mercoledì 27 giugno 2012

Niente cocomeri palestinesi per i sudafricani

E' una stagione eccezionale per il cocomero palestinese. No, non è un modo per denigrare la dirigenza di Ramallah o di Gaza, già impegnata nel torchiare i già tanti dissidenti e oppositori del regime (tale è un governo che perdura dopo l'esaurimento del suo mandato).
Si parla proprio del succoso frutto estivo, giunto a maturazione e pronto per essere consumato. Jenin, una città famosa per un "massacro" rivelatosi successivamente un falso d'autore, è la capitale del cocomero: quest'anno si prevedono circa 25 mila tonnellate di angurie, delle quali una buona parte sarà destinata all'esportazione. Le famiglie israeliane sono naturalmente le prime consumatrici del cocomero prodotto nella cittadina del West Bank: 6 angurie su 10 consumate provengono dall'area di Jenin. Buona parte di questo frutto è destinata all'esportazione.
Bene. Se non fosse che molti di questi frutti non arriveranno a destinazione. Di sicuro non in Sudafrica, dove il mese scorso il governo ha varato un provvedimento di legge che obbliga i commercianti locali a specificare se i prodotti Made in Israel provengono eventualmente dai territori palestinesi contesi di Giudea e Samaria. Poiché l'onere della prova spetta ai commercianti, la minaccia di sanzioni pecunarie indurrà loro a rinunciare all'importazione di prodotti agricoli provenienti da Jenin e dalle altre città agricole palestinesi.
Nel caso del povero cocomero, si tratta di un profitto potenziale stimato quest'anno in circa 65 milioni di Shekel: oltre 13 milioni di euro, in buona parte destinati alle tasche dei coltivatori.
Molte famiglie palestinesi si guadagnano da vivere coltivando cocomeri destinati all'esportazione, con l'ausilio del District Coordination and Liaison Office, un'agenzia del governo israeliano che collabora con il municipio di Jenin e che coordina le operazioni sanitarie e doganali. Il boicottaggio posto in essere dal governo sudafricano finisce così per danneggiare la parte più debole. Marciranno al sole i cocomeri palestinesi e le speranze di affrancarsi da un triste destino.

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