venerdì 5 ottobre 2012

Istruzioni per i pacifinti diretti a Gaza

Uno sconosciuto, anonimo, mi ha inviato alcune istruzioni in e-mail. Dice che la spedizione a Gaza non ha niente a che fare con la "causa palestinese", che anzi lui i palestinesi li disprezza quanto e più degli arabi, che fanno bene Giordania, Libano e Siria a mantenerli da decenni in luridi campi profughi, con tutta la discendenza fino alla terza e ora quarta generazione. Dice, questo sconosciuto, che la cosa importante è che si vadano a colpire i sionisti, che bisogna contrastare l'azione efficace del governo israeliano, che tutti i giorni organizza e invia aiuti a Gaza, il cui ammontare è di gran lunga superiore al carico di cento "flottiglie". Dice, l'anonimo, che bisogna nascondere che nella Striscia si stanno moltiplicando i milionari, che le spiagge di Gaza sono prese d'assalto da vacanzieri, che sui banchi dei mercati si trova sempre ogni bendiddio. Bisogna convincere l'opinione pubblica che è più importante sostenere i palestinesi, fornendo loro un presunto aiuto di cui non hanno bisogno, anziché aiutare le diecine di migliaia di profughi siriani in fuga dal regime sanguinario di Assad. Tacendo sui morti - molti, palestinesi - per mano di Damasco, ed enfatizzando i morti per mano di Gerusalemme, anche quando si tratta di palesi bufale.
Ero incerto se pubblicare questo memorandum. Ma magari da questa parti passa qualche militante pacifinta, che potrebbe trovare utile una serie minuziosa e dettagliata di istruzioni. Lo so che corro il rischio di confermare la natura tutt'altro che improvvisata di queste iniziative, che al contrario godono di una regia e di un'organizzazione di stampo paramilitare. Ma correrò il rischio...
Nel frattempo, però, ho trovato una fonte che riporta la versione originaria di questo manuale ad uso e consumo degli odiatori di Israele.



Incontrarsi all'aeroporto Ben Gurion.

Entrare ed uscire dall'aeroporto Ben Gurion a Tel Aviv può rivelarsi un'esperienza fra un quasi divertente teatro dell'assurdo e un'esperienza spiacevole. Qui in basso sono riportate alcune istruzioni per chi dovesse entrare in contatto con l'Airport Security Service, ASS.
L'ASS è un'entità autonoma, e quindi non è fa parte del General Security Service, meglio noto come Shin Beth. Il GSS va in giro, ma a meno che diventiate un "caso speciale", avrete a che fare soltanto con l'ASS. Sebbene l'ASS arrivi al limite delle sue prerogative, essi hanno comunque alcuni diritti e una certa autorità. Qualcosa da tenere bene a mente.

Arrivo.

Tutti i cittadini non israeliani devono compilare un modulo all'arrivo. Di solito sono 13 piccole fatiche che bisogna affrontare ai controlli di sicurezza dell'aeroporto: domande di base presso lo stand, e altre domande dieci metri dopo lo stand. Il tutto normalmente si conclude in meno di cinque minuti.
Tuttavia, l'ASS può decidere di compiere accertamenti, ponendo domande del tipo "chi ti ha invitato? dove soggiornerai? perché sei venuto? A meno che in effetti siate stati invitati da una organizzazione riconosciuta ed apprezzata - l'ISM non è fra queste! - limitatevi a dire che siete dei turisti in visita in Terra Santa. Non affrontate discussioni politiche o fate affermazioni compromettenti. Non ne vale la pena.
Sebbene una volta era improbabile che l'ASS rifiutasse il visto, da aprile 2002 le cose sono cambiate. A causa della interferenza internazionale nelle operazioni militari israeliane, le autorità locali hanno iniziato a negare il visto di ingresso a tutti coloro sospettati di essere simpatizzanti palestinesi. Ciò ha indotto a tornare indietro non solo gruppi di pacifisti, ma anche delegazioni interreligiose, operatori umanitari e medici e delegati di organizzazioni internazionali. Chi ha seguito i nostri consigli, però, non si è trovato male:

- non entrate in gruppi numerosi;
- non dite che fate parte dell'ISM;
- non dite che programmate di andare nel West Bank o a Gaza;
- non portate con voi nulla che possa etichettarvi come simpatizzante palestinese;
- preparatevi una buona scusa circa i motivi per cui siete in Israele;
- procuratevi la disponibilità di un contatto che possa essere raggiunto e confermare la vostra storia.
Se per caso vi negano l'ingresso, sarete collocati in una camera di attesa dell'aeroporto fino a quando sarà disponibile un volo che vi riporterà a casa. Potete chiedere di contattare telefonicamente l'ambasciata, e ve lo devono concedere. L'ambasciata locale può chiamare chi voi indicate. Fate chiamare il vostro referente del paese da cui provenite, che provvederà a contattare l'ISM o un avvocato.

Ripartenza.

Al contrario di quanto si possa immaginare, ripartire è ben diverso che arrivare. Sebbene per molti non vi siano problemi di sorta, per alcuni ciò può rivelarsi un'esperienza difficile e spiacevole. Possono passare diverse ore. Ma non fatevi cogliere dal panico: alla fine ce la farete. Molti paesi fanno una scansione corporale e dei bagagli per motivi di sicurezza. In Israele la procedura è 10% sicurezza e 90% bullismo, anche se dicono che è per la vostra sicurezza personale.
Funziona così: uno o due dipendenti dell'ASS vi chiederanno i documenti di viaggio. Formuleranno una lunga serie di domande, ispezionando a mano il vostro bagaglio. Non dovete procedere al check-in: lo faranno loro per voi.
Il personale si sforzerà di essere amichevole e riservato. Di solito lavorano in coppia. Tratterranno i biglietti e il passaporto fino a quando avranno espletato queste funzioni. Vi chiederanno la vostra destinazione, se riconoscete il bagaglio e il suo contenuto, se è sempre stato sotto la vostra sorveglianza, se avete ricevuto qualsiasi cosa da chicchesia. Questo è il 10% della sicurezza; adesso arriva il 90% delle domande irrilevanti: perché viaggiate con questa compagnia, se avete una coincidenza, quanto avete pagato il biglietto, perché siete in Israele, se avete contatti con qualche organizzazione che desiderate contattare telefonicamente, come siete arrivati all'aeroporto di partenza, con chi vi siete incontrati, e così via. Le domande oscillano fra lo stupido e l'offensivo.

Prima di entrare in aeroporto dovete decidere che livello di conversazione siete preparati ad affrontare. In parole povere: avete la risposta pronta se le cose dovessero precipitare? o rimarrete sul vago? o sceglierete una via di mezzo? Stando al gioco, vi limiterete a fare la parte del turista, che soggiornerà in un alberto, che non si incontrerà con alcun palestinese, che non parteciperà ad alcuna manifestazione. In questo modo, le probabilità di farla franca sono elevate, anche se non è garantita.
C'è chi si spinge nel fare affermazioni compromettenti: per esempio, non nascondete che vi siete intrattenuti con amici palestinesi, rifiutandovi di fornire il loro nome (attenzione: l'ASS non ha alcun diritto di ottenere informazioni personali su residenti nell'Autorità Palestinese). O non negate di esservi visti con organizzatori di entità "anti-occupazione". Ma ciò complica le cose.
In definitiva: rispondete a tutte le domande, avendo come limite la sfera personale. Se scegliete di non nascondere il fatto di conoscere palestinesi e di incontrarvi con essi, l'ASS arriverà a porvi domande personali. In caso di rifiuto, l'ASS potrebbe velatamente intimidirvi, sostenendo che non farete in tempo a raggiungere il vostro volo se non collaborerete. Potrebbe sopraggiungere un supervisore che alza la voce. Ma sono minacce vuote: alla fine avete la legge dalla vostra parte e prenderete il vostro volo. Mantenete calma e sangue freddo.
Spesso la coppia si alterna con un'altra, che vi sottoporrà altre domande, o magari le stesse domande. Ad un certo punto arriverà il controllo dei bagagli. Non cantate vittoria: lo esamineranno a mano. Le borse saranno svuotate, rivolteranno tutto e gli strumenti elettronici saranno particolarmente esaminati. Vi chiederanno di spiegare quello che non è così evidente, e potrebbero chiedervi di accendere il vostro computer portatile per dimostrare che effettivamente è tale, e non magari una bomba. Lasciate le batterie nel PC a tale scopo.
Aspettatevi che l'ASS sia ben organizzato ed equipaggiato. Ma non sempre lo sono. Spesso sono disorganizzati e disordinati. A volte seguono fedelmente le procedure, a volte si comportano a casaccio. Il vostro obiettivo deve sempre essere quello di riprendervi i bagagli nella loro interezza.

Cosa da non fare.

Non portate con voi informazioni circa palestinesi che conoscete o che incontrerete. I bigliettini da visita o i nomi di persone di dominio pubblico sono un conto, ma mai portare indirizzi o numeri telefonici privati. L'ASS non ha alcun diritto di ottenere informazioni personali di persone che vivono nell'Autorità Palestinese. Non dimenticate di ripulire il portatile o il tablet.
Non portate quotidiani o periodici compromettenti. Perlomeno, non quando arrivate. Se proprio dovete farlo, speditevelo a destinazione tramite fax o e-mail. Non tollerate le molestie personali. Il personale dell'ASS può compiere un'ispezione. E' svolta da una persona del vostro stesso sesso e dietro un paravento. Questa è la norma.
Non accettate la loro disponibilità ad inviarvi più avanti i vostri effetti personali. Può accadere che l'ASS si insospettisca e decida di compiere ulteriori verifiche su fotocamere, computer, rasoi, eccetera, e che si offrano di rispedirveli a casa al vostro rientro. Non lo consentite mai.

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