clandestini, 42 basi e 26 depositi di armi e munizioni - ma molte rimangono sul campo. Abbiamo appreso che il terrorismo islamico con sede a Gaza dispone dei temibili missili Fajr-5, di fabbricazione iraniana, giunti qui attraverso il Sudan, e dalla gittata tale da raggiungere agevolmente Tel Aviv. La tregua (hudna, in arabo) permetterà ai fondamentalisti di ricostruire le basi, di ottenere nuove munizioni e di tornare più minacciosi e aggressivi di prima. Da questo punto di vista resta da vedere se l'Egitto in effetti impedirà di utilizzare il deserto del Sinai per far affluire nell'enclave palestinese le munizioni iraniane. Non a caso oggi Ahmadinejad si è congratulato per la pausa nelle ostilità: ciò consentirà al regime degli ayatollah di predisporre nuove forniture; e nel frattempo si proseguirà con la realizzazione dell'atomica, mentre il mondo osserverà compiaciuto il microscopico risultato conseguito nel Vicino Oriente.
La tregua è coincisa con l'arrivo al Cairo del segretario di Stato USA Hillary Clinton, la quale ha precisato che «non ci sono alternative a una pace giusta e duratura», dopo aver convinto il Fondo Monetario Internazionale a staccare un corposo assegno da 4,8 miliardi di dollari a favore della traballante economia egiziana. Nel frattempo Obama ricordava che Hamas è un'organizzazione terrorista con cui non bisogna trattare fin quando non riconosceranno Israele, rinunceranno al terrorismo e rispetteranno i precedenti accordi. Ma intanto l'accordo è stato sottoscritto, e pur restando fragilissimo e della durata di una confezione di latte fresco, la novità è che le parti hanno assegnato dignità e legittimazione ad una organizzazione che sia Unione Europea che Stati Uniti tuttora considerano come terroristica. Altro che 15 anni di tregua, come si ventilava qualche giorno fa; altro che riconoscimento dello stato di Israele e pacifica convivenza. La figura barbina ancora una volta rimediata dall'OLP e dall'ANP non consola: Abu Mazen ha un peso politico ormai prossimo allo zero e la guerra fra Hamas e Israele, con la prima che non ha mai abbracciato la questione palestinese, allontanano ulteriormente la creazione dello stato palestinese.
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mercoledì 21 novembre 2012
Pillar of Defense, ottavo giorno
18.00.
Stasera, alle 20 ora locale, il segretario di Stato USA Hillary Clinton annuncerà il cessate il fuoco unilaterale deciso da Israele. Lo riporta l'emittente televisiva Channel 1 (H/t: The Muqata).
17.55.
Piazzale Loreto, Gaza:
http://www.youtube. com/watch?v=_M2ncrqJPOw
Immagini troppo cruente per essere viste anche come anteprima.
Se qualcuno proprio ci tiene, basta eliminare lo spazio dopo youtube. e prima di com.
Che dicono le associazioni per i diritti umani?
a questo servivano tutti gli iPhone5 andati a ruba a Gaza qualche settimana fa?
16.35.
La bambina è infatti una delle oltre duemila giovanissime vittime del regime brutale di Assad, il cui genocidio passa sempre più inosservato, grazie al diversivo provocato dal terrorismo palestinese e conseguente risposta israeliana.
La bambina è rimasta vittima dei bombardamenti che hanno funestato Aleppo, centro nevralgico della resistenza siriana (H/t: HPmonitor):
15.40.
«Ecco le scene dei feriti. Con l'aiuto di dio, presto vedremo i corpi infilati nei sacchi neri (quelli dei cadaveri, NdR). Prego Allah onnipotente che vedremo presto i cadaveri. Questo sono per ora le immagini dei feriti sionisti. In questo momento, nelle moschee nella Striscia di Gaza, dai minareti si levano urla "Allah akbar" e di gioia, mentre gli abitanti della Striscia ringraziano in ginocchio il Signore. Il morale in questo momento è al cielo, e sale come i missili della resistenza».
Signori, questo è il terrorismo. Mai sentiti essere umani compiacersi per la morte provocata ad altri esseri umani.
14.52.
L'attentato terroristo di questa mattina a Tel Aviv sarebbe stato rivendicato dalle Brigate dei martiri Al-Aqsa, braccio militare di Al Fatah. Il partito di Abu Mazen, il "moderato" che si appresta a chiedere il riconoscimento di stato alle Nazioni Unite. Questo spiegherebbe la perplessità compiaciuta di Hamas, che loda l'attentato senza essersene assunta la paternità.
11.18.
Almeno dieci feriti (tre gravi) secondo la Croce Rossa israeliana, nell'esplosione dell'autobus a Tel Aviv. Sembra più probabile la matrice terroristica.
Si parla di un attentatore suicida.
La notizia è stata accolta da festeggiamenti nella Striscia di Gaza, secondo il canale arabo della BBC.
Secondo Muqata, la bomba è stata piazzata a bordo dall'attentatore prima di dileguarsi, ma non sarebbe esplosa completamente.
I feriti ora sono 15-20, di cui almeno 5 in condizioni serie o gravi.
E' caccia all'attentatore. Blocchi stradali contornano la scena del crimine.
11.15.
09.45.
09.30.
Le segnalazioni piovute devono aver mosso a pietà il titolista, che ha rimosso "Gaza", definendo le vittime terrorizzate genericamente "bambini". Ma, come sempre, qualcosa pur sempre resta... (H/t: Another Mudpit)
08.40.
Per loro fortuna, non hanno nulla da obiettare nei confronti dei rifugi anti-missile gentilmente messi a disposizione dal governo israeliano (H/t: Israellycool).
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martedì 20 novembre 2012
Pillar of Defense, settimo giorno
18.55.
E' morto il soldato israeliano riservista gravemente ferito questa pomeriggio da un missile sparato da Gaza verso l'area meridionale di Israele.
Si chiamava Yosef Fartuk, caporale di 18 anni.
18.30.
Sorte analoga è toccata ad altri cinque palestinesi, uccisi con un colpo d'arma da fuoco. Il sospetto nasceva dalla detenzione di «materiale ad alta tecnologia e apparecchiature di ripresa per effettuare filmati delle postazioni» (telefonini di ultima generazione, insomma).
16.45.
16.15.
15.40.
15.22.
I volantini lanciati dal cielo dall'aviazione israeliana, con cui si mette in allerta la popolazione civile dei quartieri orientali di Gaza, soprattutto evitando i membri di Hamas e le loro installazioni belliche (H/t: Muqata).
Si intensificano nel frattempo gli attacchi terroristici: oltre 100 missili sono già stati sparati oggi.
Nel frattempo sei palestinesi sono stati giustiziati oggi da Hamas sulla piazza pubblica di Gaza, sospettati di spionaggio a favore di Israele. Vittime che quasi sicuramente saranno "contabilizzate" come di responsabilità dello stato ebraico.
14.52.
L'IDF sta invitando la popolazione civile di alcune aree di Gaza di evacuare in tempi rapidi. Lo riporta Channel 2. Ciò potrebbe dare il via alle operazioni di terra, nel momento in cui il presidente egiziano Morsi continua a ritenere prossima una tregua (in base a quale elemento non si sa: i terroristi hanno respinto i termini del cessate il fuoco proposto dal governo israeliano).
14.37.
Secondo Muqata, almeno un palestinese del West Bank sarebbe rimasto ucciso dal missile sparato da Gaza, e diretto verso Gerusalemme.
14.15.
Il missile sparato da Gaza verso Gerusalemme, è precipitato in un villaggio del West Bank, non lontano da Betlemme. La Magen David Adom (Croce Rossa israeliana) ha già offerto il suo soccorso alle famiglie palestinesi raggiunte dall'attacco partito da Gaza. L'attacco è giunto mentre il segretario generale dell'ONU è in visita presso la capitale israeliana.
Nessuna voce di condanna dal mondo arabo, per l'aggressione di quella che è ritenuta la terza città santa al mondo, dopo la Mecca e Medina.
Fonte foto: The Muqata.
12.30.
12.03.
Il software più impiegato dalla BBC, dalla CNN, dal New York Times, dal Guardian e da innumerevoli altre testate mondiali. Gli utenti di Facebook lo adoreranno per la sua versatilità e per la disponibilità di immagini fasulle con cui diffamare lo stato di Israele (H/t: JudgeDan48).
12.01.
Il canale televisivo israeliano Channel 2 riporta che Hamas ha respinto i termini della proposta del governo israeliano per il cessate il fuoco (H/t: The Muqata).
11.40.
10.58.
Ulteriore aggiornamento (fonte: JPost). Il responsabile dell'aggressione ai danni della guardia all'esterno dell'ambasciata USA a Tel Aviv, ha 41 anni, ed è ebreo israeliano, non arabo, come inizialmente ritenuto.
10.50.
Fra le condizioni che Hamas e Jihad Islamica pongono per sospendere gli attacchi terroristici, c'è la richiesta di rimozione del blocco navale al largo delle coste di Gaza. Per l'Iran deve risultare eccessivamente dispendioso far arrivare armi e munizioni dal Sudan...
Altrettanto irrealistico ipotizzare che sarà accolta la richiesta israeliana di un cessate il fuoco per almeno 15 anni.
10.20.
Attentato nei pressi dell'ambasciata USA a Tel Aviv: un uomo, di origine araba, ha aggredito una guardia con un'ascia. La guardia è leggermente ferita ad una gamba. Lo riporta la radio israeliana.
Channel 2 invece riporta un aggressione con arma da fuoco.
Nuovi dettagli sopraggiungono: l'uomo era armato di pistola, ma non ha aperto il fuoco. Ha invece ferito ad un gamba l'agente, che ha sparato in aria colpi a scopo intimidatorio. L'uomo è stato arrestato dalla polizia.
10.15.
09.55.
09.37.
L'IDF rende noto che oltre 120 camion, carichi di generi alimentari, beni di prima necessità e aiuti umanitari, sono fermi al valico di Kerem Shalom al confine sudoccidentale con Gaza. Non possono entrare perché Hamas continua a bombardare i valichi, impedendo il transito delle merci.
09.12.
L'emittente televisiva Channel 2 riporta che sono 22 oggi i missili sparati verso la città meridionale di Beer Sheva. Alla faccia della tregua.
09.05.
08.35.
Fonti citate dall'AFP rivelano che le operazioni di terra da parte dell'esercito israeliano sono rimandate nel tempo, mentre il segretario di stato USA Hillary Clinton è in viaggio verso Gerusalemme e il Cairo. Continuano i bombardamenti dell'Israele meridionale.
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lunedì 19 novembre 2012
Pillar of Defense, sesto giorno
17.45.
Un altra bufala, anche stavolta prontamente segnalata. Il blogger "Dylan" spaccia oggi per vittime palestinesi, padre e bambino uccisi dalla repressione siriana di Assad. Si notino le date: 19 novembre, e 6 settembre. A meno che si creda nella reincarnazione, si tratta delle stesse persone (H/t: BDS Gone Bad).
17.30.
IDF impegnato su due fronti: mentre combatte il terrorismo di Hamas, della Jihad Islamica e delle altre formazioni estremiste che lanciano attacchi nei confronti delle città israeliane; al tempo stesso si assicura che la Striscia di Gaza sia rifornita periodicamente di generi alimentari, medicinali e generi di prima necessità.
17.25.
16.10.
Da notare comunque come l'unica vittima della esecuzione sia stato l'obiettivo. Rimanendo illesi tutti gli altri giornalisti e addetti stampa. Quando si dice "precisione chirurgica". Ma cosa ci facevano quei giornalisti in un covo di terroristi? scudi umani? o ne raccoglievano l'intervista in (poca) esclusiva?
15.42.
15.20.
14.50.
In questo video lo strike di un obiettivo militare è ritardato fino a quando si ha la sicurezza che nessun passante si trovi nei paraggi. Una volta raggiunta questa condizione, il deposito di munizioni è colpito, coinvolgendo nell'esplosione un altro deposito contiguo.
12.00.
10.52.
Sul Jerusalem Post.
10.15.
Che poi la Siria abbia massacrato centinaia di palestinesi nei campi profughi; su questo si può comodamente sorvolare...
H/t: OPAW.
09.55.
Peccato però che ancora una volta non provenga da Gaza. Bensì dalla Siria. Dove 2438 bambini sono stati uccisi dalla repressione di Assad. Bambini di cui non si interessa alcuno, fino ad oggi, quando le loro immagini sono utilizzate dai media per illustrare le loro corrispondenze di guerra farlocche.
La foto è stata scattata lo scorso 28 ottobre: C'è di peggio della disinformazione, ed è la mala fede.
H/t: BBC Watch.
09.45.
Oggi scuole chiuse nel raggio di 40 chilometri di Gaza.
Una di queste, ad Ashkelon, è stata appena raggiunta da un missile sparato dai terroristi palestinesi, non intercettato da Iron Dome.
Da queste parti i bambini non sono usati come scudi umani.
07.10.
Le armi sono imbarcate nei porti iraniani, circumnavigano la penisola araba e giungono nel Sudan, da dove partono per il deserto egiziano, entrando nella Striscia di Gaza tramite il Sinai in mano agli estremisti islamici.
Ciò suggerisce che l'eventualità di una tregua (che in arabo assume tristemente il nome di hudna, vale a dire una pausa utile per ricostruire le forze e sferrare nuovi e più proficui attacchi) con Hamas, non eliminerebbe la minaccia terroristica, che sarebbe perpetrata ulteriormente da Jihad Islamica, Comitato di Resistenza Popolare (PRC), FPLP e altre sigle numericamente minori, ma non meno violente.
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domenica 18 novembre 2012
Pillar of Defense, quinto giorno
18.00.
Secondo il Sunday Times, forze speciali di terra israeliane sarebbero già entrate nella Striscia di Gaza. Lo riporta il Times of Israel.
Il timore è che i terroristi potrebbero cadere nel panico, armando le testate dei missili siriani Fajr-5 con munizioni chimiche per rovesciare le sorti del conflitto.
17.26.
17.23.
Un altro brillante colpo nella lotta al terrorismo è stato inferto. Oggi l'esercito israeliano ha eliminato Yahyia Byya, responsabile capo del programma missilistico dell'organizzazione terroristica palestinese che governa la Striscia di Gaza. Lo riporta il Jerusalem Post. La maggior parte degli attacchi verso l'Israele meridionale erano di sua diretta responsabilità.
17.20.
Giunge la conferma definitiva della causa della morte di Mahmoud Sadallah, il bambino palestinese di quattro anni baciato sulla fronte dal primo ministro israeliano. Lo rivela Honest Reporting, che riporta un articolo del Telegraph, secondo cui appunto la morte sarebbe dovuta ad un missile palestinese difettoso, ricaduto a Gaza. Conferme giungono dal Palestinian Centre for Human Rights.
17.00.
Il Corriere annuncia indignato: a Gaza 50 morti. Arrotondando per eccesso le stime di fonte palestinese: 42 vittime accertate e riportate. Sorvolando sulla credibilità delle fonti (il ministero della sanità è sotto il diretto controllo di Hamas, che ha quartier generale al piano -2 del policlinico costruito a suoi tempo dagli israeliani), sul fatto che siano quasi tutti terroristi, sull'uso ammesso e disinvolto di donne e bambini come scudi umani, sulle morti provocate dai missili palestinesi difettosi che tornano indietro, sulle vittime contabilizzate, ma perite in altri conflitti e spacciate per "fresche". 50 morti. Poco più lontano, in Iran, 81 persone hanno subito una condanna a morte questo fine settimana. Silenzio. In Siria 40 mila morti in poco più di un anno e mezzo. Silenzio.
16.55.
Negli ultimi quattro giorni 99 missili sparata da Gaza, sono ripiombati sulla stessa Gaza, cagionando morti e feriti. Hamas spende il denaro per armamenti sempre più devastanti, ma non ha alcun interesse a costruire rifugi per la popolazione civile, che anzi impiega deliberatamente come scudi umani.
11.25.
Vita nei rifugi antimissile. Ai bambini è insegnato ad intonare canzoni al ritmo delle sirene che suonano l'allarme. Anche il gioco serve a sconfiggere la paura e l'ansia.
10.50.
H/t: Avital Leibovich.
10.40.
H/t: Avital Rachel.
10.30.
Stike aereo colpisce una piattaforma di lancio nelle immediate vicinanze di una moschea, rimasta del tutto illesa. Perché Hamas nasconde le rampe di lancio nei pressi di aree così frequentate?
10.15.
«Sì, è vero, usiamo donne e bambini come scudi umani. Desideriamo la morte, come loro adorano la vita». E ne sono pure orgogliosi. Si capisce: forniscono materia prima ai media occidentali, che potranno denunciare la morte di bambini e innocenti.
Per memoria:
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Piccoli palestinesi vittime del fuoco amico
Nuovo scivolone dei media internazionali, ingannati nelle loro corrispondenze dalla propaganda palestinese (ma la verifica delle fonti non è un principio supremo del giornalismo? non basta giustificarsi sostenendo «noi non sapevamo...»).
Mahmoud Sadallah, il bambino di Gaza di 4 anni rimasto ucciso qualche giorno fa, e baciato sulla fronte da un primo ministro egiziano stravolto e adirato; non è morto per mano di Israele, ovviamente. Secondo una credibile ricostruzione, è rimasto ucciso da un missile palestinese, ricaduto a Gaza.
Lo ammette una fonte non sospettabile di parzialità come il New York Times, che venerdì riconosceva la responsabilità del terrorismo palestinese nella morte del piccolo Mahmoud: «non è chiara la responsabilità dello strike di Annazla (la città nel nord della Striscia di Gaza dove è stata registrata la tragica morte, NdT): i danneggiamenti non sembrano provocati da un F16, il che aumenta le probabilità che un missile errante sparato dai militanti palestinesi sia il responsabile delle morti». L'esplosione è avvenuta mentre l'esercito israeliano rispettava la tregua concordata in concomitanza con la visita ufficiale del primo ministro egiziano. Rincara la dose l'Associated Press, che rileva: «la famiglia di Mahmoud afferma che il ragazzino era nelle vicinanze della loro abitazione quando è morto, assieme ad un uomo di 20 anni, ma nessuno ha testimoniato di uno strike aereo. L'area mostra segni di un proiettile esploso da queste parti, con le schegge conficcate nelle pareti delle abitazioni vicine, e con le finestre della cucina in frantumi. Ma i vicini testimoniano che la polizia locale ha rapidamente rimosso i resti del proiettile, rendendo impossibile verificare la provenienza del medesimo».
Evidentemente, se il proiettile fosse stato sparato dall'aviazione israeliana, i resti sarebbero stati mostrati al mondo intero. La controprova è offerta dal PCHR, organizzazione di parte, che non include Mahmoud Sadallah fra le vittime palestinesi. Il cessato il fuoco non è stato rispettato dai terroristi palestinesi, il che chiude definitivamente il cerchio.
H/t: Elder of Zyion.
Mahmoud Sadallah, il bambino di Gaza di 4 anni rimasto ucciso qualche giorno fa, e baciato sulla fronte da un primo ministro egiziano stravolto e adirato; non è morto per mano di Israele, ovviamente. Secondo una credibile ricostruzione, è rimasto ucciso da un missile palestinese, ricaduto a Gaza.
Lo ammette una fonte non sospettabile di parzialità come il New York Times, che venerdì riconosceva la responsabilità del terrorismo palestinese nella morte del piccolo Mahmoud: «non è chiara la responsabilità dello strike di Annazla (la città nel nord della Striscia di Gaza dove è stata registrata la tragica morte, NdT): i danneggiamenti non sembrano provocati da un F16, il che aumenta le probabilità che un missile errante sparato dai militanti palestinesi sia il responsabile delle morti». L'esplosione è avvenuta mentre l'esercito israeliano rispettava la tregua concordata in concomitanza con la visita ufficiale del primo ministro egiziano. Rincara la dose l'Associated Press, che rileva: «la famiglia di Mahmoud afferma che il ragazzino era nelle vicinanze della loro abitazione quando è morto, assieme ad un uomo di 20 anni, ma nessuno ha testimoniato di uno strike aereo. L'area mostra segni di un proiettile esploso da queste parti, con le schegge conficcate nelle pareti delle abitazioni vicine, e con le finestre della cucina in frantumi. Ma i vicini testimoniano che la polizia locale ha rapidamente rimosso i resti del proiettile, rendendo impossibile verificare la provenienza del medesimo».
Evidentemente, se il proiettile fosse stato sparato dall'aviazione israeliana, i resti sarebbero stati mostrati al mondo intero. La controprova è offerta dal PCHR, organizzazione di parte, che non include Mahmoud Sadallah fra le vittime palestinesi. Il cessato il fuoco non è stato rispettato dai terroristi palestinesi, il che chiude definitivamente il cerchio.
H/t: Elder of Zyion.
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