Al Majd, un sito impegnato nel "proteggere" Gaza dallo spionaggio israeliano, ha pubblicato le "confessioni" di un "collaboratore" barbaramente e pubblicamente giustiziato durante i giorni di Pillar of Defense.
Le rivelazioni dell'assassinato non contengono però elementi utili ai fini dell'intelligence. Piuttosto, riflettono la disillusione e lo scetticismo tipici di chi vede la corruzione dilagare nella propria società.
Il "collaboratore" quando era in vita faceva il tassista, ed era solito chiacchierare con i suoi clienti, talvolta a proposito della corruzione di Hamas. Le "confessioni" includevano le recriminazioni contro Suha Arafat (la ricca moglie dell'ex presidente dell'OLP, NdT), che ha occultato una fortuna, che spende allegramente a Parigi; il comportamento di Hamas, che si accaparra e nasconde il combustibile per le auto dei suoi gerarchi, lasciando i gazani a secco; la responsabilità di Hamas per l'assedio di Gaza, le critiche per il sequestro di Gilad Shalit, l'arricchimento disonesto dell'organizzazione terrorista che governa Gaza, l'escalation di violenze che condusse alla guerra del 2008/2009, l'indifferenza di Hamas nei confronti delle sofferenze della gente comune, e gli acquisti sfrontati di auto di lusso per gli esponenti del regime.
L'accusa mossa verso il tassista è stata quella di diffondere maldicenze, seguendo gli ordini dell'intelligence israeliana. Secondo il sito, il poveretto avrebbe confessato: «la resistenza ha compiuto giustizia nei confronti di questa spia». A marzo Hamas ha arrestato diverse diecine di tassisti, accusati di diffondere maldicenze a proposito della crisi del carburante a Gaza.
Non vi è dubbio: ogni palestinese malcontento è per definizione una spia israeliana, dal momento che tutti sanno che Gaza è davvero un paradiso.
Fonte: Elder of Ziyon.
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