Dopo i primo giorni, nei quali l'ubriacatura dei media per i "pacifisti" è stata totale, si è cominciato a ragionare sulle loro identità, le motivazioni, l'ideologia fanatica che li guidava, l'antisemitismo (tornate ad Auschwitz ! urlato ai soldati israeliani) e, soprattutto, chi erano gli organizzatori e chi li aveva finanziati. Qui entra in gioco Erdogan, che non solo dato via libera al progetto, ma ne è stato l'anima. Vanno accertati i collegamenti tra il governo turco e l'Ong IHH, l'organizzazione che agistre in stretto contatto con Al Qaeda e Hamas e, come si è visto, con ramificazioni che arrivano fino ai "pacifisti" italiani ospitati sulla "Marmara".
Altro che "missione umanitaria", dei cittadini di Gaza non gliene può importare di meno, Gaza è appetibile in quanto può diventare un porto di stretta obbedienza turco-iraniana, un'arma puntata sì contro Israele, ma anche pronta a destabilizzare Arabia Saudita, Egitto, Emirati, come dire l'intera regione.
Non sarà facile farlo capire ad Obama, ma una indagine che arrivi ad incriminare Erdogan per le sue collisioni con i gruppi terroristi, è l'unica soluzione per interrompergli la corsa. Tocca quindi all'Onu, l'unica istituzione che può assumersi una impresa di questa portata.
Andrea Pezzana, Informazionecorretta
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