martedì 3 maggio 2011
Che fine ha fatto Ahmadinejad?
Continuano le frizioni in Iran. Due settimane fa Ahmadinejad ha silurato il ministro responsabile dell'Intelligence. Una settimana dopo è stato cazziato da Khamenei, la "guida suprema spirituale", che ha fatto pressioni per rimettere il ministro al suo posto. A quel punto A. è scomparso dalla ribalta pubblica, rimanendo confinato nella sua abitazione, mentre K. sottolineava pubblicamente la disubbidienza del suo "protetto".
A. sta cercando ora di uscire dall'angolo, cospargendosi il capo di cenere e riconoscendo la leadership di K., che l'ha spalleggiato in occasione dei tumulti ("Onda Verde") successivi alla sua dubbia rielezione del 2009. Ma restano i dissidi sullo sfondo, e la storia dell'Iran insegna che a mettersi contro la guida suprema spirituale si perde la poltrona, e spesso non solo quella. Rimane il contrasto ideologico, e quello legato al ruolo dell'Iran nei disordini in Bahrain e in Arabia Saudita.
Le tensioni al vertice in Iran potrebbero essere sfruttate da Israele, che secondo fonti iraniane starebbe ammassando aerei in una base americana in Iraq. Il programma di arricchimento dell'uranio a scopi bellici in Iran non è cessato, e secondo fonti dell'intelligence americana mancherebbero pochi mesi al completamento della prima bomba atomica del regime iraniano. Al pari di quanto fatto in Siria alcuni anni fa, l'IAF potrebbe approfittare di questo vuoto al vertice di Teheran per eliminare una pericolosa minaccia per Israele e in generale per tutto il Medio Oriente.
E secondo il NYT, che cita un giornale arabo stampato a Londra, Hamas potrebbe sloggiare dalla Siria e trovare una nuova sede in Qatar, in seguito ai contrasti con il governo di Damasco che pretende l'appoggio dell'organizzazione terroristica che controlla Gaza in relazione alla brutale repressione di queste settimane (oltre 500 morti). Perdere l'"ufficio di rappresentanza" di Hamas sarebbe un brutto colpo per il prestigio di Damasco nell'area.
Hamas dovrebbe firmare domani in Egitto l'accordo di riconciliazione con Al Fatah, che governa la Cisgiordania, onde pervenire ad un governo unitario (verosimilmente a guida Hamas, con il conseguente suicidio politico di Abu Mazen; ma questo è un altro discorso...) e ad elezioni entro un anno. Ma Hamas ha stigmatizzato l'uccisione di Osama bin Laden, a differenza di Abu Mazen, che ieri ha salutato come benvenuta la morte del leader di Al Queda. Una crepa difficile da ricomporre...
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I morti in Siria sono 560.
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