Domenica pomeriggio, i pazienti del reparto di Oncologia pediatrica del Sourasky Medical Center di Tel Aviv sono scesi al piano terra per partecipare ai festeggiamenti di Hanukkah. Hanno acceso la menorah e cantato le canzoni tradizionali che ricordano la rivolta dei maccabei che nel 167 AC sconfissero i potenti greci. Ma mentre il miracolo era celebrato al piano di sotto, un miracolo moderno si compiva al secondo piano dell'ospedale. Tal Zilker, un ragazzo di 17 anni dell'Israele meridionale, chiacchierava con il suo nuovo migliore amico: Qsuy Imran, anch'egli di 17 anni, proveniente da Gaza.
Essendo reduce da una pesante seduta di chemioterapia, Imran era troppo debole per partecipare ai festeggiamenti, e così Zilker ha deciso di rimanere a fargli compagnia. "Chiacchierare" è una parola grossa per descrivere l'interazione fra i due ragazzi. Ma quando si è così giovani, il vocabolario non è così importante: «siamo tutti e due matti per la Playstation», esclama Zilker.
Questa amicizia fra due coetanei, che condividono anche la stessa malattia, lo stesso aspetto fisico, e la stessa passione per i videogame, non farebbe notizia, se non fosse per la loro provienenza.
Zilker infatti proviene da Ashdod, una città dell'Israele meridionale, mentre Imran proviene da Khan Yunis, Striscia di Gaza. Durante i sette giorni dell'operazione "Pilastro di Difesa", il mese scorso, Hamas ha sparato oltre 1400 razzi verso Israele; la maggior parte dei quali indirizzati versi le città di Ashdod e Ashkelon. L'esercito israeliano (IDF) ha colpito oltre 1500 obiettivi militari nella Striscia di Gaza. L'aspetto sconcertante è che mentre Hamas attaccava Israele, da Gaza continuavano a partire pazienti per essere curati negli ospedali israeliani; molto dei quali localizzati nelle aree aggredite da Hamas.
Gli ospedali dello stato ebraico accettano pazienti palestinesi da anni. Semplicemente, non vi sono strutture mediche sufficienti a Gaza per curare la crescente popolazione, e quelli che ci sono, non sempre sono ben attrezati. Secondo l'istituto centrale di statistica di Gaza, ci sono nella Striscia 24 centri medici che servono una popolazione di 1,7 milioni di persone. In Israele, in confronto, ci sono 377 ospedali per una popolazione di quasi 8 milioni di abitanti. Soltanto l'anno scorso, più di 100 mila palestinesi hanno ricevuto cure mediche in Israele.
A rendere le cose ancora più complicate, molti dei medici al tempo stesso prestano obbligatoriamente servizio presso l'IDF. Difatti il dottore Dror Levin, l'oncologo che cura Zilker e Imran, ha passato l'intera settimana dell'operazione Pillar of Defense pattugliando il confine con Gaza assieme ad altri riservisti: «per me è molto semplice», ammette il dottor Levin, adesso in abiti civili. «Qsuy non è un abitante di Gaza. E' un ragazzo che abbisogna del mio aiuto. Fine della storia».
Jihad (guerra santa, in arabo, NdT), il padre di Imran, ha lavorato in Israele come carpentiere: «so che in Israele c'è brava gente, ma sono stato colpito dal livello di premure ricevute durante il nostro soggiorno a Tel Aviv. Ci hanno trattato come membri di una famiglia. Non posso che adorare i medici e tutto lo staff».
Zilker è ancora più chiaro, come solo un ragazzo di 17 anni lo può essere: «ho sempre pensato che ci sono alcuni buoni palestinesi, ma che la maggior parte di essi fosse cattiva. Adesso penso il contrario: ci sono alcuni cattivi, ma molti buoni».
Sia Zilker che Imran stanno per tornare a casa. In entrambi i casi, i medici sono riusciti a rimuovere il tumore. Imran non vede l'ora di tornare a scuola, ma la prima cosa che farà a casa è tornare a giocare a pallone. Zilker sogna di esplorare la California.
Non sanno se mai un giorno si rivedranno. Ma nel frattempo, giocano sul campo di calcio virtuale che ha favorito la loro conoscenza nel mondo reale.
Fonte: The Daily Beast.
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