L'antefatto: Amnesy International (l'omissione di una consonante non è da giudicarsi necessariamente un refuso) ha sempre avuto un atteggiamento parziale e tutt'altro che obiettivo nei confronti di Israele. Priva di equilibrio, sforna rapporti in cui immancabilmente colloca sul banco degli imputati lo stato ebraico, sebbene Gerusalemme non evidenzi alcuna responsabilità.
Da tempo Hamas a Gaza importa il combustibile egiziano per far girare le proprie centrali elettriche. Poiché il regime di Mubarak sussidiava massicciamente le fonti di energia per smorzare le tensioni sociali, è sempre convenuto all'enclave palestinese approvvigionarsi dal vicino Egitto; specie quando al Cairo sono saliti al potere i Fratelli Musulmani, di cui Hamas è una specie di succursale.
Oltretutto, il combustibile egiziano entrava nella Striscia in larga misura attraverso il migliaio di tunnel illegali scavati sotto al confine: il che consentiva all'organizzazione terroristica islamica di praticare una lucrosa cresta. Le offerte israeliane di fornire combustibile sono state considerate un affronto: per la provenienza "sionista", e soprattutto praticamente perché il prezzo internazionale impediva ad Hamas di guadagnarci sopra, a discapito della popolazione palestinese. Dal 2011 in poi Hamas ha fatto girare le centrali elettriche solo con il petrolio egiziano, e dall'Egitto è provenuto il carburante che ha alimentato il parco macchine circolante nella Striscia.