Sollievo per la decisione del CIO di osservare un momento di silenzio in occasione della cerimonia inaugurale della XXX Edizione delle Olimpiadi moderne. Rincrescimento per il fatto che non è stato fatto in memoria delle undici vittime dell'attentato terroristico palestinese che insanguinò le Olimpiadi di Monaco del 1972.
Slate riporta che in due momenti la cerimonia inaugurale è stata interrotta: per ricordare le vittime delle due guerre mondiali e degli altri conflitti combattuti sulla terra (legittime le proteste dei familiari delle vittime del cielo, dello spazio e degli abissi marini); e per "coloro che non possono essere qui in questo momento".
Smentito il principio ipocrita della presidenza Rogge, secondo cui la cerimonia non si prestava alla rimembranza. Il CIO si è ritagliato due momenti per ricordare. Per ricordarci quanto i morti possano essere differenti. Specie se vittime di un terrorismo che gode ancora di giustificazioni e coperture.
Dal presidente di un organismo internazionale, immortalato con i vessilli palestinese, era proprio quello che ci si poteva aspettare.
La pavida BBC, timorosa di indispettire una parte dell'utenza araba (mi rifiuto di credere che TUTTI gli arabi siano fiancheggiatori del terrorismo. Sono sicuro che diversi arabi avrebbero approvato un momento di rispetto per le vittime della brutalità e dell'odio), continua a rimestare la cloaca dell'ipocrisia e del politically correct. La famosa scheda informativa dello stato israeliano è stata ancora una volta emendata: la superficie è immutata: 22072 chilometri quadrati: quanto una regione italiana come la Puglia o il Piemonte (e questa dovrebbe essere la minaccia per il mondo arabo?!). Ma adesso campeggia una precisazione: quest'area include la capitale Gerusalemme e le alture del Golan, strappate alla Siria dopo la Guerra dei Sei Giorni. Ho controllato la scheda dell'Italia, attendendomi una simile precisazione a proposito della capitale Roma, strappata allo stato del Vaticano nel 1870, e di Trento e Trieste, notoriamente vinte all'Austria dopo un sanguinoso conflitto; senza successo. Fiducioso che giungerà puntuale la precisazione nei prossimi giorni. O vogliamo irritare i neoborbonici e non solo essi, che da sempre denunciano l'annesione forzosa del Mezzogiorno d'Italia da parte del regno sabaudo?
(H/t: Israellycool.com)
Malgrado l'ottuso rifiuto del CIO, le iniziative a sostegno della commemorazione delle vittime del brutale attentato a Monaco si sono andate moltiplicando nei giorni: domenica la delegazione italiana alle Olimpiadi di Londra ha ricordato i caduti dell'attentato terroristico palestinese del 1972 davanti alla sede israeliana presso il villaggio olimpico di Londra, mentre giovedì il capitano e i membri dell'equipaggio di un volo Easy Jet diretto a Tel Aviv, hanno osservato in volo un minuto di silenzio in onore degli atleti israeliani trucidati quarant'anni fa.
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lunedì 30 luglio 2012
Alla fine è stato osservato il silenzio
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mercoledì 23 maggio 2012
Ancora sul rumoroso silenzio del CIO
Le prossime Olimpiadi saranno coperte da un silenzio straziante. Il Comitato Olimpico Internazionale non ha ancora riconosciuto l'opportunità di osservare un minuto di silenzio in memoria delle undici vittime - undici atleti israeliani - del macabro attentato terroristico del 1972. Dopo quarant'anni, la fiamma dei ricordi non si spegne ancora. Quella olimpica, sì.
Moshe Weinberg, Yossef Romano, Ze'ev Friedman, David Berger, Yakov Springer, Eliezer Halfin, Yossef Gutfreund, Kehat Shorr, Mark Slavin, Andre Spitzer, Amitzur Shapira e Anton Fliegerbauer furono prelevati dalle loro camere nel villaggio olimpico di Monaco, nella (allora) Germania Federale. Furono picchiati e sequestrati. In cambio, i terroristi chiedevano la scarcerazione di 234 detenuti arabi rinchiusi nelle carceri israeliane per vari reati, e un salvacondotto verso l'Egitto. Lo scontro con una impreparata e dilettantesca polizia tedesca fu sanguinoso. Cinque terroristi persero la vita e tre furono arrestati, ma successivamente rilasciati dopo il dirottamento di un aereo della Lufthansa, sempre ad opera del gruppo terroristico palestinese "Settembre Nero". Tornati nei paesi di provenienza, furono salutati come eroi e accolti con tutti gli onori.
E' ripugnante il silenzio del CIO. Non è accettabile la spiegazione che un gesto umano e civile sarebbe accolto con irritazione dalla popolazione araba. Non è sicuramente così. Chi ama la pace non lo può accettare. E' un oltraggio nei confronti degli arabi.
Ricordare per un minuto le vittime del crimine non è un gesto politico. Non implica in alcun modo la condivisione della politica del governo israeliano, presente o passato o futuro. E' un gesto di fratellanza che lo spirito olimpico dovrebbe far rivivere, seppure ad intermittenza quadriennale. Rifiutare questa logica lampante equivale ad avallare simili tragedie nel futuro, come ha ricordato la signora Ankie Rekhess-Spitzer, vedova di uno degli atleti trucidati dai terroristi quarant'anni fa: «Non dimentichiamo ciò che è successo a Monaco. E facciamolo per una ragione: per evitare che accada di nuovo».
Danny Ayalon, vice-ministro degli Esteri israeliano, è come tutti indignato e sconcertato per il brutto gesto del CIO, ed esorta in un'intervista tutte le persone di buona volontà a fare un piccolo gesto, un gesto di un minuto, per indurre il comitato organizzatore a commemorare le vittime di quella strage.
Tutti si possono impegnare. Basta compilare la petizione online che la signora Spitzer ha avviato. Sono state già raccolte più di 80 mila firme. Si può ancora aggiungere il proprio sassolino. Come quelli che in segno di rispetto e di ricordo adornano le tombe degli ebrei.
Moshe Weinberg, Yossef Romano, Ze'ev Friedman, David Berger, Yakov Springer, Eliezer Halfin, Yossef Gutfreund, Kehat Shorr, Mark Slavin, Andre Spitzer, Amitzur Shapira e Anton Fliegerbauer furono prelevati dalle loro camere nel villaggio olimpico di Monaco, nella (allora) Germania Federale. Furono picchiati e sequestrati. In cambio, i terroristi chiedevano la scarcerazione di 234 detenuti arabi rinchiusi nelle carceri israeliane per vari reati, e un salvacondotto verso l'Egitto. Lo scontro con una impreparata e dilettantesca polizia tedesca fu sanguinoso. Cinque terroristi persero la vita e tre furono arrestati, ma successivamente rilasciati dopo il dirottamento di un aereo della Lufthansa, sempre ad opera del gruppo terroristico palestinese "Settembre Nero". Tornati nei paesi di provenienza, furono salutati come eroi e accolti con tutti gli onori.
E' ripugnante il silenzio del CIO. Non è accettabile la spiegazione che un gesto umano e civile sarebbe accolto con irritazione dalla popolazione araba. Non è sicuramente così. Chi ama la pace non lo può accettare. E' un oltraggio nei confronti degli arabi.
Ricordare per un minuto le vittime del crimine non è un gesto politico. Non implica in alcun modo la condivisione della politica del governo israeliano, presente o passato o futuro. E' un gesto di fratellanza che lo spirito olimpico dovrebbe far rivivere, seppure ad intermittenza quadriennale. Rifiutare questa logica lampante equivale ad avallare simili tragedie nel futuro, come ha ricordato la signora Ankie Rekhess-Spitzer, vedova di uno degli atleti trucidati dai terroristi quarant'anni fa: «Non dimentichiamo ciò che è successo a Monaco. E facciamolo per una ragione: per evitare che accada di nuovo».
Tutti si possono impegnare. Basta compilare la petizione online che la signora Spitzer ha avviato. Sono state già raccolte più di 80 mila firme. Si può ancora aggiungere il proprio sassolino. Come quelli che in segno di rispetto e di ricordo adornano le tombe degli ebrei.
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mercoledì 7 settembre 2011
Per ricordare...

39 anni fa 11 atleti israeliani furono trucidati durante le Olimpiadi di Monaco. Fra i responsabili riconosciuti di quella carneficina, il "premio Nobel" Yasser Arafat e il leader dell'Autorità Palestinese Abu Mazen, che fra qualche giorno si presenterà all'ONU per chiedere il riconoscimento dello stato di Palestina.
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