domenica 22 maggio 2011

Obama: i confini fra Israele e Palestina non possono essere quelli del 1967



"Non ci si può aspettare che Israele negozi con Hamas", ha affermato oggi Obama, chiedendo al gruppo islamico palestinese che controlla la Striscia di Gaza (e presto anche la Cisgiordania) di rilasciare Gilad Shalit, sequestrato cinque anni fa in Israele da un commando palestinese: "nessun paese può negoziare con un gruppo terroristico che lavora alla sua distruzione", ha chiosato Obama. Il "Corriere della Sera" in una "ultima ora", ha preferito citare Hamas (secondo il quale Obama mira all'attacco dell'accordo Hamas-Fatah), e non il presidente degli Stati Uniti d'America, il che è tutto dire...

Già stamattina in una intervista alla BBC Obama ha corretto il tiro rispetto alle dichiarazioni dell'altro giorno, che seguono il "famoso" discorso del Cairo, affossandolo definitivamente (e opportunamente), e rispolverando la dottrina Bush, così tanto sdegnatamente respinta due anni fa.
L'impressione però è che questa ennesima sterzata riveli ancora una volta la natura ondivaga del presidente americano, e l'assenza di strategia. Non sembra proponibile un parallelo con Arafat, che in visita nelle capitali europee portava in mano il ramoscello d'ulivo e predicava pace; mente nelle piazze arabe infiammava le masse con il kalashnikov e inneggiava all'intifada. No, Obama è proprio così: cerca di piacere a tutti, e nel frattempo perde credibilità e autorevolezza.

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