
mercoledì 8 maggio 2013
Arabi che ammazzano altri arabi: non fa notizia

martedì 7 maggio 2013
Per fortuna dei palestinesi, ci sono gli ospedali israeliani

lunedì 6 maggio 2013
Palestinesi dal cuore tenero?
Chi l'ha detto che gli arabi hanno gioito per la strage di Boston? è vero, ci sono stati festeggiamenti per le strade di Gaza, e possiamo immaginare altrove. Un comportamento macabro che a molti ha ricordato l'esultanza di strada scoppiata alla notizia dell'attentato alle Torri Gemelle. Ma nessuno può essere così cinico e spregevole da credere che tutti gli arabi odino in tal modo gli "infedeli". C'è brava gente anche da queste parti.
Esempio: questi due ragazzini, palestinesi, che hanno inviato un messaggio di cordoglio alle famiglie americane che hanno pianto le vittime dell'attentato del 15 aprile. Giustamente i simpatizzanti della causa palestinese chiosano: «i bambini palestinesi piangono per la gente di Boston; ma per loro, chi piange?»
Esempio: questi due ragazzini, palestinesi, che hanno inviato un messaggio di cordoglio alle famiglie americane che hanno pianto le vittime dell'attentato del 15 aprile. Giustamente i simpatizzanti della causa palestinese chiosano: «i bambini palestinesi piangono per la gente di Boston; ma per loro, chi piange?»
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domenica 5 maggio 2013
Il calcolo cinico di Assad
A quanto pare, dopo 70.000 morti, fra cui diverse migliaia di bambini (non dimentichiamolo), il mondo si sta svegliando dal torpore. Non si capisce perché, ma se quella gente è uccisa a colpi di pistola in faccia, con i bombardamenti aerei, o scaraventata nei burroni, non tocca le coscienze; ma se si impiegano i gas o comunque le armi chimiche, la famosa "linea rossa" di Obama risulta superata. E si interviene per fermare il massacro.
Il Macellaio di Damasco non intende arrendersi. E, sinceramente, il mondo non desidera un nuovo regime integralista islamico in Medio Oriente dopo quelli insediatisi in Tunisia, in Egitto, in Libia, e - si teme - in futuro forse anche in Giordania.
Sta di fatto che per portare avanti il suo genocidio, Assad si sta facendo inviare armi dall'alleato iraniano; unico rimastogli (a parte i fascisti italiani di Forza Nuova; ma quelli, più che simpatizzare per il povero Arrigoni, non fanno). Sono armi a medio raggio, capaci di coprire 300 chilometri. Praticamente, di sorvolare Israele da nord a sud. Così, da Teheran le armi atterrano in Siria, e da qui partono verso il Libano, destinazione Hezbollah. Ora, a nessuno farebbe piacere avere alle porte di casa un movimento terroristico che non esita a finanziarsi con il contrabbando di droga (vietato dal Corano); men che meno al governo di Gerusalemme, dal momento che Haifa, importante centro industriale sul Mediterraneo, dista appena 30 chilometri dal confine libanese: dove il contingente internazionale UNIFIL dovrebbe proprio sorvegliare affinché Hezbollah non si riarmi, in ossequio alla Risoluzione del CS dell'ONU 1701 del 2006 (altri soldi buttati...).
Israele e l’enigma siriano
Più volte il governo di Gerusalemme, per voce di alcuni funzionari del ministero della difesa o degli esteri, aveva avvertito, sia direttamente sia tramite i canali internazionali, che non sarebbero stati tollerati spostamenti di armi strategiche come quelle chimiche in dotazione all’esercito siriano o di missili a lunga gittata di fabbricazione iraniana nelle mani della milizia sciita Hetzbollah. Già nei mesi scorsi l’aeronautica militare israeliana aveva colpito, alla periferia di Damasco, il centro di ricerche per la guerra chimica dell’esercito siriano. Si trattò comunque di un’azione mirata e di basso profilo, più che un vero e proprio atto di guerra un serio avvertimento, niente a che vedere con quello che sta succedendo in queste ore. Ultimamente c’erano stati diversi cambiamenti ai confini fra la Siria e lo Stato ebraico, e questo non era certamente sfuggito agli esperti e agli osservatori internazionali. La prima avvisaglia si era avuta nei giorni scorsi con l’improvviso spostamento e schieramento di tre delle cinque batterie antimissile “Iron Dome”, le stesse che difesero il sud di Israele durante l’operazione “Colonna di nuvola”. Inizialmente si era pensato, o meglio si era voluto far credere, che l’azione fosse legata a delle non meglio precisate esercitazioni che avrebbero dovuto interessare reparti della brigata del Golan, alcuni squadroni di mezzi corazzati e decine di riservisti richiamati proprio per aggiornamento e addestramento, ma le ultime notizie che arrivano dai canali internazionali, e che stranamente vengono confermate nel giro di poche ore, hanno completamente cambiato le carte in tavola mettendo in luce il fatto che Israele segue gli eventi siriani come la massima attenzione e quando lo ritiene necessario interviene.
giovedì 2 maggio 2013
Un salvacondotto per i criminali palestinesi

mercoledì 1 maggio 2013
E mentre Abu Mazen diventa cittadino onorario napoletano...

Per non lasciare dubbi sulla sua moralità, Abu Mazen si è affrettato a felicitarsi con Salam As’ad Zaghal, che martedì ha accoltelato e ucciso nel West Bank Evyatar Borovsky, cittadino israeliano di 31 anni e padre di cinque figli. E' sceso in campo addirittura Al Fatah, il partito di Abu Mazen al potere in Cisgiordania (ufficialmente, per mancanza di elezioni da più di quattro anni; altrimenti, sarebbe destinato a perdere interamente il potere), che sulla sua pagina ufficiale su Facebook ha celebrato l'"eroe", peraltro rilasciato poche settimane fa dopo essere stato arrestato e incarcerato per tre anni fra l'altro per aver lanciato pietre e bottiglie incendiarie.
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