giovedì 26 agosto 2010
La soluzione geniale di Obama
Quel genio di Obama... ogni giorno non sappiamo chi ringraziare per averlo avuto in dono...
L'ex senatore junior dell'Illinois è attanagliato da un calo di consensi senza precedenti. Stando così le cose, nelle elezioni di inizio novembre i Democratici perderanno almeno 40 seggi alla Camera. Fatali per il mantenimento della maggioranza. Una buona notizia...
Ma nel frattempo BHO continua a combinare danni. La riforma sanitaria, ambiziosa ma ottusa, ha bloccato il mercato del lavoro, con le imprese che non assumono più per gli elevati costi a loro carico dettati da una normativa di 2800 pagine. Nonostante la ripresa internazionale (?) dell'ultimo anno, il tasso di disoccupazione ufficiale si attesta tuttora al 9.5%. Quello ufficioso, al 17%.
L'appoccio al Medio Oriente è stato disastroso. Il discorso del Cairo delle "mani tese" ha indotto Ahmadinejad a proseguire sicuro nel programma nucleare, sicuro della passività americana, e questo ha incoraggiato la Russia ad una maggiore presenza. Si è fortificato l'asse del male, con l'ingresso di nuovi soggetti. Ora si improvvisa una conferenza di pace fra palestinesi e Israele a cui non crede nessuno. Staff di Obama in primis...
Dulcis in fundo, un rumor che circola in questi giorni.
75 milioni di americani sono titolari di un mutuo. E' la ownership society fortemente voluta da Clinton, e portata avanti da Bush.
Alla fine dello scorso decennio, le finanziarie Fannie Mae e Freddie Mac sono collassate sotto il peso delle insolvenze. I mutuatari hanno smesso di pagare, con il valore del loro immobile sceso al di sotto del finanziamento ottenuto. La Casa Bianca ha tolto le castagne dal fuoco nazionalizzando FNM e FMC, le cui perdite sono ora a carico del contribuente americano.
Al momento 1/5 dei mutui è "underwater": non solo l'importo finanziato non è inferiore al valore della garanzia (valore dell'immobile); un un caso su cinque il debito è superiore al valore della casa, e questo spingerebbe una banca qualunque a chiedere al mutuatario di versare capitale per pareggiare l'immobile fornito a garanzia del mutuo col prestito.
Ma come chiedere agli elettori americani (le elezioni incombono...) circa 800 miliardi di dollari?
Impossibile. Sarebbe la disfatta completa.
Ecco allora la genialata: la Casa Bianca si appresterebbe - secondo questa voce - ad imporre a FNM e FMC di cancellare il debito che supera il valore degli immobili. In questo modo il problema non sussiste più: le somme erogate non superano l'attuale (presunto) valore di realizzo degli immobili. Chiaramente se i mutuatari smettessero di pagare le rate, gli immobili pignorati e posti sul mercato crollerebbero di valore, ça va sans dire...
Tutto bene, dunque? non proprio: le banche hanno un bilancio, e la perdita su crediti va contabilizzata. Se dovesse passare questo diktat presidenziale, la perdita sofferta sarebbe trasferita al bilancio federale, e da questo ai contribuenti americani...
Nuove e maggiori (e pesanti) tasse, insomma. Oltre a quelle già previste automaticamente dal prossimo 1° gennaio. Oltre a quelle che saranno necessarie per finanziare la riforma sanitaria.
Questa volta gli Stati Uniti non hanno scampo... Chissà se faranno in tempo a salvarsi...
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