martedì 20 maggio 2014

Israele guadagna popolarità nel mondo arabo

di Khaled Abu Toameh*

La decisione della Corte Distrettuale di Tel Aviv di condannare a sei anni di reclusione l'ex Primo Ministro israeliano Ehud Olmert ha suscitato nel mondo arabo dichiarazioni di approvazione per gli standard di credibilità, trasparenza e amore della giustizia del Sistema Israele. In seguito al pronunciamento della sentenza di condanna per corruzione, molti arabi hanno manifestato la speranza di vedere le rispettive nazioni di appartenenza trarre spunto dallo stato ebraico, dove nessuno è al di sopra della legge, che sia presidente o capo del governo.
Sufian Abu Zayda, alto esponente di Al Fatah ed ex ministro dell'ANP, ha elogiato la sentenza, rimarcando che in Israele nessuno è al di sopra della legge: «questo verdetto fornisce ulteriore prova che il sistema giudiziario in Israele è pienamente autonomo nell'ambito della separazione dei poteri fra legislativo, esecutivo e giudiziario; così come i media sono totalmente indipendenti», ha concluso Abu Zayda, ritenuto un esperto del mondo israeliano.
L'approvazione del sistema democratico vigente nello stato ebraico non implica che Abu Zayda e altri arabia siano diventati d'un tratto pro-Israele, disposti ad ammetterne il diritto all'esistenza. Ma se da un lato continuano ad odiare Israele e a desiderarne la distruzione; dall'altro molti arabi non esitano a manifestare la loro ammirazione per l'indipendenza del suo sistema giudiziario.
I commenti postati da arabi e musulmani su Internet in questi giorni rivelano l'aspirazione di vedere il proprio paese imitare la democrazia israeliana. Reazioni simili seguirono la condanna da parte di un altro tribunale dell'ex presidente della repubblica a 7 anni per molestie sessuali. Di seguito alcuni commenti postati sui media arabi e sui social network, all'indomani del pronunciamento del verdetto Olmert:

  • Ali Al-Kadi: «Lodiamo il giudice David Rosen (che ha emesso la sentenza di condanna, NdR). Vorremmo tanto che il mondo arabo avesse 22 giudici come lui».
  • Mohammed Akash: «Guardate l'equità di questo giudice, e guardate dove siamo. Dobbiamo imparare dal nostro nemico. Lunga vita all'equità del sistema giudiziario israeliano».
  • Manji Dalali: «È uno dei segreti dell'affermazione di Israele sugli arabi: dobbiamo apprendere dal nemico sionista i principi della giustizia giusta».
  • Ibrahim - Libya: «Noi musulmani abbisognamo enormemente di un sistema giudiziario decente che punisca ladri e politici corrotti. Che dio ci aiuti».
  • Hassan Jamal: «Spero tanto che le nazioni arabe facciano altrettanto nei confronti dei loro leader corrotti. Spero che il popolo arabo faccia altrettanto e si liberi dei politici corrotti, senza escludere re e presidenti».
  • Mohammed: «Senza dubbio l'Islam è la migliore religione esistente. Ma i regimi che sostengono di appoggiare l'Islam si abbandonano a repressione e corruzione. Nel frattempo, Israele si annovera fra le nazioni democratiche e si comporta molto meglio rispetto agli stati arabi e islamici quando si tratta di rispettare il popolo e combattere chi si appropria indebitamente delle risorse pubbliche».
  • Adel: «È questo il segreto del successo di Israele: è diventato il simbolo stesso della giustizia perché fa dell'equità uno dei cardini fondamentali del sistema. Noi, d'altro canto, facciamo il contrario: continuiamo ad insabbiare i casi di corruzione anziché combatterla».
  • Abu Zeid: «Vivo in Israele e conosco bene le loro leggi. In questo stato, nessuno è al di sopra della legge».
  • Sami Dirani: «Israele è il nemico, ma vi regna la democrazia: qualcosa che gli arabi neanche s'immaginano. Ecco perché è forte e più avanzato degli arabi, che perdono tempo a scannars l'un l'altro. E mentre alcuni muoiono di stenti, altri nuotano nei miliardi».
  • Hani: «Il profeta dice che dobbiamo perseguire l'istruzione, anche se si trova in Cina. E io dico ai musulmani: coltivate la giustizia, anche se si trova in Israele. Non vedo l'ora che giunga il giorno in cui i nostri capi siano condotti davanti ad un giudice, e ci restituiscano il denaro che hanno rubato.
  • Yasalam: «Se Olmert si fosse trovato in Kuwait, il suo processo sarebbe stato annacquato, e in premio avrebbe ricevuto una poltrona al governo».
  • Kabir al-Muhandiseen: «È così che si costruiscono gli stati. Questo è il segreto di Israele, della sua forza e della sua fermezza».
  • Muhasabah: «In Israele i capi di stato devono rendere conto del loro operato, altrimenti vanno in prigioni, mentre noi arabi osanniamo i corrotti».
  • Zuhear al-Karim: «Quanto leader arabi sarebbero stati condannati se in tribunale ne fosse stata accertata la corruzione e la vessazione?».
  • Abdo Shehatah: «Non passa giorno senza che gli ebrei dimostrino di essere l'unica vera democrazia in questo angolo del mondo».
  • Saad Sayad: «La Legge è sopra tutto: è questa la democrazia. E Israele è l'unica vera democrazia del Medio Oriente».

* Arabs: We Want Democracy - Like Israel
su Gatestone Institute.

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