domenica 11 marzo 2012

Israele sotto il fuoco palestinese



Circa 135 missili sono stati lanciati nelle ultime 36 ore dalla Striscia di Gaza verso le città meridionali di Israele, dove vivono un milione di persone. In media, un attacco è stato sferrato ogni 20 minuti. Le persone hanno 15 secondi di tempo dal suono della sirena per abbandonare le case e guadagnare i rifugi.


L'Amministrazione Obama, per bocca del segretario di Stato Hillary Clinton, ha condannato l'aggressione palestinese, sostenendo che Israele ha il sacrosanto diritto a difendersi dagli attacchi. L'Europa segue l'evolversi degli eventi con preoccupazione. Al di la' di dichiarazioni di facciata, emerge l'impotenza del fronte (una volta) "moderato" dell'Autorità Palestinese, strettasi in un abbraccio mortale con gli amici-nemici di Hamas, che governano col terrore la Striscia di Gaza dal 2007, dopo un sanguinoso colpo di stato con cui ha esautorato proprio la Al Fatah di Abu Mazen.
Gli attacchi sono stati finora condotti dalla Jihad Islamica (missili a lungo raggio: Grad) e dal Comitato di Resistenza Popolare (missili a corto raggio: Qassam).



Il sistema di protezione "Iron Dome" ha intercettato il 90% (28 su 31) delle minacce sotto la sua copertura, ma purtroppo esso copre men della metà del necessario, per cui la restante parte dei 74 missili piovuti su Israele ha raggiunto l'obiettivo, rendendo necessario l'intervento dell'aviazione per rimuovere la minaccia di nuovi attacchi dal nord della Striscia di Gaza. Nessun civile è stato colpito nelle azioni condotte; 16 terroristi hanno invece raggiunto le 77 vergini che loro spettano in paradiso secondo una diffusa convinzione nel mondo del terrorismo islamico.
Sebbene non direttamente coinvolta, Hamas ha dato il via libera all'aggressione - o comunque non l'ha ostacolata - e secondo molti ha armato i terroristi, impiegando allo scopo postazioni mobili acquisite alcuni mesi fa dalla Libia subito dopo la disgregazione del regime di Gheddafi. Le postazioni mobili multi-missile sono passate per l'Egitto a guida musulmana (Hamas è una costola dei Fratelli Musulmani, usciti trionfanti dalle recenti elezioni egiziane).



Le ostilità sono cominciate dopo l'eliminazione di Zuhair Qaisi, capo del CRP, responsabile della strage di Eilat, in cui ad agosto hanno perso la vita otto turisti israeliani che si recavano verso la località costiera sul Mar Rosso. Il bus che li trasportava è stato oggetto di attentato, che ha provocato anche 40 feriti. Il CRP è stato fondato a settembre 2000. Lo stesso mese in cui è partita l'aggressione terroristica altrimenti nota come "Seconda Intifada", che ha provocato oltre 1000 morti in Israele.
Zuhair Qaisi era stato di recente rilasciato nell'ambito dello scambio di mille criminali detenuti nelle carceri israeliane con il caporale Gilad Shalit, sequestrato nel 2006 in territorio israeliano, e tenuto prigioniero per più di cinque anni. Si apprestava a compiere un nuovo grave attentato terroristico al confine fra Israele ed Egitto.
Nonostante gli attacchi dalla Striscia di Gaza, i valichi di Erez e di Kerem Shalom resteranno aperti per consentire l'ingresso di merci, materie prime e generi alimentari da Israele verso la Striscia. Al valico meridionale è atteso il passaggio di circa 200 convogli pesanti.

Il sibilo dei missili che piovono da Gaza su Israele, e le continue devastazioni e feriti che essi provocano, non impediranno il tentativo di perseguire la pace fra israeliani e palestinesi. Purtroppo però per fare la pace bisogna essere in due. E mai sul fronte palestinese si è scorta alcuna volontà in tal senso. Spesso si pensa che la colpa è della sciagurata leadership, interessata a perpetrarsi al potere: senza tensione, senza ostilità tutta la dirigenza sarebbe costretta a tornare a casa e a lavorare, anziché incitare all'odio, intascando i fruttuosi contributi del resto del mondo, che quasi mai vanno a beneficio della popolazione.

Ma bisogna prendere atto che spesso l'indisponibilità a mettere da parte antichi odi e rancori si annida anche nelle giovani generazioni. Qualche giorno fa due soldati israeliani hanno tenuto un seminario presso la UCLA (University of California - Los Angeles). Quale migliore occasione per un dialogo fruttuoso e costruttivo?
L'ospite ha iniziato ad evidenziare gli aspetti storici più recenti: gli 8 mila missili piovuti su Israele fra il 2000 e il 2008 dalla Striscia di Gaza, e l'operazione "Piombo Fuso" resasi necessaria per porre fine a questo stillicidio quotidiano. Quando d'un tratto un nutrito gruppo di filo-palestinesi ha inscenato una singolare protesta, rifiutando il dialogo e il confronto, e abbandonando l'aula malgrado gli inviti dei relatori a porre domande a cui sarebbe stata data risposta.
La direzione dell'UCLA ha stigmatizzato l'evento, scusandosi per l'accaduto. Un'altra occasione persa per la pace.

Aggiornamento delle 10.30. Sono ripartiti gli attacchi dalla Striscia di Gaza: 11 missili sparati verso le città meridionali di Israele, di cui 5 intercettati dall'Iron Dome. Le scuole qui oggi sono chiuse.
La vita per gli abitanti di questa terra si fa sempre più difficile.







Aggiornamento delle 12.30. I terroristi palestinesi si appresterebbero a lanciare i missili Fajr-3 (gittata di 60 km) e Fajr-5 (110 km), in grado di raggiungere Tel Aviv. I missili sono di fabbricazione iraniana, e sono assolutamente precisi e devastanti.
L'esercito di Gerusalemme ha fatto pervenire alla Jihad Islamica un severo avvertimento tramite l'intelligence egiziana, che sta lavorando a Washington per far cessare gli attacchi dalla Striscia di Gaza: in caso di lancio di missili Faj, la risposta non sarà più soltanto chirurgica, cioé limitata alle installazioni dalle quali partono gli attacchi.
Secondo una fonte dell'intelligence israeliana, l'escalation degli attacchi sarebbe dovuta al relativo successo del contenimento opposto dall'Iron Dome, che ha limitato i danni per la popolazione e le infrastrutture del sud dello stato ebraico. Così, la Jihad Islamica si appresterebbe a lanciare i temibili Fajr per provocare vittime e danni estesi, prima di cessare le ostilità, in modo da porsi sotto un'immagine "vincente" (?!?!) agli occhi del popolo arabo.
Di sicuro questa aggressione sta riuscendo nell'impresa di distogliere l'attenzione internazionale dalle nefandezze del macellaio di Damasco, e dalla corsa alla bomba atomica in Iran da parte di Ahmadinejad; ritenuto regista dell'aggressione delle ultime 48 ore.

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