venerdì 10 gennaio 2014

Premio "Foto dell'anno da luoghi di guerra"

Non sappiamo dove questa foto è stata scattata - apparentemente in Medio Oriente, ma chi può dirlo? Non sappiamo cosa renda quella bandiera così tesa, in un luogo talmente angusto che difficilmente il vento si fa sentire così imponente (probabilmente fuori scena troneggia un ventilatore nascosto - da set fotografico - che impone al vessillo una posizione imperiosa). Ma ammiriamo la posa plastica del modello, degno allievo dell'Actors' Studio, e apparentemente intento a scagliare un sasso contro l'odiato nemico occupatore-usurpatore-accerchiatore-(metticiquaquellochetipare).
Deploriamo la cattiva abitudine di non stendere il red carpet davanti a questo figurante, a beneficio della stampa accorsa su chiamata per immortalarlo. Stigmatizziamo la mancata dotazione di caschetto o copricapo di ordinanza da parte della seconda fotografa da sinistra; esposta al rischio di rappresaglia da parte del perfido sionista. E ce la prendiamo con le norme architettoniche, che in questo luogo evidentemente impediscono di arricchire le pareti sceniche con frasi memorabili e ad effetto del tipo "End Israeli occupation".
Certo quest'anno per il premio della "Foto dell'anno da luoghi di guerra" ci sarà una bella lotta: sarà condiviso ex aequo fra molti fotografi. Troppa, la sproporzione fra reporter, da un alto, e "resistenti", dall'altro: più palestinisti, occorrono, next time. A patto che prima di andare in scena, lascino a casa il gonfio portafogli (o un ingombrante palmare di ultima generazione).

lunedì 6 gennaio 2014

Masterchef e la barriera difensiva israeliana

Una bella storia ci giunge ancora una volta da Israele. In tutto il mondo spopola il cooking show MasterChef: giunto in Italia alla terza, trionfale edizione. Storie umane si intrecciano a spadellamenti, mantecature, tagli alla julienne e cotture molecolari. Le latitudini propongono vicende personali di diversa intensità e colorazione: così, mentre in Italia una significativa porzione di partecipanti è accompagnata dal titolo di "disoccupato" (con l'edizione precedente che fece scalpore e suscitò addirittura indignazione perché la vincitrice è titolare di un avviatissimo studio legale); in Israele il vissuto si tinge di rosso: quello del sangue.
Fra i partecipanti a questa edizione c'è Perry Shapiro, una donna sulla cinquantina, che nel 2003 ha perso la vista in seguito ad un attentato terroristico palestinese, che ha tolto la vita a 17 persone innocenti, che assieme a lei viaggiavano su un mezzo pubblico. Erano i tempi in cui in Israele si moriva facilmente: la barriera difensiva che impedisce oggi le scorribande dei terroristi provenienti dal West Bank, e che diverse vite ha salvato negli ultimi dieci anni, era ancora di là da venire.