sabato 24 gennaio 2015

I peggiori nemici dei palestinesi

I palestinesi stanno cercando di aderire alle Nazioni Unite, sebbene non vantino un governo operativo, e difatti sono divisi in due entità, con Hamas che controlla Gaza e Al Fatah che governa il West Bank. Allo stesso tempo i palestinesi cercano di aderire alla Corte Penale Internazionale, allo scopo di perseguire Israele. Ciò, secondo gli auspici, consentirebbe agli arabi antisionisti e all'Europa di indebolire la posizione dello stato ebraico, conducendo alla sua scomparsa.
Israele arriva ad essere accusato di crimini di guerra, ma provarlo è cosa ben diversa. I militari credono di non meritare questo trattamento, dopo aver rischiato la vita per difendere la popolazione civile dagli attacchi provenienti da Gaza; specie tenuto conto di come i palestinesi glorifichino i terroristi: inclusi quelli che sfruttano e alfine uccidono i bambini. Gli israeliani seguono delle precise regole d'ingaggio; i palestinesi no.


Si ritiene che se mai i palestinesi accedessero alla CPI, il loro tentativo di accusare Israele di crimini di guerra si ritorcerebbe contro. È noto che molti più palestinesi sono caduti vittima degli stessi palestinesi, e di altri arabi; che non per mano di Gerusalemme. Ad esempio in meno di quattro anni oltre 2500 palestinesi sono stati deliberatamente uccisi nella guerra civile in Siria. Centinaia sono stati torturati a morte o hanno subito esecuzioni capitali, spesso barbariche, per "blasfemia" o per parteggiare fatalmente dalla parte sbagliata. A Gaza centinaia di palestinesi hanno perso la vita negli scontri fratricidi o per aver osato contestare il regime. Nell'ultimo mezzo secolo molti più palestinesi sono stati uccisi da arabi, che non da israeliani.


Si tratta di un campionario di gran lunga più vasto e significativo, a cui la CPI potrebbe attingere, che non i pochi casi di palestinesi rimasti vittima del fuoco israeliano. Ma gli stati arabi fanno attività di lobbying alla Corte dell'Aja, riuscendo sempre ad impedire queste incriminazioni.
Ma perché gli omicidi palestinesi o arabi sono sistematicamente ignorati, mentre i militari israeliani sono accanitamente al centro dell'attenzione? in parte perché il governo israeliano conduce inchieste quando c'è il vago sospetto che le forze di sicurezza o militari si siano lasciate andare ad abusi nei confronti dei palestinesi. Ad esempio all'inizio di dicembre Gerusalemme ha reso noto di aver avviato un'inchiesta in merito ad otto incidenti occorsi durante i 50 giorni di conflitto a Gaza fra Hamas ed Israele. Questi incidenti sono stati strumentalizzati dai palestinesi, che li hanno definiti crimini di guerra. Ma le indagini rivelano sistematicamente il contrario.
In parte il problema risiede nel fatto che i palestinesi maldigeriscono che Hamas abbia lanciato migliaia di razzi e missili sulle città israeliane, impiegando migliaia di militanti contro una forza militare numericamente inferiore; eppure alla fine sono rimasti per terra duemila palestinesi, in buona parte militanti, mentre soltanto 73 israeliani hanno perso la vita (sei dei quali essendo stati civili).
Ciò porta i palestinesi a concludere che gli israeliani compiano qualcosa di davvero spregevole, paragonabile ad un crimine di guerra.


L'agone politico al Palazzo di Vetro, dove i sostenitori della causa palestinese - perlopiù gli stati musulmani (che assieme ai "non allineati" costituiscono la maggioranza all'ONU, NdT) - trascurano la venerazione del terrorismo da parte dei palestinesi, al contempo definendo crimini di guerra i disperati tentativi di difesa da parte di Israele; implica che vi sia una maggioranza automatica a proposito di qualunque rivendicazione palestinese. Ma rimane il dato incontestabile che altri palestinesi, e gli arabi in generale, costituiscano una minaccia di gran lunga peggiore dell'esistenza di Israele
Tutto ciò è aggravato dai crescenti sentimenti anti-israeliani in Occidente. Le rivendicazioni palestinesi e la complice ignoranza dei delitti da essi commessi, sono supportati in Occidente, specialmente nei gruppi di estrema sinistra, che concordano con i palestinesi sul fatto che Israele deve essere certamente accusato di qualcosa.
Israele si difende argomentando che gli accusatori arabi e occidenali agirebbero nello stesso modo, se fossero attaccati dal terrorismo; ma l'argomentazione cade nel vuoto. Non del tutto, però: molti arabi, soprattutto parte della diplomazia araba che conosce bene i palestinesi e Israele, in privato concorda con lo stato ebraico.
Ma appoggiare in pubblico la realtà della situazione nel mondo islamico produrrebbe immediatamente minacce di morte, se non peggio. In Occidente è più sicuro evidenziare l'ovvio, anche se nei gruppi di sinistra si rinvengono filo-palestinesi che adottano toni particolarmente veementi, se non apertamente violenti.


In Europa ciò ha condotto a maggiore tolleranza verso la violenza antisemita, e sempre più ebrei che partono, trasferendosi in Israele. Il clima antiisraeliano in Europa è in buona misura il risultato dell'emigrazione di milioni di musulmani negli ultimi decenni. I musulmani tendono a fare gruppo, mentre i partiti di estrema sinistra ne cercano il consenso sposandone le posizioni: come la distruzione di Israele.
Spesso questi movimenti sono assecondati presentando e sostenendo risoluzioni ostili alle Nazioni Unite. Non di rado esse hanno poche probabilità di essere approvate, ma dimostrano agli elettori musulmani in Europa che le loro istanze sono ascoltate.
Gli israeliani hanno appreso due lezioni: le accuse sono quasi sempre false, e ad una verifica accurata decadono miseramente. I palestinesi non sono scoraggiati da questi insuccessi, e finiscono presto per credere essi stessi alle loro falsità.
Gli israeliani continuano a conseguire successi, esaminando e indagando sulle accuse di "crimini di guerra", smascherando gli inganni e le cospirazioni palestinesi. Tuttavia i militari israeliani subiscono questi effetti collaterali e di sicuro non se ne rallegrano. Ma l'impatto negativo di queste false accuse non è vano, perché se la rivelazione della verità riuscisse a raggiungere i media e dunque l'opinione pubblica, potrebbe finalmente contribuire a bloccare il massacro degli arabi da parte di altri arabi: quello che da sempre è la peggiore minaccia per il mondo arabo.


Fonte: Palestinians ignore their worst enemy.
su Vinmedia.biz

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